di Lisa Bachis
Sono le storie come questa, che fanno battere il cuore. Sono storie di vita vissuta, una vita “come tante”, all’apparenza. Una vita unica, straordinaria, di una ragazza che potrebbe essere una vostra amica, vostra sorella o la vostra fidanzata. Una donna che è una campionessa di nuoto, che ha sposato l’amore per la vita, unito insieme allo sport, perché lo sport per lei è “la sua vita” e dentro “la sua anima”, alberga l’amore incondizionato per lo sport.
Serena Scipione, è una nuotatrice di quelle toste e determinate a raggiungere l’obiettivo prefissato. Classe S3, nuota per il Santa Lucia di Roma, e ha al suo attivo numerose vittorie e la conquista di oltre sedici medaglie. Simona si è diplomata al Liceo Scientifico, segue un allenamento intenso, anche cinque volte alla settimana, per due ore al giorno. E se all’inizio il nuoto per lei era “un’attività utile al mantenimento del fisico”, dopo le è entrato nel cuore; le ha trasformato la vita ed è diventato per lei “disciplina praticata a livello agonistico”. Perché Simona, non è “un’atleta normodotata” ma ha una disabilità fisica che ha trasformato in un punto di forza. Simona è un’atleta paralimpica. Spesso, nei programmi sportivi, si dà molto spazio alle gare sportive di “atleti normodotati” e le discipline che coinvolgono atleti con disabilità, vengono messe in secondo piano. Ma lo sport, serve ad unire nel rispetto delle differenze. Siano queste di razza, etnia, religione e perché no, anche “differenze fisiche”, intese in un senso più ampio. La disabilità è un limite che prima va eliminato concettualmente, in quanto pregiudizio. Esistono le eccellenze nelle discipline di atleti con disabilità, che sono prima di tutto atleti.
Serena Scipione, “è affetta da artrogriposi multipla congenita, che dalla nascita non le consente la perfetta flessione degli arti inferiori e la perfetta rotazione di quelli superiori”.
Eppure, Serena, vive una vita come quella di tanti ragazzi ed in più è motivata a spingersi oltre, dalla sua passione per il nuoto. Le sue prime medaglie, le ha conquistate nel 2009, a Reggio Emilia, quando ottenne alcune medaglie d’oro ai “Campionati Assoluti Estivi Italiani”. Serena da allora, non si è più fermata, e nuotando a stile libero e a dorso, ha collezionato successi su successi, fino alla convocazione nel 2013, ai campionati di nuoto paralimpico di Montreal. Anche qui, Serena ha dato il massimo, ha regalato al mondo il suo entusiasmo e il suo sorriso, piazzandosi tra le migliori nuotratici del mondo.
Serena ha 25 anni ed ancora tanto da scoprire e da regalare. Ma un regalo è stato fatto a lei, perché è divntata la protagonista di un cortometraggio che racconta “la sua avventura”. Chi l’ha conosciuta dice che ha “uno sguardo vivace. Ha un bel sorriso, un bel viso. Spesso in foto concede smorfie e linguacce. Scherza col mondo. Ma in vasca fa sul serio. La sua arte si misura in acqua”.
Il corto che la vede protagonista, ha come titolo “A modo mio”. Prodotto da un’associazione romana “Venite e Vedrete Onlus” di Santa Marinella, il video è stato scritto e realizzato da Alessandro Sebastiani con la collaborazione di Jacopo Fornaro. La voce narrante è di Enrico Maria Falconi, e il testo di Neil Marcus.
Il cortometraggio “A modo mio”, racconta la storia di Serena Scipione. Storia di una grande atleta. E quando, la colonna sonora, che è quella del film “Il favoloso Mondo di Amélie”, che fa da sottofondo, alla meravigliosa Serena che si allena e mostra la sua vita, viene d’un tratto interrotto, allora ecco, che si sente un groppo in gola perché le parole della voce narrante, squarciano il silenzio e restituiscono un messaggio, che contiene in sé un atto di responsabilità, a cui noi tutti siamo chiamati.
“La disabilità non è una coraggiosa lotta o il coraggio di affrontare le avversità. La disabilità è un’arte. È un modo ingegnoso di vivere”. A noi, non resta che augurare a Serena di non smettere di lottare e di continuare a credere nei sogni più belli. Desideriamo lasciarvi con il pensiero di Serena, quando alla domanda su “cos’è il nuoto per ler lei, ha risposto: “ Il nuoto? Me lo chiedono sempre tutti. Ho difficoltà a rispondere perchè il nuoto è la mia vita! Io senza nuoto non saprei vedere la mia vita, è una cosa che mi fa sentire libera, quando sono in acqua non ho nessun pensiero, quindi mi dà la possibilità di volare”. Non smettere mai Serena, continua a Volare e noi, voleremo insieme a Te.