L’ottava meraviglia del Cus Messina di coach Pippo Sidoti nel campionato DNC di basket arriva nella domenica più gelida – e non solo per la temperatura – a spese della Cestistica Gioiese Gioia Tauro: 90 – 59 (26-14, 52-21, 68-42, 90-59). Vittoria che chiude sul nascere ogni polemica e tiene saldamente in testa i cussini che rimandano al mittente le voci che li vorrebbero già morti e sepolti per via delle non felici condizioni del commissariato Cus. Ma lo sport, in questo caso il basket, è una cosa, il commissariamento un’altra. Può piacere o non piacere la verità ma il Cus Messina basket è più forte dei gufi, degli invidiosi, dei calunniatori. E così, con un’allegria da professionisti navigati, la capolista si presenta al cospetto della Cestistica Gioiese senza il play Daro Gullo infortunato ma con Claudio Cavalieri tornato in mattinata dalla trasferta romana per problemi personali. Universitari messinesi che mettono la freccia fin dalle prime battute della gara grazie a capitan Carlone Contaldo, autore di ben 26 punti e che prendono il largo con il contributo del giovane Nino Sidoti ma anche all’esperienza agonistica di Jack Sereni: 11 punti realizzati per il primo, 17 per il secondo. Un gruppo forte e affiatato quello messo in vetrina dal coach cussino dove anche i panchinari di lusso mettono la tuta da operaio e si trasformano in protagonisti: senza perdere mai di vista il sistema di gioco, pur con qualche sbavatura di concentrazione, comprensibile vista la modestia dell’avversario. Si giocava a basket, d’accordo, ma il gelo del Palanebiolo metteva in qualche frangente di match gli sport invernali al primo posto. Freddo che neppure le schiacciate di Sereni e le giocate di Contaldo o le penetrazioni di Di Dio riuscivano a far dimenticare: con gli spettatori imbacuccati a caccia di un tè caldo. Gelo o non gelo, il Cus Messina arriva – dopo aver espletato la pratica Gioia Tauro – a quota sedici, con l’obiettivo di rimanere imbattuto anche nella prossima trasferta di Gela, prima di chiedere il 2012 domenica 23 dicembre contro Acireale. Sfida che con molta probabilità deciderà la regina d’inverno del girone H. Sappiamo però che a qualcuno dispiacerà tutto ciò. Come conosciamo la situazione anomala del nostro movimento cestistico abituato a celebrare gli insuccessi piuttosto che i successi e a premiare i raccomandati invece dei meritevoli. Anche nelle selezioni giovanili: prima o poi questa anomalia il Presidente regionale Antonio Rescifina dovrà sanarla per il bene del basket. Il Cus Messina è primo ma provoca dolori, mal di pancia, facce triste nella città dello Stretto. E questo perché i nemici sono in casa: litigiosi anche sull’orlo dell’ennesimo abisso. Prima o poi accadrà qualcosa, ma sarebbe bello lottare con stile, allineati e coperti. I nostri principali avversari siamo noi stessi, direbbe un dirigente coraggioso. Invece, nella messinesità d’operetta, si prega perché tutto finisca, per non dover ammettere i disastri passati: nulla di nuovo, i soliti slogan, nessuna proposta. Non si celebra un primo posto ma si spargono veleni, si agitano spettri. In fondo se non si sono mai accorti di nulla in dieci anni di quel che accadeva al Cus, perché devono dire la loro adesso? In fondo la messinesità è questa: distruggere quel che funziona, celebrare quel che non si dovrebbe.