“Non basta avere ragione: bisogna avere anche qualcuno che te la dia”. Se non fosse per la notorietà delle frasi del Presidente Andreotti qualcuno potrebbe ritenere che questa frase sia stata pronunciata dal Presidentissimo per eccellenza dello sport Italiano, anch’esso romano, Gianni Petrucci lo scorso 16 Luglio durante i lavori del Consiglio federale.
La riflessione di questa settimana è dedicata alla giustizia con la g minuscola. Regole e giustizia: perché tanta confusione? Due gradi di giudizio sono meglio di uno? Ho sempre sostenuto che il giudizio senza appello se mi passate il termine, è una azione intimidatoria: interrompe la ricerca della verità sul nascere, è la negazione della Giustizia con la G maiuscola. Quasi da regime dittatoriale.
Gli errori arbitrali ci sono stati e continueranno a esserci, aumentare il numero delle vittime non serve a niente. Epperò la Federazione pallacanestro la pensa in maniera diversa. Non sto parlando a favore di questa o quella squadra, ma del regolamento. Non ne condivido lo spirito. Ma per fortuna Riccardo c’è che non è il ritornello della famosa canzone di Gaber o neanche il titolo di un nostro articolo bensì il Presidente del Comitato regionale Sicilia, Riccardo Caruso.
Grazie presidente Caruso perché questa volta il suo “ufficio stampa” con la massima celerità ci ha informato che “Il Consiglio Federale nella riunione del 16 luglio u.s., ha stabilito con effetto immediato che, in deroga alle norme previste dal Regolamento di Giustizia, anche per l’anno sportivo 2019/2020, non sono ammessi, per alcun motivo, i ricorsi e i reclami disciplinari o contenziosi nei Campionati Giovanili Under maschili e femminili. E’ consentita la facoltà di impugnare i soli provvedimenti disciplinari con squalifiche superiori a tre giornate per atleti/e e allenatori o inibizioni superiori a 15 giorni per altri tesserati, nonché per violazioni degli articoli 49, 50 e 52 del Regolamento Esecutivo Gare.” http://www.fip.it/Regioni/sicilia/Documenti/Documento?idDocumento=115723
Si avete capito bene il Consiglio Federale della Federazione italiana pallacanestro ha deliberato l’inammissibilità dei ricorsi nei campionati giovanili: la chiarezza delle regole peggiora sempre con il passare dei campionati. Purtroppo l’intendimento era quello di agevolare la giustizia sportiva, ma il metodo attuato ha peggiorato la realtà. Intorno a quel che resta della nostra giustizia c’è un’aria da ultimo saluto alla stazione, con il treno dei desideri che già si muove e il fazzoletto stretto nella mano. Mondi separati nel segno della sconfitta.
A cosa servono i “Principi di Giustizia Sportiva” approvato con Deliberazione n. 1616 Consiglio Nazionale CONI del 26 ottobre 2018?
A cosa serve il “Codice Della Giustizia Sportiva” approvato Deliberazione n. 1538 Consiglio Nazionale CONI del 9 novembre 2015 e con n Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri del 16-12-2015?
Ognuno ha il proprio cervello, non tutti hanno il senso della giustizia allo stesso modo: presidente Malagò che ne pensa?
Perché il Coni non ha il coraggio di cambiare sul serio nemmeno in questi momenti definitivi?
Perchè l’art. 5 del regolamento di giustizia Fip stabilisce il “Principio del doppio grado di giudizio “[1] Contro le decisioni adottate in primo grado dagli Organi Giudicanti è assicurato un secondo grado di giudizio, fatto salvo quanto previsto dalle norme sportive antidoping.
Può il Consiglio Federale di una FSN modificare “con effetto immediato” il regolamento di giustizia federale la cui competenza di approvazione e vigilanza è demandata al Coni?
Interrogativi che ci poniamo e che portiamo all’attenzione del Presidente Malagò o del Prefetto Ugo Taucer.
Nel nostro piccolo ascoltando “il Riccardo” di Gaber abbiamo fatto una piccola ricerca sul web e sembrerebbe che qualcosa di simile sia adottato da pochissime altre federazioni nel mondo tra le quali spicca quella della Corea del Nord e forse dalla Siria e dall’Uganda, ma tale informazioni non sono molto attendibili essendoci basati sul traduttore del motore di ricerca e quindi meglio prenderle come satira.
Ciuff…e…Tino