Direttore, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro che dovrebbe destabilizzare l’organizzazione criminale più presente in Italia un altro ciclone si abbatte sull’industria con il fatturato tra i più alti del paese che coinvolge l’intera nazione e cioè il calcio.
Non v’è dubbio che il calcio rappresenta per l’Italia un fattore socio-economico non indifferente e la sentenza di ieri della giustizia sportiva federale ha sferzato un colpo che definire mortale e a dir poco.
Molteplici sono gli interrogatori che sui social nei ritrovi dividono gli italiani e riempiono di dubbi l’appassionato medio che contribuisce a mantenere in vita un paziente terminale.
Ma siamo certi che questa cura non convenzionale che gran parte delle società calcistiche nel mondo adottano non sia l’ultima opportunità per non dichiarare fallimento?
Quanti tifosi decideranno di non frequentare gli stadi?
Quanti appassionati disdiranno gli abbonamenti di Sky e Dazn?
Quanto fatturato perderanno le società di Betting?
Quanti sponsor diminuiranno gli investimenti nel calcio ?
A tutti questi dubbi la governance del calcio riuscirà a dare risposte dopo che gli stessi erano alla colazione conviviale d casa Agnelli?
Aldilà della fede calcistica di ognuno di noi da oggi il calcio mondiale ha bisogno di un’invenzione di rotta che solo una classe politica credibile potrebbe sostenere. Ai posteri l’ardua risposta.
Lettera firmata
Le società di calcio non finiscono di stupire: ovviamente in peggio. Quello che è accaduto alla Juventus si tratta infatti di un evento che si può leggere come conseguenza diretta o indiretta di altre notizie giunte nelle scorse settimane. Gestire una società come la Juventus ma lo stesso si potrebbe dire dell’Inter, Milan, Roma è sempre più una mission difficile se non impossibile, visto quello che accade in Europa. Per competere con le formazioni inglesi o spagnole bisogna fare miracoli e i miracoli in quanto tali, sono sempre rari. Quello che appare evidente che il calcio come evento giocato è l’ultimo degli interessi primari. Chi gestisce le società pensa solo all’affare, ai soldi che si possono guadagnare o risparmiare… Poi capita una inchiesta portata avanti da qualche Procura più attenta ed ecco che scoppia il bubbone.
Nel caso della Juventus ricordo a me stesso che nelle contestazioni della Procura di Torino ci sono, in particolare, le false comunicazioni sociali, comunemente note come falso in bilancio, e le false comunicazioni rivolte al mercato, reato tipico delle società quotate in borsa, che rischiano di più se fanno trucchetti nel bilancio perché gli effetti di quei trucchetti più o meno significativi non ricadono solo sugli azionisti, sul gettito fiscale, sugli eventuali creditori (e già non è poco) ma anche sui potenziali investitori che in base a quelle comunicazioni false possono decidere investimenti o disinvestimenti in borsa sul titolo che corrisponde alla società quotata.
A questo va aggiunto l’ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza, con riferimento alla cosiddetta “manovra stipendi”: «Trattandosi di accordi che hanno avuto ripercussioni tanto sui risultati del bilancio approvato il 29 ottobre 2021 quanto sulle risposte fornite da Juventus alla Consob, a seguito di puntuale richiesta di informazioni, ne discendono ipotesi di reato non solo relative alle false comunicazioni sociali ma anche allo all’ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza». Tutte contestazioni che la Società, anche nel comunicato che ha accompagnato le dimissioni, afferma di non condividere nel merito dando una lettura differente dei fatti.
Ovviamente tutto è ora più difficile e intricato che mai. Eppure anche altre società tremano
Le plusvalenze fittizie sono operazioni finalizzate a far risultare a bilancio un patrimonio netto superiore a quello in realtà esistente, scambiando giocatori a prezzi gonfiati, per sistemare artificiosamente i bilanci. Ma più che inchieste servirebbero riforme: nuove regole per non far valere più quello scambio a somma zero, perché in Tribunale si va a sbattere con la effettiva difficoltà di determinare in modo oggettivo, come si farebbe per esempio con un’auto, il valore di un giocatore condizionato da molte variabili, cosa che rende impervia la dimostrazione del dolo». A meno di prove documentali, intercettazioni o altro, a sostegno dell’accusa.
Oltre alle plusvalenze fittizie, ormai da tempo sotto la lente nel calcio, si contestano alla Juventus le operazioni della cosiddetta “manovra stipendi” riguardante la riduzione degli stipendi in accordo con giocatori e tecnici in corrispondenza dello stop ai campionati causa covid.
Sapremo, fors’anche presto, se la Juventus sarà la sola e unica a pagare dazio o se altri club la seguiranno nei giudizi della Giustizia sportiva. Il caos nel calcio dei ricchi continua, la verità segna il passo: sono dell’idea, spero di sbagliarmi, che il futuro prossimo sarà peggio di oggi.
Ma non disperate tifosi juventini la nostra bellissima Italia è terra di miracoli. In fondo nessuno è perfetto!