di Roberto Gugliotta
Pippo Sidoti è una persona quieta, civile, pacata, testarda. Tutto questo ne fa un grande incassatore. Non ha presunzione, ha insistenza. Ha un alto senso del dovere, il suo e quello degli altri. E questo ne fa un coach disarmonico al basket siciliano, messinese in particolare. Dopo aver vissuto due anni e mezzo con Sidoti al Cus basket, posso – con pregiudizio – aggiungere che Sidoti è una sorta di poeta dello sport. E’ un grande uomo, un grande coach, ma non è adatto al movimento sportivo siciliano. Un uomo dalla comunicativa forte non garba ai “quaquaraquà” che popolano questo universo. Per non parlare dei presunti talenti futuribili: molto bravi spesso a parole, molto pigri sempre nei fatti. Ecco perché legare Sidoti a una città pigra come Messina è stata una bella scommessa purtroppo finita come sappiamo, non certo per colpa del “progetto – Sidoti”: sul campo abbiamo vinto e portato con onore, in giro per i palazzetti, il nome della città e dell’università. Dico tutto ciò perché da qualche mese leggo di nuove importanti scommesse sportive – istituzionali. C’è molto di nuovo nel progetto che comincia, qualcosa di profondo e sinuoso che sembra annunciare trasformazioni epocali: si fa un gran parlare di attività motoria, ma nel farlo si è perso per strada il significato di ginnastica, di lealtà sportiva. Questo perché latitano gli uomini, intesi nel senso più profondo della parola, quelli che, se stringono la mano, lo fanno perché credono in ciò che promettono e non tanto per… Forse è dipeso dalla spartizione delle poltrone e degli incarichi o solo per invidia, certo è che progettare le attività sportive è un’altra cosa che parlare a vanvera. Di aneddoti ne potrei svelare tanti ma … sarebbe un componimento poco affettuoso a dimostrazione che ogni cosa benedetta dal SISTEMA Messina è destinata nei fatti a fare acqua. E non diamo la colpa alla crisi economica che vive l’Italia: a Messina: sono naufragati progetti e iniziative nel bel mezzo del boom con milioni di euro buttati al vento per aver dato fiducia a persone che non la meritavano. Semmai quando c’erano i soldi non c’erano gli uomini come Sidoti a dettare i tempi. Da questi parti si preferisce il poco ma certo piuttosto che costruire qualcosa di veramente importante. Restando al basket oggi molti offrono “corsi di mantenimento” in palestra che non servono ai ragazzi, semmai al coach per mantenersi – economicamente parlando – perciò è naturale che la crescita sportiva, il merito, il lavoro siano agli ultimi posti tra le priorità del “progetto – mantenimento”. E sarà per una di queste ragioni che questi professionisti del mantenimento, al contrario di Sidoti, sono rilassati, disinvolti, simpatici: potrei raccontare qualcosa in materia… ma darei spazio a chi non lo merita in una riflessione, tremendamente seria, su sport e cultura. Dunque non c’è crisi di interesse. C’è solo un interesse più esigente, più usabile, quasi più commercializzabile. Il problema di Messina, tanto per fare qualche esempio concreto, è che pur avendo come sindaco un professore di educazione fisica – Accorinti – si fa poco o nulla per rianimare l’attività sportiva. Basta andare al campo d’atletica Santamaria per cogliere il fallimento della Giunta rivoluzionaria dal basso: manca la sicurezza, la pulizia, il controllo. La Federazione Italiana di Atletica Leggera è intervenuta più volte per sollecitare il sindaco ma senza ottenere risposte:si vede che il potere logora persino i paladini dello sport per tutti. Mentre a Catania si organizzano società e istituzioni per salvare le attività è stata creata “Catania al Vertice”, un consorzio con sede a Librino, che riunisce diciassette società etnee d’eccellenza nel campo del basket, beach soccer, calcio a 5, canoa polo, football americano, pallamano, pallanuoto, pallavolo e rugby, con l’obiettivo di individuare strategie comuni in ambito finanziario e di marketing, a Messina si chiude tutto per mancanza di sogni e… palle. Parafrasando qualcuno più bravo di me: questa è una comunità di cretini pieni di idee. Forse è vero: una conferma può essere anche lo spreco che si fa della parola intelligente. La si applica, ormai, a tutto: alla politica e alle attività ricreative, al Carnevale e al gioco del basket. La capacità di intendere, e di giudicare, non mi sembra invece molto diffusa.