Fp Messina sei arrivata ultima: celebrate gente, celebrate!

Povera Fp Messina, ultima in classifica nel campionato di basket di C nazionale… eppure c’è qualcuno che celebra il triste evento come un successo. Come si permette? Forse è tempo di precisare che gli ultimi nelle attività sportive hanno sempre torto, perché hanno fallito l’obiettivo… a meno che, a meno che la meta prefissata era la sconfitta. E allora sì che bisogna far festa, esultare ringraziare staff e partecipanti come si conviene a una formazione amatoriale. L’importante è partecipare, d’accordo ma allora se è solo un diversivo domenicale perché chiedere aiuti economici agli imprenditori e raccontare di strabilianti imprese? Fatelo da soli, fatelo in silenzio come si fa in qualunque gita da dopo lavoro aziendale. Ci sono quelli che nei fine settimana invernali amano sciare, quelli che vanno a funghi, quelli che partecipano alle corse campestre non competitive, quelli che gestiscono il telecomando in vestaglia e pantofole e oggi scopriamo che ci sono pure gli amatori del basket. Ma al contrario dei tanti amatori domenicali, alla Fp Messina la sconfitta va celebrata, anzi gridata perché è nel dna della messinesità: accettare i flop come se fosse inevitabile poter pensare di fare di meglio. Ultimi e contenti. Ultimi ma non retrocessi: che goduria! Che gioia! Sì amici miei, celebriamo la sconfitta. Abbiamo deciso di essere solidali con questa simpatica squadra tartassata dagli avversari, tutti cattivi, perché al contrario del decubertiano coach della Fp, loro ci tenevano a competere, a non uscire sconfitti dal palazzetto. Un’epidemia. Preoccupante, su vasta scala, se poi la formazione della città di Messina è arrivata ultima. Forse i suoi dirigenti farebbero bene a chiedersi come mai tante persone al disopra o al disotto della mischia dicono che la credibilità del campionato di C maschile gestito dalla Fip Sicilia è ai minimi termini. Non si può minimamente accettare che in una competizione nessuno retroceda, della serie abbiamo scherzato. E chi investirà mai, ci riferiamo ai privati, in uno sport dove non si vince nulla e, male che vada, si rimane sempre in pista senza pagare dazio? E perché il pubblico, che si cerca di portare all’interno di un palazzetto, dovrebbe assistere alle gare, se non c’è agonismo, competizione? Neppure a giochi senza frontiere si partecipava solo per turismo. Si dovrebbe riflettere piuttosto che gioire: motivo per non scherzare è ridare credibilità alla pallacanestro. Sicuramente, e usciamo dall’ironia, i dirigenti della squadra di Messina hanno perso tanto e di continuo da arrivare ultimi in campionato, ma hanno perso soprattutto un’occasione per dimostrarsi sul serio competitivi, al di là dei risultati ottenuti sul campo: chi arriva ultimo deve stare in silenzio per meditare sul fallimento della propria stagione e magari chiedere scusa a coloro che hanno creduto in una strategia vincente. Cosa costava dire: ci abbiamo provato ma abbiamo fallito, mica potevamo far canestro noi dalla tribuna, e comunque faremo tesoro degli errori per provare a far meglio dell’ultimo posto. Non costava nulla. Ma non l’ha fatto nessuno. Tutti con la stessa faccia, la stessa diversa competenza sportiva nemmeno un po’ annacquata. Se il basket in Sicilia è ancora uno sport con delle regole, un minimo di buon senso è indispensabile in tutti coloro che se ne occupano, dai tifosi ai giornalisti, dagli atleti ai dirigenti. Non è assolutamente una questione di soldi ma di credibilità del giocattolo. Chi arriva ultimo deve retrocedere perché ha fallito l’obiettivo. A meno che era proprio quello il trofeo da voler conquistare. Allora, bastava dirlo a inizio stagione. E dunque, evviva Fp Messina sei arrivata ultima: si diano spazio alle danze, celebrate gente, celebrate!