Basket & polemiche: si racconta che tre giorni prima dello scorso Natale i tre sarebbero andati insieme a pranzo a Brindisi: Carmelo Paternicò, Lorenzo Baldini e Gianluca Calbucci – la sera avrebbero diretto Happy Casa-Virtus finita 89-81-…
U lupu di mala cuscenza comu opera penza: sarà poi vero?
Neanche il tempo di spegnere i riflettori sulla presentazione ufficiale della 98esima edizione del campionato di Serie A di Palazzo di Varignana nella quale il presidente della LBA Egidio Bianchi a snocciolato una serie di dati e numeri che dovrebbero far ben sperare per la nuova stagione con ottimismo: dati presentati da Bianchi quello che evidenzia come, sulla popolazione italiana dai 16 ai 59 anni, 14 milioni sono interessati alla pallacanestro e di questi 14 milioni 12 milioni sono interessati alla LBA inoltre la stagione scorsa ha evidenziato una crescita sia dal punto di vista del pubblico che dei nostri dati social ma soprattutto, dichiara Bianchi,preme evidenziare l’attenzione che il nostro campionato sta dimostrando.
Difatti da una ricerca di Nielsen che calcola l’interesse per le competizioni di basket ci dice che la serie A guida con il 74% davanti alla Nba con 71% mentre l’Euroleague è terza con il 62%.
E’ di oggi, anche se radiobasket vocifera la notizia da settimane, – Claudio Pea la riporta sul suo blog – di una bufera su gli arbitri che vede coinvolti il commissario degli Arbitri Cerebuch e i fischietti Paternicò, Baldini, Calbucci.
Si racconta che tre giorni prima dello scorso Natale i tre sarebbero andati insieme a pranzo a Brindisi: Carmelo Paternicò, Lorenzo Baldini e Gianluca Calbucci – la sera avrebbero diretto Happy Casa-Virtus finita 89-81-.
Al momento di pagare il conto Paternicò avrebbe chiesto quattro ricevute all’oste e due le avrebbe tenute per sé. Una delle quali l’ha passata poi al commissario Guerrino Cerebuch prima del salto della palla a due sotto agli occhi di Calbucci. Al quale sarebbe scappata una battuta del tipo: “E’ stato buono il pranzo o forse no?”.
Il triestino, capo dei commissari di serie A e oggi dell’organo tecnico degli arbitri, non avrebbe gradito e, offesissimo, avrebbe punito il fischietto di Pomezia con un brutto voto in pagella. Che non sarà l’unico, a detta di Calbucci, che Cerebuck gli affibbierà nel corso di tutto il campionato. Tanto che l’arbitro romano al termine della stagione finirà ultimo in graduatoria e per questo escluso quest’anno dalla serie A. Di qui la denuncia di Calbucci alla Procura federale che ha aperto un’inchiesta su Cerebuch e Paternicò. Ci mancava solo questa. Tratto da www.claudiopea.it
E’ quasi imbarazzante analizzare una storia così triste, così inquietante: se fosse vera la vicenda confermerebbe che la storia dell’Italia, dello sport in questo caso, è piena di uomini, quasi sempre di piccola statura, che fanno tornare i conti grazie alla cosiddetta mangiata. Cose da fantascienza, se proprio non vogliamo ammettere che questo Paese è alla frutta.
Comunque sia, negli ambienti arbitrali in tantissimi biasimavano il comportamento di Calbucci che avrebbe atteso la fine del campionato e la sua retrocessione per denunciare un fatto che ormai è una consuetudine acclarata nell’ambiente arbitrali con ricevute fiscali di ristoranti e alberghi che fanno il giro d’Italia ogni domenica. Poi, qualcuno vuota il sacco della spazzatura … ma questa è iella!
Il basket è un gioco semplice, ripete spesso il direttore di IMG Press: non so se per fiducia nell’impianto di base o per totale sfiducia. Ci sono anche giorni in cui non basta cambiare un giocatore per cambiare faccia alla storiella. Se vivete nello sport non potete farne a meno, se lavorate nello sport idem. Se guardate lo sport finite per considerarli parte del gioco: ininfluenti forse, ma essenziali. Eppure c’è qualcuno che ancora ha a cuore l’etica, vero presidente Petrucci? Il basket ha un bellissimo codice etico, basterebbe applicarlo.
