Il paradosso del calcio è che per vedere il marcio bisogna sbatterci il muso. L’esplosione dell’inchiesta di Cremona riporta sotto i riflettori il malcostume di un settore che è lo specchio della società. Si compra e si vende tutto e nessuno si dichiari sorpreso. Per vedere il marcio e sentire la puzza che emanano molti campi di calcio non c’è bisogno di pentiti né di eroi: le telecamere documentano benissimo le vergogne. Semmai c’è bisogno di uomini onesti che facciano pulizia, una volta per tutte, di brutti ceffi, finti campioni e personaggi corrotti. Se tanto ci dà tanto ora rileggiamo con più chiarezza certi sorprendenti fenomeni e il prodotto da loro manipolato. Non c’è possibilità di zone franche: il settore sportivo è sotto accusa. Si giocano vite e match con la velocità della luce. L’ultima bomba esplosa sul campo è quella lanciata – metaforicamente – da Andrea Masiello, ora giocatore dell’Atalanta. Masiello è rimasto oltre due ore davanti al Procuratore di Cremona Roberto di Martino e la sua verità – ci informa l’Ansa – l’ha affidata a quattro pagine di verbale finito in cassaforte che, per la prima volta nell’inchiesta cremonese sul calcioscommesse, è stato secretato. Masiello, davanti al magistrato, deve aver spiegato la sua opinione sull’origine delle parole del giocatore del Piacenza Carlo Gervasoni, prima ‘gola profonda’ nell’inchiesta che, nel suo interrogatorio della fine dell’anno scorso l’aveva chiamato in causa per la combine di Palermo-Bari del campionato 2010-2011. ‘Il risultato concordato – aveva spiegato Gervasoni – era di un over con la sconfitta del Bari con almeno due gol di scarto. Si tratta di notizie che mi ha riferito Gegic nell’immediatezza della partita in quanto ho scommesso sulla medesima. Ricordo che, sempre secondo quanto mi riferì Gegic, era stato Carobbio a mettersi in contatto con i giocatori del Bari o con qualcuno che gli stesse vicino. Gegic mi riferì che era stati corrotti i seguenti giocatori del Bari: Padelli, Bentivoglio, Parisi, Masiello Andrea e Rossi. Il risultato combinato non fu raggiunto perchè l’incolpevole Miccoli, che nulla sapeva dell’accordo, sbagliò un rigore…’. Questo il campo. E la stampa? I giornalisti presenti sempre negli spogliatoi con le loro talpe? Possibile che quando avviene una porcheria nessuno parla? Possibile che nei media italiani si debba per forza chiudere gli occhi se qualche calciatore “zoppica”? Oggi si ritorna a parlare di pulizia nel pallone ma fra qualche settimana televisione, giornali e blog puliranno il fango in nome del Dio denaro. Certe battaglie sono per pochi e solitari eroi alla massa conviene far finta di nulla altrimenti si resta fuori dal giro del business: premi, regali, interviste, viaggi gratis. E perché no, contratti garantiti in tv e giornali. L’importante è non parlare male del grande circo perché altrimenti si rischia di finire ai margini. Siamo curiosi di rileggere tra qualche anno il destino dei celebrati eroi che oggi vengono osannati per aver “cantato” in Procura. Scommettiamo che saranno marchiati come infami e gettati nella spazzatura dai manager del pallone? La regola del silenzio vincerà su quella della verità. Purtroppo.