A Mancini non piace stare “Immobile” e serve un “Lasagna” alla Polonia.
Iniziamo dalla fine cioè dal 80 minuto quando Mancini decide di far uscire Bernadeschi e far entrare Lasagne. Ovviamente già tutti i 55 milioni di CT Italiani erano pronti a sacrificare Mancini per non aver fatto giocare Immobile dal primo minuto ma soprattutto non averlo buttato nella mischia in corso per cambiare le sorti delle gara. Invece eccola la una piccola spizzata di testa di Lasagna che smarca il solo soletto Biraghi (visto giocare nell’ultimo Catania targato Serie A) al quale non pare vero di essere il salvatore della nazione.
Retrocessione scampata anzi ancora rimane in piedi la possibilità di raggiungere il primo posto e quindi accedere alle final four di questa nuova competizione denominata Nations League.
Le cronache invece narrano che è stata una gara dominata, condotta sin dal primo minuto in maniera straordinaria e risolta solo al 92’ (con Biraghi) per via di uno eccezionale Szczesny e un po’ d’imprecisione di qualche azzurro. Il “gioco manciniano “ convince e piace molto ai giocatori stessi anche se in attacco necessita, un centravanti-uomo-gol di peso per far quadrare definitivamente i conti.
Un Mancini più rilassato al termine della gara in sala stampa dichiara “Partita che abbiamo dominato dall’inizio alla fine, dovevamo far gol prima, era ingiusto lo 0-0. Tutti i ragazzi stanno cercando di fare il massimo. È una buona vittoria in una partita giocata benissimo, possiamo migliorare molto. Il calcio è questo, un gol che meritavamo dall’inizio della gara e che abbiamo lottato per poterlo concretizzare”.
Sui cambi che tutta l’Italia aspettava e sulla gestione della panchina il tecnico si è così espresso: “Non pensavo a fare sostituzioni prima perché stavamo giocando bene. dovevo alzare i centimetri in campo, ecco perché ho scelto Kevin“.
Ciuff…e…Tino