Lettera aperta a Malagò e Petrucci
EGREGI Presidenti, mi rivolgo a Voi in quanto presidenti del Coni e della Federazione Pallacanestro affinché la Sicilia sia finalmente una terra dove lo sport sia basato su criteri di etica e di regole certe proprio in virtù della sua missione di aggregazione sociale e formativa. Mi chiamo Roberto Gugliotta e sono un tesserato della Federazione italiana pallacanestro con la qualifica di allenatore di base (n° 019608), ma soprattutto sono un educatore, nonché giornalista e scrittore che fa delle battaglie sociali, della giustizia e della lotta alla mafia la sua bandiera. La mia attività professionale mi porta spesso a contatto con i giovani ai quali cerco di trasmettere quei valori morali e sociali nei quali fermamente credo e mi riconosco: meritocrazia, giustizia, rispetto delle regole e del prossimo. I vostri incarichi rappresentano l’immagine più alta e prestigiosa dello sport italiano agli occhi dell’opinione pubblica. Confido in Voi affinchè questa lettera non resti senza risposta in virtù del fatto che avete più volte dimostrato una sensibilità tangibile per i problemi di etica e correttezza, specie a proposito della lealtà sportiva, valore fondamentale per il buon funzionamento dell’attività agonistica. Già nel recente passato ho segnalato alla Presidenza della Fip il rammarico, per una grave violenza da me subita e sulla quale la Federazione Sicilia, presieduta da Antonio Rescifina ha preferito non sapere. Al tempo avevo già manifestato il desiderio di smettere con la pallacanestro perché non mi rivedevo nei valori diversamente etici del Comitato da lui guidato. Se ho desistito da tale proposito è stato solo per Lei presidente Petrucci. La sua pronta risposta “auguro che il Suo operato possa continuare con lo stesso entusiasmo e la stessa passione e che quanto accaduto non metta in discussione il Suo amore per la pallacanestro” aveva fatto sì che quel proposito fosse cancellato dalla mia mente perché confidavo che le cose in Sicilia, anche grazie alla sua Persona, potessero cambiare, in meglio. Ma oggi – 11 novembre 2015 – devo purtroppo ammettere che non cambierà mai nulla se a gestire il movimento resterà gente come Rescifina che manifesta una attenzione superficiale non solo per l’organizzazione dei campionati ma anche per la crescita del movimento, crescita che riguarda soprattutto il controllo degli arbitri: senza autorevolezza si macchia il prestigio della divisa. Vengo al punto. Lunedì 9 novembre ho avuto la conferma che la gestione Rescifina ha prodotto solo disastri sia in termini di risultati sportivi che in quelli della crescita dei tesserati. Non ultimo il mondo arbitrale. Uno dei prodotti del signor Rescifina è l’arbitro Giuseppe Spanò. Al di là di tutto questo, l’impressione è comunque che l’intera classe arbitrale prodotta sotto la presidenza Rescifina non sia aiutata dal Comitato regionale e dunque non all’altezza dell’élite che deve rappresentare. La crescita scomposta delle nuove leve è una ragione, ma la più importante è l’immobilismo volontario che la mancanza di controllo produce. E questo andazzo ha fatto sì che alla fine a dirigere le gare ci siano tanti… Giuseppe Spanò. La sua condotta è a mio avviso da attenzionare: come da qui a poco vi dimostrerò il signor Spanò in più occasioni ha manifestato nei confronti del sottoscritto una spiccata antipatia che va al di là dell’aspetto sportivo e ciononostante continua a dirigere le gare dove sono impegnato con la mia società la Sport è Cultura di Patti, militante nella C silver e partecipante ai campionati giovanili under 20, under 18 e under 15. A conferma di quanto vi ho appena scritto allego una discussione – scontro avuto con lo stesso Spanò su facebook in cui lo stesso dimostra astio e pregiudizio nei miei confronti. Ma non era consigliato se non vietato agli arbitri di commentare fatti tecnici – agonistici sui canali social e sui media se non previa concessione di un nulla osta da parte della federazione? Lo scontro che documento è del 1 giugno 2015…
1 giugno •
Alla fine della fiera nessuna squadra della Serie C Sicilia/Calabria farà la Serie B.
Bella formula di Merda.
