Il 7 gennaio 2015 dieci membri dello staff della rivista satirica francese furono uccisi nella loro redazione a Parigi da due terroristi. Il presidente dell’Ifj Dominique Pradalié: «Dieci anni dopo “siamo ancora Charlie”».
Il 7 gennaio 2015 dieci membri dello staff della rivista satirica francese Charlie Hebdo furono uccisi nella loro redazione a Parigi da due terroristi. Le Federazioni Internazionale ed Europea dei Giornalisti (Ifj ed Efj) si uniscono alle loro affiliate francesi (Snj, Snj-Cgt, Force ouvrière e Cfdt-journalistes) per commemorare il decimo anniversario del massacro di Charlie Hebdo e insistere per l’adozione di strumenti vincolanti globali per proteggere i giornalisti.
A perdere la vita dieci anni fa furono Stephanie Charbonnier, nota anche come ‘Charb’, la direttrice della testata, i fumettisti Jean Cabut detto Cabu, Bernard Verlhac detto Tignous, Philippe Honoré e Georges Wolinski, l’economista e giornalista Bernard Maris, la collaboratrice e psichiatra Elsa Cayat, il direttore Mustapha Ourrad, l’ufficiale di protezione Franck Brinsolaro e il direttore ospite Michel Renaud. Furono uccisi anche l’agente di polizia Ahmed Merabet e Fréderic Boisseau, un addetto alla manutenzione delle strutture.
Le Federazioni ricordano l’assoluta necessità di proteggere la libertà di espressione e invitano i governi di tutto il mondo a garantire la sicurezza dei professionisti dei media e a condannare l’impunità per l’uccisione di giornalisti.
Il presidente dell’Ifj Dominique Pradalié ha affermato: «Dieci anni dopo, “siamo ancora Charlie”. Ma il panorama politico e mediatico è cambiato molto, e non in meglio. L’ipocrisia di alcuni governi, che all’epoca sostenevano di sostenere la libertà di stampa, è venuta alla luce. Una guerra, più o meno aperta, è in corso ovunque contro la libertà dei giornalisti, a partire dagli assassini apparentemente mirati a Gaza. Mai prima d’ora l’Ifj ha dovuto deplorare così tanti colleghi uccisi in tutto il mondo. Le Nazioni Unite devono fare di più per proteggerli adottando la Convenzione Ifj contro l’impunità per gli assassini e i loro mandanti».
La presidente dell’Efj Maja Sever ha aggiunto: «Il massacro di Charlie Hebdo ha inaugurato un decennio di regressione della libertà di stampa in ogni angolo d’Europa, e questa tendenza non accenna a fermarsi con la collusione dell’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, con il presidente della più grande potenza del mondo, Donald Trump. Ora, più che mai, è il momento della mobilitazione e della resistenza. In memoria di coloro che hanno perso la vita dieci anni fa per aver esercitato pienamente la libertà di stampa».