Notoriamente la pallacanestro femminile tende sempre a occupare un ruolo secondario rispetto a quella maschile, soprattutto se giocata a livello regionale. Ma non sempre "oscurare" talenti cestistici al femminile si rivela una scelta azzeccata e, alcune volte, è proprio quanto il parquet mette in luce a fare riflettere su tutto questo. Vogliamo raccontarvi oggi di Gabriella Arigò, classe ’82, guardia tiratrice e capitano della Polisportiva Odysseus Basket Messina, attuale capolista e vero e proprio "schiacciasassi" del girone B del campionato di serie C Regionale. Formazione allestita con il dichiarato intento di ritornare immediatamente in B, campionato dal quale questa formazione è stata "tagliata d’ufficio" lo scorso anno al termine di una stagione tanto travagliata quanto sfortunata in virtù dell’ennesima riforma dei campionati varata dalla FIP.
Gabriella, raccontaci un po’ come hai iniziato, dicci delle tue prime esperienze e di cosa ti lega così fortemente al pallone a otto spicchi.
"La mia storia cestistica è cominciata all’età di 11 anni, quando nella palestra della scuola media "Giacomo Leopardi" cominciai ad avvicinarmi alla pallacanestro come tante altre ragazzine, non disputando alcun campionato per i primi tre anni di attività, se non solo qualche partitella a livello scolastico. Finite le scuole medie, ho dovuto scegliere se smettere di giocare o cominciare seriamente a praticare questo sport. Naturalmente ha prevalso la passione, con tutte le conseguenze del caso: allenamenti seri, campionati federali e tesseramento con quella che allora era l’Harlem, anche nota come Maghetto, società presieduta e allenata da uno dei pilastri della pallacanestro messinese: il Prof. Biagio Gumina. Eravamo nel 1996. Da allora per me è scattata come una molla, non è esistita altra passione che la pallacanestro: mi allenavo tutti i giorni, comprese le feste di Natale e Pasqua… ricordo che spesso ci allenavamo al mattino presso la scuola "Salvatore Quasimodo". Questa palestra è stata la sede della mia crescita a livello cestistico e devo ringraziare il prof.Gumina per avermi insegnato tutti i fondamentali della pallacanestro, coadiuvato da Giusy Ardizzone, il mio attuale coach all’Odysseus".
Passione a parte, come hai vissuto gli anni della tua adolescenza cestistica e che ricordi ne conservi?
Sono ricordi tanto belli quanto indelebili: dai 14 ai 17 anni circa ho disputato i campionati giovanili di categoria, dove abbiamo ottenenuto anche discreti risultati e nel frattempo venni tesserata con l’attuale "Banca Antonello da Messina", allora "Caffè Barbera" e poi semplicemente "Pol.Giuseppe Rescifina" dove ho giocato sino a un paio di anni fa, venendo aggregata alla prima squadra che allora disputava il campionato di serie B, sempre allenata dal Prof. Gumina. Mi ricordo che quell’anno abbiamo fatto un gran torneo, vincendo tutte le partite, ma non potendo fare il salto di categoria poichè la società aveva già una prima squadra che disputava il campionato di massima serie.
Svelaci gli anni con la Pol. Giuseppe Rescifina. Come hai vissuto il contatto con realtà di prim’ordine della pallacanestro femminile?
"Nel 1999 la "Pol.Giuseppe Rescifina" decise di costruire una squadra che fosse competitiva per i campionati junores di quella stagione; venni inserita in un roster di tutto rispetto, in grado di fare paura a chiunque e non solo a livello regionale, di cui facevano parte giocatrici come Stefania Paterna, Sara Marcaggi, Stefania Maimone e con loro arrivai disputare le prefinali nazionali a S.Giovanni Valdarno, dove, senza eccessivi problemi, passammo il turno, riuscendo poi a vincere la fase finale, che fu disputata proprio a Messina".
E poi?
"E poi… nei due anni successivi ho fatto parte del roster della squadra di A1 della "Pol.Giuseppe Rescifina"! Sicuramente sono stati quelli gli anni che mi hanno dato modo di maturare di più a livello cestistico: le sessioni di allenamento erano veramente durissime, svolte con giocatrici di altissima qualità e con esperienza da vendere. La stagione 2001-2002 invece la giocai in prestito, con la PCR Messina, che allora disputava il campionato di serieA2: fu anche quella una bella esperienza, fatta di crescita e sacrificio, cose di cui ogni giocatore che tale voglia definirsi deve avere costante bisogno".
Finito l’anno di prestito alla PCR, come hai proseguito?
