L’Uisp interpreta e rilancia il malessere delle società sportive dilettantistiche del territorio: “Se è sociale, non è lucrativo”. Tra i provvedimenti annunciati dal governo nel “pacchetto sport” della legge di stabilità, ad allarmare di più è l’inserimento della figura delle cosiddette società sportive dilettantistiche “lucrative”. Nel corso di una conferenza stampa tenuta questa mattina a Firenze, Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp: “il rischio è quello di una tempesta perfetta all’interno di un mondo che si fonda sul volontariato sportivo, non profit per definizione. Un ambiente associativo vasto che crea educazione e valore sociale. L’Uisp, ad esempio ha 1.345.000 soci dei quali 480.000 sotto i 18 anni e 310.000 sopra i 50 anni. L’introduzione di nuove figure orientate spiccatamente al profit rischia di spiazzare fortemente un sistema che ha ancora bisogno di armonizzazione normativa nella legge del terzo settore, che impatta con la delibera del CONI sulle attività sportive ammissibili con ricadute sulle perdita della fiscalità di vantaggio. Un sistema che ha permesso alle società sportive di nascere anche in territori di periferia, al di fuori delle logiche di mercato, grazie alla buona volontà di singoli dirigenti e operatori associativi.
Che cosa dicono i diretti interessati? “La concorrenza con questi nuovi soggetti sportivi spinti da logiche lucrative e in grado di ottenere i medesimi vantaggi fiscali delle Asd dilettantistiche metterà a serio rischio la sopravvivenza e la valorialità dell’associazionismo sportivo territoriale” hanno detto Lisa Vieri, polisportiva Le Sieci Firenze e Gabriella Bruschi, Asd Sesto fiorentino.
In questa vicenda sono molto importanti i risvolti fiscali di una normativa di vantaggio che ha sempre guardato con favore allo sport come bene collettivo per la salute: “Quella del mondo della promozione sportiva non è un rifiuto ideologico di questa proposta – ha detto Damiano Lembo, responsabile nazionale del Coordinamento nazionale degli Enti di promozione sportiva e presidente UsAcli – contestiamo però metodo e merito. Queste decisioni sono state prese sulla nostra testa e non siamo stati nemmeno consultati. Inoltre, l’attuale Registro delle società sportive serve proprio a stabilire delle regole che rischiano di diventare assolutamente inutili”.
Salvatore Sanzo, presidente Coni Toscano, intervenuto a nome del Coni
nazionale: “Dobbiamo guardare in avanti senza perdere il volontariato come base del nostro mondo. Per questo il Coni ha presentato proposte di modifica, come la garanzia di prelazione per le Asd dilettantistiche in occasione di bandi pubblici per l’assegnazione di impianti sportivi”.
Stefano Tassinari a nome del Forum del Terzo settore nazionale sottolinea che la recente riforma del terzo settore introduce la figura delle imprese sociali: perché inserire in maniera surrettizia, cioè inserendola nella Legge di bilancio, questa nuova figura di società lucrative?
Claudio Andò