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Commenti
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Roberto Gugliotta mmmmmm c’è del marcio in … sicilia
Mi piace • Rispondi • 1 • 1 giugno alle ore 15:13
Peppe Spanò A quo pulpito sermo venit
Mi piace • Rispondi • 1 giugno alle ore 20:58
Roberto Gugliotta Articolo 1
Mi piace • Rispondi • 1 giugno alle ore 22:43
Roberto Gugliotta Spesso gli arbitri, parlando del loro ruolo (quando ne parlano) evocano i valori etici. Benissimo, però non vedo niente di etico nel fare il gioco delle tre scimmiette, quindi il voto è 0.
Mi piace • Rispondi • 2 giugno alle ore 8:15
Peppe Spanò L’importante é essere convinti nella vita… facile criticare l’altrui operato celandosi dietro altre figure o peggio ancora mostrarsi mutevoli banderuole per meri interessi di visibilità. La Sicilia avrà i suoi problemi senza dubbio e il marcio c’è di certo, come da ogni altra parte. Solo che accuse gratuite e immotivate questo marcio non lo eradicano ma lo alimentano. Resto sempre più sgomento.
Mi piace • Rispondi • 2 giugno alle ore 8:32
Roberto Gugliotta Prima di restare sgomenti bisogna potersi guardare allo specchio senza vergogna. Io so tutto ciò che fate nell’ombra anche di referti compilati in maniera falsa. I ragazzini arbitri parlano, parlano, parlano, eccome se parlano. Io non ho intascato soldi per organizzare tre contro tre abusando del mio ruolo sportivo e… posso continuare. Il campo ha un ruolo che richiede realismo, molta corsa, darne e prenderne ma lealmente. E soprattutto essere onesti. O – NE – STI! Roberto Gugliotta non è un eroe, ma una persona civile che, lavorando come educatore, si permette qualcosa di quasi eroico. A partire dal pulpito. Prima di parlare male di me, di Noi del Patti… lavarsi la bocca.
Mi piace • Rispondi • 1 • 2 giugno alle ore 8:39
Peppe Spanò Non é mia preoccupazione ne mi interessa parlare di realtà che non conosco e come é evidente non lo faccio.Le sterili polemiche le lascio a chi le voglia fare.Mi preoccupa è mi interessa invece molto dire e sostenere la causa che in Sicilia non si risorge cestisticamente proprio per il parlare disinformato, per le invidie e per il non voler accettare gli altrui pareri. Detto questo e ribadito che la classe arbitrale non ha nulla da nascondere già per il solo motivo che ci mette in prima persona la faccia, lascio gli altri liberi di parlare. Solo una cosa, visto che si parla di educare, vorrei ribadire: per educare bisogna conoscere se stessi ancor prima degli altri, senza esaltarsi.
Mi piace • Rispondi • 2 giugno alle ore 8:51
Roberto Gugliotta Magari scrivendo in corretto italiano: epperò anche questo è un dettaglio come la lealtà, l’educazione, il rispetto delle regole, la vendetta, il consumare vendette …ripeto: articolo 1 della costituzione…!!!!
Mi piace • Rispondi • 2 giugno alle ore 8:54
Peppe Spanò Vedrò di prendere lezioni di italiano. Lei però di tutto il resto.