"Quello della PCR fu anche un anno di cambiamenti, in fatti fu l’ultimo in cui la "Pol.Giuseppe Rescifina" prese parte al campionato di serie A1, al termine del quale rinunciò alla categoria ripartendo dalla serie B. Terminato il prestito sono ritornata alla mia squadra di appartenenza, con cui ero tesserata, e dalla stagione 2002-2003 alla 2009-2010 ho disputato campionati di serie B regionale e nazionale con risultati dignitosi".
Tanti anni alla Rescifina… e anche qualche infortunio. Ti va di parlarne?
"Già, in questi anni purtroppo ci sono da ricordare anche due gravi infortuni… il primo dei quali avvenne il 25 Marzo del 2006, durante la partita Rescifina-Marsala: ricordo che in un’azione di gioco mi ruppi il legamento crociato del ginocchio sinistro e ovviamente non potei concludere la stagione a causa del lungo stop cui ero costretta; dopo varie risonanze, avuto l’esito definitivo, mi operai nel Luglio dello stesso anno. Dopo 5 mesi di terapia e un altro di allenamento con la squadra, l’ortopedico autorizzò il mio ritorno sui parquet in Dicembre, esattamente 6 mesi dopo quel maledetto infortunio. Inutile stare a dire che non è stato semplice ritornare in forma, all’inizio, anche un po’ per paura di ricadute, mi mancava il gioco e l’agonismo giusto ma dopo alcuni mesi sono riuscita a ritornare a buoni livelli. Pensavo di aver "già dato" quanto a infortuni e invece il destino ha voluto che l’8 Marzo del 2009 mi rompessi il legamento crociato del ginocchio dell’altro ginocchio, durante la gara di play-off contro Verga Palermo, che quell’anno ci portò a disputare la finale contro il Battipaglia, purtroppo persa alla fine. Dopo un periodo di difficoltà fisica e anche morale decisi di operarmi per la seconda volta, ovviamente sempre con il "mio"dottore, come lo chiamo io, che non smetterò mai di ringraziare Salvatore Brigandì, che mi ha permesso di ricalcare i parquet di gioco per la seconda volta, ridandomi anche la fiducia che avevo perso nei miei mezzi. Operata nell’Aprile del 2009, cominciai la stagione successiva con la "Pol.Giuseppe Rescifina", stagione che non ho terminato per vari motivi".
Parliamo di presente ma anche del recente passato. Questi due anni all’Odysseus: come ti trovi e soprattutto, le prospettive della squadra?
"Avevo pensato di non giocare più per un po’, di prendermi un periodo di stacco sebbene le offerte non mi mancassero, quando venni contattata dal presidente Aliberti che mi convinse asposare la causa dell’Odysseus, e così dalla stagione 2010-2011 a tutt’oggi faccio parte della polisportiva Odysseus, con cui l’anno scorso abbiamo disputato il campionato di serie B regionale, e purtroppo anche allora mi sono dovuta fermare un paio di mesi a causa di un altro infortunio, per fortuna più lieve, dovuto alla rottura di una delle viti usate durante il primo intervento, che mi ha costretto a fare un’artroscopia per l’eliminazione dei frammenti residui; ma stavolta è andata molto meglio e dopo una settimana sono ritornata in campo. L’anno scorso abbiamo chiuso al settimo posto e per un soffio non siamo riuscite a mantenere la categoria, "tagliate" dalla norma federale che riformava il campionato di B Femminile condannandoci alla retrocessione".
Seppure in C, quest’anno l’Odysseus sta andando fortissimo e domenica scorsa solo tu hai realizzato metà degli 88 punti con cui avete avuto ragione della GeoSurvey Lazùr Catania, altra big del torneo. Lecito pensare che vi batterete sino alla fine per fare il salto di categoria.
"E’ vero, quest’anno disputiamo il campionato di serie C, ma abbiamo sia la squadra che le intenzioni per conquistare la promozione: la società ha fatto e sta continuando a fare un enorme sforzo per allestire un roster competitivo, fatto di tante ottime giocatrici e la gara di domenica scorsa è stata si importante per i miei 44 punti ma soprattutto lo è stata per la squadra, che giornata dopo giornata dimostra di saper affrontare le difficoltà e di avere tutte le carte in regola per vincere il campionato. La GeoSurvey è senza dubbio una buona squadra e merita la posizione che occupa in classifica ma noi, contrariamente a quanto si possa pensare, non facciamo la corsa su nessuna squadra, mirando direttamente alla promozione, la cui strada è ancora lunga e tortuosa. Adesso ci attendono impegni importantissimi come la Coppa Sicilia e la fase ad orologio, quindi vietato abbassare la guardia. Tanto io quanto gli allenatori e le mie compagne, con le quali si è creato un gruppo eccezionale e che ringrazio una per una per l’impegno e la determinazione che ci mettono, abbiamo solo un obiettivo: riportare subito l’Odysseus in B e fare sempre meglio".
Giuseppe Spanò