Uno scienziato dello sport ha detto: «È molto difficile che la tecnologia ti faccia vincere, ma non avere la tecnologia di sicuro ti fa perdere». Infatti per vincere una gara sportiva è ormai questione di millesimi di secondo o di centimetri. Quel tanto che serve per alzare una coppa, tagliare il traguardo, segnare un goal. Dove la tecnologia è l’elemento determinante. A raccontare come la scienza faccia la differenza tra il trionfo e l’anonimato nello sport ci pensa il libro di Nunzio Lanotte e Sophie Lem SPORTIVI AD ALTA TECNOLOGIA, La scienza che aiuta a costruire i campioni. Certo nessun apparecchio trasformerà l’uomo qualunque in Usain Bolt o un dilettante in Lionel Messi. E gli autori ci tengono a precisarlo già nell’introduzione: “Nessuna tecnologia sostituirà mai gli ingredienti indispensabili per vincere nello sport: il talento dell’atleta, l’intelligenza dell’allenatore e le lunghe ore di fatica dell’allenamento”.
Non sarà la racchetta in fibra di carbonio a far vincere Nadal. Ma provate a farlo giocare contro Federer con una racchetta di legno. Insomma la tecnologia è un elemento indispensabile per migliorare la perfomance sportiva. E non da oggi. Pensate all’olio con cui i lottatori alle Olimpiadi nell’antica Grecia si ungevano per rendere difficile la presa all’avversario. Antesignano della sciolina. Il libro illustra i materiali, i sensori, le applicazioni software che aiutano un atleta a diventare un campione. Tanta innovazione la dobbiamo agli «scienziati dello sport», che affiancano medici e preparatori atletici con un numero impressionante di attrezzature per misurare e valutare le prestazioni. E insieme agli strumenti cresce anche il relativo fatturato mondiale, miliardario e in costante aumento.
Il libro fa una disamina generale della tecnologia nello sport e si concentra su 4 discipline: calcio, nuoto, sci, ciclismo. Perché? Troppo facile (e al contempo complesso) prendere ad esempio la Formula 1 o la Coppa America. Sport di pura tecnologia “avremmo dovuto scrivere un libro d’ingegneria” – spiega Lanotte. Invece il testo vuole affrontare l’argomento in modo chiaro, esaustivo mostrando come software, strumenti e apparecchiature migliorino il talento atletico. Consideriamo il nuoto: gli studi si concentrano su come ridurre il “drag” (la resistenza del fluido). Fecero un successo i “supercostumi”, talmente aderenti che i nuotatori impiegavano 40 minuti ad indossarli e che fruttarono tanti record. Poi vennero proibiti dopo i mondiali di Roma del 2009. “Succede quando le tecnologie permettono a un atleta di sovvertire le gerarchie” senza un “merito” reale. Bisogna distinguere però: la tecnologia non è doping. La prima è ricerca, selezione, studio, da applicare innanzitutto all’allenamento. Il secondo una scorciatoia illegale. Ma la “frode” tecnologica può capitare: come la leggenda che gira su Internet di un ciclista svizzero che produceva accelerazioni talmente incredibili che si è sospettato di un motore nascosto.
Non sempre però la tecnologia anche se legale viene accettata. Il calcio è un esempio di conservatorismo. E’ una disciplina a metà tra lo sport e lo spettacolo dove la scienza entra in modo importante: dai palloni dalle traiettorie imprendibili agli scarpini superperformanti. Ma anche la match analysis, l’insieme di strumenti ormai fondamentali per lo studio della tattica. Eppure nonostante il business che ruota intorno al calcio, stentano ad essere accolti ufficialmente strumenti come la moviola in campo.
Anche lo sci si è evoluto di pari passo allo sviluppo tecnologico. Si è passati dai pericolosissimi sci di legno ai moderni carving. L’abbigliamento: dalle giacche-paracadute degli anni ’40 alle tute sempre più all’avanguardia. E la scienza-arte della sciolinatura per ottimizzare in ogni circostanza lo scivolamento sulla neve.
Il libro illustra tutto questo con in appendice le rubriche di “Forse non sapevi che…” e finendo con 9 miti da sfatare. Uno di questi è la domanda che alla fine si porranno tutti i lettori: arrivati a questo punto si sono raggiunti i limiti umani o ci sono ancora record da battere? “Sì, sempre più lentamente. Il superamento dei limiti non è un processo lineare – spiega Lanotte – ma piccoli miglioramenti ci saranno sempre” Finchè non arriva il Bolt di turno a sovvertire i pronostici.
Sportivi ad alta tecnologia fa parte della collana Chiavi di Lettura a cura di Lisa Vozza e Federico Tibone. Sono piccoli libri scritti da scienziati e divulgatori di valore. Affrontano temi di rilievo per la realtà contemporanea con un linguaggio chiaro, esatto, rapido.
Gli autori
Nunzio Lanotte si è laureato in Ingegneria Meccanica indirizzo Robotica a Roma, ed ha ottenuto un MBA presso l’ESCP-EAP a Oxford e Parigi. Nel 2000 ha fondato APLab, uno studio di ingegneria specializzato in tecnologia per lo sport. E’ consulente del CONI per lo sviluppo di nuove tecnologie. Per molti anni ha praticato il pentathlon moderno a livello agonistico.
Sophie Lem si è laureata in Legge presso l’Université Sorbonne Panthéon ed in Scienze Politiche presso l’Institut d’Etudes Politiques (Sciences-Po) di Parigi. E’ traduttrice, fotografa e redattrice freelance specializzata in opere di divulgazione scientifica.