Mi piace • Rispondi • 2 giugno alle ore 9:20
Ora a mio modesto parere uno che scrive queste cose dovrebbe avere la dignità per motivi etici di non accettare gare nelle quali sono impegnato proprio per quel concetto di non lasciare alcun dubbio sulla bontà delle sue decisioni e non ledere così il prestigio della divisa. Ma per il signor Spanò, a quanto pare, non esistono i criteri di opportunità… anzi lui è al di sopra delle regole se durante la gara under 18 del 9 novembre che si è disputata a Messina tra Amatori Messina e Sport è Cultura Patti decide di essere il protagonista della sfida: prima espelle il miglior giocatore della mia formazione, Alberto Mazzullo, e poi, senza alcun pudore, lo contatta a distanza di qualche ora su Facebook, commettando con lo stesso atleta pure l’accaduto…. E chiosando con l’affermazione “Alberto sei un bravo ragazzo…” Anche questa discussione è disponibile per vostra completa visione. Un po’ drasticamente si può dire che gli arbitri di adesso e la durezza delle polemiche nei loro confronti sono figli della debolezza dell’uomo al centro del meccanismo, ovvero Antonio Rescifina. Solo una federazione forte, sicura di sè e della stabilità del proprio mandato, può riportare i criteri di selezione arbitrale alla severità di un tempo. Altrimenti si andrà avanti a piccoli colpi domenicali, una volta a Palermo e una volta a Messina, nella speranza che alla fine ognuno abbia avuto il suo e l’equilibrio sia stato comunque artificiosamente rispettato. Confidando in questa provata sensibilità Vostra ritengo perciò opportuno e pertinente sottoporvi alcune riflessioni sui pericoli rovinosi connessi al proposito di continuare a sottoporre il Comitato regionale della Sicilia al signor Antonio Rescifina. Il “prodotto arbitrale” della gestione Rescifina, ovvero l’arbitro Spanò, non contento di averci fatto perdere la gara ha anche fatto sì che l’atleta Mazzullo (il bravo ragazzo che lui stesso dichiara) venga squalificato fino al 18 novembre. Sospensione a tempo che farà saltare a Mazzullo ben tre gare tra under 18, under 20 e Serie C silver. Se lo stesso Spanò che lo espelle riconosce che è un bravo ragazzo perché poi lo fa squalificare così pesantemente? E perché si prende la briga di doverlo contattare su Fb per giustificare l’espulsione? La riservatezza non dovrebbe consigliare allo stesso di evitare tali manifestazioni proprio per non pregiudicare il prestigio del suo incarico? E’ questa la nuova linea del Coni e della stessa Federazione pallacanestro? Se è questa ditelo apertamente così ogni tesserato, arbitro compreso si adeguerà alla svelta. Non ci sarà più bisogno di comunicati e incontri riservati, compresi i referti arbitrali, tutto potrà essere pubblico e commentato. Devo, tuttavia, constatare che gli spensierati sostenitori di questo progetto Rescifina si fanno forti anche della partecipazione delle Vostre rinomate persone come sigillo di garanzia per una operazione che porta insieme il marchio della vanagloria dilettantesca e della pura rapacità commerciale, in una cornice di assoluto disprezzo per i problemi delle società che spendono tanti soldi per partecipare ai campionati e per gli stessi ragazzi penalizzati sol perché atleti dei cosiddetti “nemici” del presidente Rescifina. Dato tutto ciò ho deciso di prendere le distanze una volta per tutte: se il problema è Roberto Gugliotta, lascio ogni incarico sportivo e ricorderò il 9 novembre come il giorno in cui sono stato per l’ultima volta in panchina. Non mi riconosco con questa gente. Si vince anche perdendo. Non tutti lo capiscono. E’ questa la differenza che fa di un coach, di un giocatore, un uomo. Quella di lunedì sarà stata l’ultima mia panchina. Non sono più disposto di stare nello stesso palazzetto con questi galantuomini. Le regole per me sono sacre. Comprendo che non è per tutti così. Allora sono io quello sbagliato. Sono onesto vado via dal basket da uomo onesto. Per vincere non baratto la mia anima per un pugno di euro! Proprio per questo mi permetto di chiedervi di porre, come s’usa dire, una mano sulla Vostra coscienza e di riflettere se poltrone come le vostre possano e debbano nutrire un serio interesse alla realizzazione di un progetto nuovo per il movimento sportivo siciliano in cui la lealtà, l’etica e il rispetto delle regole siano priorità chiare e non concetti vuoti. Egregi presidenti, quel che vi chiedo è di uscire dal silenzio prendendo responsabilmente posizione su un tema di tale rilievo, anche per il buon nome dello sport, in generale e del basket in particolare, da configurarsi oggi nei termini di una classica scelta di etica. Ah, dimenticavo di aggiungere l’ultima perla: Giuseppe Spanò è stato designato anche a dirigere domenica 15 novembre la sfida di C silver tra Sport è Cultura Patti e Milazzo. La cronaca sportiva dalla nostre parti, come scriveva un acuto e spiritoso corsivista "non ha fantasia". Ma soffrire bisogna e l’ingiustizia esiste. Certo di un vostro intervento
Con stima
Roberto Gugliotta