La Corte di Giustizia Europea ha emesso una nuova sentenza – la terza in una decina d’anni – relativa al sistema che regolamenta le scommesse in Italia. La Corte ha stabilito che la normativa italiana è discriminatoria nei confronti della categoria dei titolari dei centri trasmissione dati collegati a bookmaker esteri e ne limita l’operatività mettendo a gara il numero di concessioni e prevedendo distanze dalle agenzie preesistenti. La pronuncia rischia di avere ripercussioni pesanti sull’intero sistema. L’Italia – facendo poi da guida a altri Paesi come Francia e Spagna – ha adottato infatti per i giochi un sistema di concessioni: le compagnie che vogliono commercializzare giochi devono partecipare a una gara indetta dai Monopoli di Stato. Le prime gare consentivano solo alle compagnie costituite sotto determinate forme giuridiche di partecipare, una restrizione che fu al centro delle precedenti sentenze Gambelli e Placanica. Nonostante i correttivi apportati negli anni il bookmaker Stanleybet – che ha portato il caso di oggi e anche i due precedenti di fronte alla Corte di Giustizia Europea – sostiene che il sistema italiano tuttora riconosca privilegi alle compagnie che fin dall’inizio hanno potuto accedere al mercato. Il mercato italiano delle scommesse e’ altalenante, nel 2011 le scommesse sportive nel nostro Paese hanno registrato una raccolta di 3 miliardi 849 milioni di euro, in calo del 12,4% sul 2010. Lo Stato, inoltre, perde 40-80 milioni di euro l’anno in tasse, mentre la rete legale fatica a reggere la concorrenza. "Stanley ha vinto", è stato il commento che l’avv. Daniela Agnello, difensore del bookmaker Stanleybet, ha rilasciato ad Agicos al termine della lettura della sentenza sul sistema italiano delle scommesse. Spettera’ adesso al giudice nazionale stabilire se le questioni di incompatibilita’ sollevate dalla Cassazione si verifichino effettivamente nel sistema italiano: "ovviamente il giudice comunitario non ha annullato il sistema italiano", continua la Agnello, "ma la sentenza di oggi e’ inequivocabile". Il bookmaker austriaco SKS365, invece, "invita a stralciare le norme annunciate nel decreto fiscale per colpire i giocatori che puntano su siti non autorizzati e a cancellare il bando delle scommesse di prossima pubblicazione. I Monopoli adesso costituiscano un tavolo di confronto".