Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai redattori e ai collaboratori de La Sicilia, ai dipendenti tutti, vittime dei mancati pagamenti di quanto loro spettante contrattualmente sia per il passato che per il presente. Indipendentemente dal giudizio sui contenuti del lavoro di informazione prodotto, la libertà e il pluralismo della stampa vanno difesi così come va rivendicato il diritto ad una informazione plurale e completa.
Abbiamo la preoccupazione che l’editore voglia liquidare questa esperienza, traendone il massimo vantaggio personale, dopo avere scaricato sui soggetti meno forti i costi dell’operazione, che può portare anche ad una dismissione totale o parziale della proprietà del giornale.
E’ questo l’esempio concreto e sempre più diffuso di un cannibalismo e un concentramento economico pericoloso per la democrazia, amorale ed impunito. Contro il quale la politica che conta, quella dei piani alti dei palazzi nazionale regionale e cittadino, non interviene, perché e’ complice di questo stato di cose.
Classi dirigenti ed élites politiche di centrodestra e di centrosinistra sono debitrici al sistema Ciancio, per il sostegno informativo e propagandistico, produttivo di consenso, ricevuto. Da Bianco a Musumeci, da Cuffaro a Lombardo, da Crocetta a Schifani, da Scapagnini a Pogliese a Trantino. E con loro da Montante ad Agen alla grande imprenditoria del nord, così come alle corporazioni di professionisti, avvocati architetti ingegneri. E ai cda dell’Università. Oltre che alle imprese di volta in volta coinvolte negli affari: dall’agricoltura ai trasporti alle grandi opere.
Non ultimo non possiamo non ricordare le fortissime relazioni con le forze operanti a Sigonella, con le quali la reciprocità dei vantaggi economici e politici ha avuto come esito anche la modificazione genetica e degenerata della scuola pubblica italiana da istituzione formativa rispettosa della Costituzione e del suo articolo 11 a strumento di iniziazione e sostegno alle guerre in corso.
I diritti salariali e occupazionali dei dipendenti de La Sicilia vanno difesi anche con azioni di lotta dure ed esemplari, ma va rilanciato con forza un movimento di opposizione per l’alternativa all’attuale sistema economico e sociale e della impunità legalizzata.
MImmo Cosentino, Segretario provinciale di Catania
Nicola Candido, Segretario regionale della Sicilia
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea