Dopo Milano, Bologna e Firenze, sabato 11 maggio il Festival dei Diritti Umani fa tappa a Roma. Una giornata densa di appuntamenti nella cornice del Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Testaccio. In particolare alle 11, in sala Graziella Lonardi Buontempo, è previsto il talk ‘Illuminare le periferie 2019’, con la presentazione del secondo rapporto sui temi meno trattati dai media mainstream ideato e voluto fortemente dalla ong Cospe, dalla Federazione nazionale della Stampa italiana e dall’Usigrai e realizzato dall’Osservatorio di Pavia con il patrocinio dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
A seguire approfondimenti dedicati a ‘Il groviglio siriano’, con Abdulrahman Almawwas, Riccardo Cristiano e Azzurra Meringolo e ‘Le religioni possono curare le ferite delle guerre?’, con Alberto Quattrucci, Abdellah Redouane, Alessandra Trotta, Azzurra Meringolo e Elena Ribet.
Alle 17.30, all’Auditorium, proiezione del film ‘Chris the Swiss’ di Anja Kofmel, ambientato nella Croazia di inizio 1992, in pieno conflitto nella ex Jugoslavia. «Chris, giovane reporter svizzero, viene trovato ucciso in circostanze misteriose. Indossa l’uniforme di una milizia straniera. Anja Kofmel – spiegano gli organizzatori – è sua cugina. Fin da piccola ammirava quest’uomo dal fascino particolare. Divenuta adulta, decide di indagare per scoprire cosa è accaduto e comprendere l’implicazione reale di Chris in un conflitto complesso. Ne nasce questo film di grande intensità, attraverso l’indagine documentaristica e l’animazione, disegnata dalla stessa regista». Alla proiezione sarà presente il produttore Sinisa Juricic, intervistato da Cecilia Ferrara.
«Un quinto del mondo è in guerra. L’odio senza frontiere scatena combattenti individuali, ma collegati tra loro in reti globali. Le vie d’uscita pacifiche sono difficili. E quindi vanno incoraggiate. Proprio perché il genere umano è intriso di violenza, la quarta edizione del Festival dei Diritti Umani ha deciso di occuparsi di guerre e di pace», spiega Danilo De Biasio, direttore del Festival.
«Guerre per procura, sempre più soldati senza divisa. Civili uccisi, società annichilite. Città distrutte – prosegue – dove combaciano prima linea e retrovia, dove la vita di un bambino o di un soccorritore non vale niente. Miliardi spesi in orribili armi killer che potrebbero essere convertiti in tecnologie di pace. Ma non basterebbe: senza diritti uguali per tutti la pace è solo una tregua fra la guerra di ieri e quella di domani. I cambiamenti climatici stressano le zone povere del mondo, generando conflitti e esodi. Benzina per chi predica disvalori. Egoismo e superiorità razziale sono amplificati dal lessico ansiogeno della politica e del giornalismo, giustificando arbitri, vendette, conflitti. Esserne consapevoli è il primo passo per invertire la rotta».
L’ingresso all’appuntamento romano, come gli altri in precedenza, è gratuito fino a esaurimento posti. Gli incontri saranno trasmessi anche in streaming sulla pagina Facebook e sul sito www.festivaldirittiumani.it.