Obbligo defibrillatori: prorogata a novembre l’entrata in vigore

Obbligo di Defibrillatori per l’associazionismo sportivo: prorogata a novembre l’entrata in vigore. Nella tarda serata di ieri un decreto del Ministero della salute permette all’associazionismo sportivo di avere più tempo per completare la formazione degli operatori, nella giusta prospettiva di salvaguardare la salute dei praticanti. Filippo Fossati, Pd , ha spinto in questa direzione per tutelare l’associazionismo sportivo di base: “Questo tempo venga utilmente impiegato per rivedere la legge: l’onere va spostato dalle società sportive ai gestori degli impianti e agli organizzatori di manifestazioni”

“Esprimo soddisfazione per questa proroga disposta dal governo, così come avevo chiesto con un emendamento al decreto Enti Locali. Vorrei chiarire però che il problema non è tanto quello che le associazioni sportive non sono ancora pronte, quanto il fatto che non è né razionale né utile che migliaia di piccolissime associazioni, con qualche decina di soci, che spesso fanno attività all’area aperta senza delimitazioni, debbano assumersi un onere per loro pesante e impraticabile".
"La legge va cambiata, questo è il punto: ora c’è il tempo e la consapevolezza per poterlo fare. Il punto su cui è necessario e urgente intervenire è la previsione del testo attuale della legge 189/ 2012, ovvero che debbano essere le società sportive a detenere e manutenere i defibrillatori, mettendo a disposizione personale formato che possa assicurarne il funzionamento durante le attività. Solo su base volontaria infatti la legge prevede che si possa accordarsi fra più società sportive che frequentino lo stesso impianto o affidare la gestione dei defibrillatori al gestore dell’impianto”.

“Questa previsione – conclude Fossati – non tiene conto della realtà dell’associazionismo sportivo, costituito alla sua base da decine di migliaia di piccole associazioni sportive con poche decine di soci, impossibilitate ad assumersi l’onere dell’acquisto, della formazione e della presenza continua di operatori, della gestione dei dispositivi. Anche tenendo conto della diversa tipologia delle attività sportive, molte delle quali si svolgono in plein air e in continua mobilità e senza raccoglimento in gruppo e /o in spazi delimitati. O anche delle difficoltà della gestione di un evento critico in un contesto dove fossero presenti, come comunemente succede, diversi gruppi di sportivi di diverse associazioni, tutte dotate di un proprio dispositivo, ma collocati in luoghi diversi. Inoltre non si tiene conto della diversa "pericolosità" ai fini dell’arresto cardiaco delle varie caratteristiche e fasi di una attività sportiva, a partire dalla evidente differenza fra l’allenamento e la gara. Tutti questi problemi, allo stato insolubili, hanno impedito l’attuazione della norma e costretto il Parlamento a prorogarne l’entrata in vigore. La soluzione su cui ci si propone di giungere, e su cui ha deliberato la Conferenza delle Regioni, mantenendo l’obiettivo di coprire l’insieme delle attività sportive con l’assistenza dei dispositivi, sarebbe quella di spostare l’onere del possesso e della gestione del defibrillatore al gestore dell’impianto sportivo e all’organizzatore dell’evento sportivo, in quanto responsabili complessivamente dell’attività che si svolge in un qualche spazio sportivo e in un tempo delimitato”.