Per questo mi appello al Coni di Malagò: anche perché, nel cuore degli appassionati, cresce la diffidenza verso un “potere” che spesso decide il nome del vincitore e del perdente. E spesso accade tra una portata e l’altra. A chi appartiene infatti il gioco se non a coloro che lo tengono in vita fischiandolo? E’ giusto che qualcuno si muova: tra il grido e il silenzio, scegliamo la parola!
Magari, sarebbe utile per qualche addetto ai lavori, fare un salto a Roma, il prossimo 26 settembre. C’è l’Eurispes che organizza un incontro presso il Palazzo dell’Informazione, Piazza Mastai 9, per riflettere sui risultati emersi dalle ricerche condotte dall’Istituto attraverso l’Osservatorio su Giochi, Legalità e Patologie e sulle ulteriori prospettive di indagine sul settore gioco in Italia.
Spero che il presidente Petrucci non abbia altri impegni: i soldi sono importanti per finanziare le attività federali, il settore squadre nazionali, i comitati regionali, ma è altrettanto importante, contro la frode, insegnare il valore della lealtà, della persona.
Ma torniamo allo sfortunato arbitro Paternicò spesso presente in certe polemiche federali ma mai punito dalla Fip, anzi, premiato con tanto di finale scudetto. Il fischietto siciliano ha brillantemente superato storie giudiziarie che anni fa lo avevano tirato in ballo, e quella della presunta ricevuta del ristorante è di lieve entità, d’accordo.
Epperò, dal punto di vista morale, se risultasse vera, ha una grandissima rilevanza in primis per il rispetto dei sacrifici economici che le società sono chiamate a sostenere dalla Federazione per mantenere un sistema non proprio etico e inoltre per il ruolo che rivestono i soggetti implicati, cioè quegli arbitri che la domenica prendono decisioni che posso cambiare la sorte di tanti che nel massimo campionato, che ricordiamo sono dei professionisti.
Bisogna insomma intervenire quando s’inizia a scoprire certe cattive condotte e trasmettere al settore arbitri il valore dell’inviolabilità della questione morale. L’etica. Ed ecco il problema spostarsi ai valori culturali che sono dietro a questa realtà. Come cambiarli?
Torno a rivolgermi al Coni. Presidente Malagò non abbandoni gli onesti!
Siamo certi che l’efficientissima giustizia federale, con in testa il procuratore federale, svolgeranno indagini scrupolose e con onestà intellettuale che riporteranno il tutto nei giusti alvei.
Qualche malalingua – perché di questo stiamo parlando – degli arbitri siciliani di Serie C che hanno partecipato al brillante raduno organizzato dal Cia Sicilia a Piazza Armerina lo scorso 15-Settembre, con un apporto sostanziale del componente del Cia Sicilia, Carmelo Paternicò, riferiva compiaciuto, che finalmente c’è chi paga i pasti dopo le gare vista la situazione economica del Comitato regionale siciliano non molto florida sperando in una visionatura dell’arbitro internazionale.
Nostra reazione: meno male che è finito il tormentone baskettopoli. Seconda reazione: ma è davvero finito? No, a ogni spiffero di vento, spunta sempre il povero Paternicò, anche a pranzo o cena, l’indiziato sarà sempre il nostro Cammelo. E di fatto, quasi come Fantozzi con la storia della corazzata Potemkin, Paternicò diventa il leader indiscusso della storia. Lo ribadisco: questa è jella!
Sarebbe troppo semplice sparare a zero su Paternicò da ormai tanto tempo al centro di intercettazioni, ricorsi e controricorsi e chi più ne ha più ne metta. Perché siamo certi che lo spirito ospitale che contraddistingue i siciliani e i piazzesi in particolare, abbia anche stavolta tradito il buon Paternicò: un pranzo o delle paste di mandorla non hanno mai fatto del male a nessuno. Epperò, vengono sempre strumentalizzate per mettere in cattiva luce l’operato del fischietto di Piazza Armerina, sempre prodigo per il bene degli arbitri e del movimento arbitrale a partire dai “FOX40”. Il gruppo nello sport ha sempre avuto importanza.
Restate con noi dopo la pubblicità, lo spettacolo continua.
Ciuff…e…Tino