Il segretario generale della FIGC è intervenuto al convegno di WITHUB, in cui sono emersi dati preoccupanti sull’obesità e sulla mancanza di un adeguato livello di attività fisica…
Il segretario generale della FIGC Marco Brunelli è stato ieri tra gli ospiti del convegno organizzato da WITHUB sul comparto socio-sanitario italiano ed europeo, sempre più in crisi. Emergono infatti dati allarmanti per la salute in Italia, dove oltre il 48% della popolazione è obeso (più del 10%) o in sovrappeso (circa il 38%). Ancor più preoccupante è la situazione dell’obesità infantile: in Europa, il nostro è il Paese dove si registra il numero maggiore di bambini affetti da questa malattia.
Il 35% dei cancri è oggi imputabile all’obesità così come il 40% degli infarti; il 95% dei diabetici di tipo 2 (quello alimentare) è in sovrappeso o obeso. Il 64% di questi malati ha necessità di ospedalizzazione, la causa maggiore di spesa per un’azienda sanitaria. Il mangiare tanto e male inoltre riduce l’aspettativa di vita di 8 anni per l’uomo obeso e di 6 anni per la donna obesa; riduce anche gli anni di vita in salute, gli ultimi per intenderci, 18 anni di vita non in salute per l’uomo, ben 19 per la donna. L’aumento di questi numeri porterà a un severo tracollo della sanità italiana ed europea.
L’Italia sta investendo nella sanità molto meno rispetto agli altri Paesi del G7: la spesa pubblica sanitaria tedesca, ad esempio, è più del doppio di quella italiana.
“Occuparsi di salute significa fare attenzione a come e dove viviamo e alle scelte che compiamo ogni giorno – ha affermato il presidente ISS Silvio Brusaferro –. L’attenzione a quello che si mangia, l’attività fisica praticata, l’evitare sostanze come fumo e droghe ci consente di mantenere una buona salute. Allo stesso modo bisogna prendersi cura dell’ambiente in cui si vive, perché anche questo determina la qualità della nostra vita”.
Oltre a investire sull’educazione alimentare nelle scuole, per combattere l’obesità è fondamentale l’attività fisica. Anche in questo settore i dati sono piuttosto allarmanti: il 44,8% degli italiani non pratica un adeguato livello di attività fisica (4° peggior Paese Ocse nel 2019), percentuale che raggiunge il 94,5 nei bambini, ultimo paese nell’Ocse (dati Osservatorio Valore Sport-edizione 2023 a cura di European House Ambrosetti).
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la sedentarietà è causa del 9% delle malattie cardiovascolari, dell’11% dei casi di diabete di tipo 2, del 16% dei casi di tumore al seno e del 16% dei casi di tumore al colon-retto. Il costo della sedentarietà è pari a 3,8 miliardi di euro. Nel nostro Paese ci sono ostacoli alla pratica sportiva: un fattore culturale anzitutto per il quale il 27% non pratica sport perché non motivato, né interessato e 8 ragazzi su 10 fanno sport solo se lo praticano i genitori; l’Italia è al 16° posto nell’UE 27 per la spesa pubblica destinata allo sport, quindi bassi investimenti; e, infine, carenza di infrastrutture con 131 impianti ogni 100mila abitanti (4,6 volte in meno della Finlandia), di questi il 60% è stato costruito più di 40 anni fa e 6 edifici scolastici su 10 non hanno una palestra.
“Da sempre sostengo che il mondo dello sport non venga trattato particolarmente bene – ha commentato con un video messaggio il presidente del CONI Giovanni Malagò – basta fare un calcolo relativo al PNRR: 1 miliardo su 209, meno dello 0,5% a fronte di un PIL generato superiore. Molte decisioni, da noi certo non condivise, non hanno favorito il Comitato Olimpico Nazionale, né quello Paralimpico; adesso serve mettere a terra e completare sapendo che molti dei soggetti tramite gli enti locali e tramite gli organismi sportivi, federazioni in particolare, nel beneficiare delle opportunità del PNRR si ritrovano oggi con l’aumento dei costi che se non valutato accuratamente potrebbe compromettere il completamento dell’opera”.
“Lo sport – ha sottolineato il segretario generale della FIGC Marco Brunelli – è l’antidoto naturale per contrastare la sedentarietà, che incide direttamente, e in maniera negativa, sullo stato di salute e sulle aspettative di vita delle persone. Siccome nell’oltre un milione di tesserati con la FIGC più di 700 mila sono Under 16, sentiamo forte la responsabilità verso le future generazioni, per questo nella nostra offerta sportiva a tutti i livelli abbiamo inserito modelli di comportamento con al centro i corretti stili di vita e la corretta alimentazione. Le Federazioni sportive sono tra le poche organizzazioni che coinvolgono donne e uomini per l’intero arco di vita, attraverso programmi specifici di educazione e di attività sportiva. Come FIGC, a questa offerta abbiamo affiancato, solo per fare alcuni esempi, progetti sociali verso i migranti non accompagnati, verso i minori detenuti e i ragazzi con disabilità cognitive e relazionali che incidono direttamente, e sempre con impatto positivo, sul benessere della persona in senso ampio”.
Tra le iniziative portate avanti dalla FIGC c’è ‘Un Goal per la Salute’, che attraverso la Commissione Antidoping promuove la conoscenza delle tematiche relative al doping, all’educazione alimentare e all’approccio all’agonismo sportivo nelle scuole italiane. La Federcalcio sostiene inoltre ‘Coaches For Health’, la campagna UEFA sui corretti stili di vita promossa dalla UEFA con l’obiettivo di sensibilizzare gli adolescenti europei sull’importanza della salute fisica e mentale. I Ct della Nazionale maschile e femminile, Roberto Mancini e Milena Bertolini, hanno partecipato alla campagna lanciando un messaggio per invitare i giovani a praticare attività fisica e ad osservare una corretta alimentazione.