Secondo i risultati dell’indagine conoscitiva ”Percezioni e disinformazione. Molto ‘razionali’ o troppo ‘pigri’?”, provenienza geografica, livello di istruzione e condizione socioeconomica influenzano la capacità di riconoscere le notizie false. Economia, immigrazione, criminalità e lavoro i temi più “a rischio”….
Circa il 60% degli italiani ha una falsa percezione in relazione a fenomeni misurabili in senso oggettivo, che riguardano diverse tipologie di contenuti: dalle informazioni sull’economia a quelle di tipo scientifico-ambientale, ai temi importanti dell’agenda politica, quali la situazione economica, l’immigrazione, la criminalità, il lavoro. È quanto emerge dall’indagine conoscitiva su “Piattaforme digitali e sistema dell’informazione”, approvata dal Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Il Rapporto “Percezioni e disinformazione. Molto ‘razionali’ o troppo ‘pigri’?”, che si aggiunge all’interim report “News vs. fake nel sistema dell’informazione” già pubblicato nell’ambito dell’indagine e incentrato sulle caratteristiche e i meccanismi sottesi alla produzione e diffusione di notizie (reali e false) – sottolinea l’Autorità in una nota – completa l’analisi compiendo un approfondimento sulla domanda di contenuti informativi da parte dei cittadini.
Lo studio, condotto in collaborazione con SWG, rivela come provenienza geografica, livello di istruzione e condizione socioeconomica siano in grado di influire sulle percezioni e sul riconoscimento di notizie false. Se un’istruzione superiore ha un effetto positivo sulla capacità di inquadrare correttamente i fenomeni, una condizione economica sfavorevole può alterare la percezione della realtà, rendendola in alcuni casi assai più pessimistica. Peraltro, nel contesto informativo, elementi come tecnicismo della notizia, appartenenza degli argomenti a temi di interesse dell’individuo e modalità di esposizione alle notizie influenzano in modo rilevante la probabilità di errore nel giudizio di affidabilità sull’informazione.
A chiusura dell’indagine conoscitiva, in considerazione delle criticità riscontrate dal lato dell’offerta e della domanda, nonché del percorso istituzionale intrapreso negli ultimi anni nei settori in cui operano le piattaforme online, con particolare riguardo al sistema informativo, l’Autorità – conclude la nota – definisce possibili linee di intervento mettendo al centro il ruolo dell’informazione di qualità, in particolare del servizio pubblico radio-televisivo e multimediale, nel fornire strumenti idonei a soddisfare il diritto del cittadino-utente a una informazione corretta e completa finalizzata a formare una libera e consapevole opinione. (Ansa)