Verona – Venerdì scorso, un padre ed un figlio, contenti di aver assistito ad una bella partita tra le compagini sportive dell’Hellas Verona e dell’Inter, nel riprendere la loro auto parcheggiata in una via limitrofa allo stadio, venivano gratuitamente e brutalmente aggrediti da chi riesce ancora, e nonostante tutto, a definirsi “tifoso”. E l’aggressione gratuita ai danni di un uomo, ma soprattutto di un giovane ragazzo, che hanno avuto la sola colpa di non aver dato le risposte esatte alle domande pretestuose loro rivolte dall’aggressore, poco hanno a che fare anche con la logica “ultras”.
Oggi, a distanza di una settimana, la risposta della Questura non si è fatta attendere: grazie alle immediate indagini avviate dalla Digos scaligera è stato denunciato all’A.G., per il reato di lesioni personali, il noto ultras veronese M.A., classe 77, più volte denunciato e daspato per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive. In particolare, costui, in passato, si è già evidenziato per discriminazione razziale commessa in ambito sportivo (che gli è costata, oltre alla denuncia, un Daspo della durata di 1 anno) e per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità e radunata sediziosa commesse sempre in occasione di competizioni calcistiche, costategli 5 anni di interdizione dagli stadi.
Il curriculum criminale del denunciato evidenzia una propensione dello stesso alla commissione di reati contro la persona commessi per motivi futilissimi, così come avvenuto anche la sera del 27 agosto scorso, allorquando la sua “attenzione” si è focalizzata sugli ignari Nonis Fabrizio e suo figlio Simone, nonostante gli stessi non avessero indosso segni distintivi riconducibili all’Inter, né lo avessero in alcun modo provocato. Nonostante le difficoltà iniziali nell’attività di indagine, essendo il fatto successo in una zona non coperta da telecamere, grazie alle descrizioni dettagliate fornite dalle vittime e la profonda conoscenza di tutti gli aderenti ai gruppi ultras da parte dei poliziotti della squadra tifoserie della Digos veronese, è stato possibile tracciare sin da subito una pista investigativa, successivamente confermata dall’acquisizione di ulteriori elementi probatori che hanno portato gli investigatori a ritenere responsabile dell’odiosa aggressione, senza alcun dubbio, l’odierno denunciato. Nella giornata di ieri lo stesso è stato convocato presso questi uffici per l’elezione di domicilio e la nomina del difensore di fiducia; al termine dell’iter burocratico previsto, il Questore di Verona Ivana Petricca adotterà tutti i provvedimenti di specifica competenza finalizzati ad evitare che il M.A. commetta altri reati in occasione di eventi analoghi.