La prima volta del Cus Messina in DNB è il premio di una partita perfetta, lucida e programmata, sempre comandata, ma vinta anche soffrendo, contro molti ostacoli, non ultima la sorte. Ma l’emozione di una domenica di festa, con il Palanebiolo che è una bolgia, ripaga i pretoriani di coach Pippo Sidoti per tutti i sacrifici fatti nel corso della stagione. Perde in campo Acireale, troppo rigida per reggere la baldanza di chi ha voluto o saputo, sempre, prendersi la partita. E perde anche fuori campo, perché c’era poco signorilità nel presentarsi sotto il tunnel del Palanebiolo con la spocchia di chi pensa di aver già pronte tutte le soluzioni per sbancare Messina sol perché ne aveva vinta una su cinque di sfide: può capitare se gli arbitri ti danno una mano fischiandoti a favore 4 antisportivi e un tecnico nel quarto decisivo. A riprova di ciò finisce in gloria per Sidoti e malissimo per Foti se tutto viene riportato alla normalità delle cose, ovvero con un metro arbitrale all’altezza di una finale promozione: 71 a 57. E lo scarto poteva essere maggiore se l’allenatore cussino non spediva in panca i “grandi” per far divertire anche i tre talentuosi under Sidoti, Squillaci e Zaccone! La seconda promozione consecutiva del Cus Messina somiglia a una favola d’altri tempi: in un luogo dimenticato dal Dio del Basket, una mattina è arrivato il mago della panca che ha trasformato il brutto anatroccolo in un bellissimo cigno. Il resto sono sudore e fatica, incazzature a tutto campo, ma anche talento, gioia, passione che hanno fatto sì che la formazione universitaria superasse ogni prova senza perdere la speranza di poter arrivare sino alla fine. Più la sorte si accaniva contro il Cus, più i pretoriani giocavano da leoni. E la storia si è ripetuta anche in questa terza sfida finale. Che l’Acireale tremasse, davanti a Messina, l’avevano detto i precedenti: cussini che non sbagliava niente, mentre d’altra parte c’era chi forzava tiri strabici, perché non aveva altre idee e faticava tanto anche a far girare la palla. E nel bel mezzo della contesa che vale una stagione il Cus grazie al miglior talento in circolazione – Daro Magic Gullo – piazzava un parziale di 26 a 0 che mandava ko Acireale e in orbita Messina. Era una pioggia di canestri quella che spazzava via ogni speranza ospite: segnavano a raffica Cavalieri, Mercante, Riva e Sereni. Per non parlare della difesa che chiudeva ogni spazio e stoppava chiunque si avventurava a canestro. Non è stato quello, si capisce, il fossato della gara ma ha aiutato a far sì che la stessa diventasse in discesa per Messina: quell’allungo è stato sempre una certezza. Senza illudersi di finirla lì anche perché quel “chiacchierone” di Sidoti ha continuato a tenere sul pezzo i suoi perché è poi proprio questo il dovere di un coach: pretendere dai propri atleti sempre il massimo. La corsa del Cus è stata autoritaria, non facile. Ritardata pure da momenti di imprecisione che comunque ci possono stare nella bolgia di una finale. Al suono della sirena è scoppiata la festa per la storica impresa che riporta Messina in B: applausi e baci per tutti. Sugli spalti del Palanebiolo si ballava, sul parquet era un delirio: adesso la contabilità di una storica prima volta ha un valore solo se la città, le istituzioni, le forze imprenditoriali si prenderanno cura del progetto CUS – Sidoti. Bisogna fare presto perché ai primi di luglio c’è da iscriversi alla DNB. I numeri e costanti immagini di strapotenza, dicono che quello che il coach di Patti ha fatto nella sua lunga carriera sa di straordinario, ma proprio a Messina è stato più bravo di sempre: vincere dove altri avevano fallito. Dove c’era un deserto ora c’è un palazzetto gremito in festa.