Non violano i limiti alla pubblicità sui giochi previsti dal decreto Balduzzi gli spot trasmessi da Sky durante le partite di calcio. Lo afferma il Tribunale di Milano – Undicesima Sezione Civile – respingendo con un’ordinanza la richiesta di inibitoria presentata dal Codacons. Secondo l’associazione dei consumatori, le partite di calcio dovrebbero comunque essere considerate trasmissioni dedicate ai giovani (quelle durante le quali a norma del decreto Balduzzi non si possono mandare in onda pubblicità di giochi e scommesse) visto che vengono seguite da un elevato numero di ragazzi; inoltre gli spot violerebbero gli standard qualitativi dal momento che restituirebbero un’immagine edulcorata del gioco. I giudici tuttavia respingono entrambe le tesi. Il Legislatore ha vietato le pubblicità del gioco "con esclusivo riferimento alle trasmissioni specificamente rivolte ai minori ovvero, in un’ottica sistematica che tenga conto di quanto raccomandato dal legislatore comunitario, con riferimento a quelle in cui presumibilmente il pubblico principale è costituito da minori". Per le altre trasmissioni, invece – e le partite di calcio non possono essere ritenute specificamente rivolete ai minori – gli spot devono rispettare gli standard qualitativi dettati dallo stesso decreto Balduzzi. Previsione quest’ultima che, secondo il giudice viene pienamente rispettata. Dopo aver ricordato che Sky non è un media generalista – per i quali vige il divieto di trasmettere pubblicità del gioco tra le 7 e le 22 – il Tribunale sottolinea che gli spot in questione riportano gli avvisi previsti sui rischi e sulle dipendenze legati al gioco e rimandano ai siti degli operatori per i dati sulle probabilità di vincita. Inoltre, per il Tribunale, non si può sostenere che l’immagine felice degli scommettitori incoraggi al gioco eccessivo: "la pubblicità mira, ontologicamente a invogliare il consumatore a intraprendere l’azione promossa con lo spot e è dunque fisiologico che essa rappresenti persone in uno stato d’animo felice e divertito".