Sono anni ormai che chiediamo a viva forza che le spese per l’ordine pubblico in occasione elle manifestazioni calcistiche gravino sui club. Finalmente il Ministro dell’Interno ha ascoltato anche questa nostra istanza.
L’emendamento al Decreto Sicurezza che Salvini ha annunciato di voler proporre è fondamentale, è un primo passo per porre un limite alla vergogna di un binomio, quello calcio e violenza, che non può persistere in un paese civile dove, oltre tutto, sul fronte sicurezza abbiamo ben altri problemi, e dove è necessario garantire serenità ai tantissimi cittadini che si recano allo stadio per godersi un sano momento di sport.
E’ purtroppo evidente che prevedere Daspo e sospensione degli stadi non è stato fin qui sufficiente.
I delinquenti tornano fuori e le Forze dell’ordine tornano a farsi ammazzare. Bisogna affidare i costi della sicurezza ai club calcistici, e un 5 o 10 per cento degli introiti è troppo poco, e parallelamente prevedere per chi delinque il carcere senza alternativa”.
Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia, commentando le parole del ministro Salvini che, in diretta facebook dal tetto del Viminale, annunciando un emendamento al decreto sicurezza, ha detto: “Chiederemo alle società di calcio di destinare il 5-10% dell’incasso dei biglietti per la gestione dell’ordine pubblico”.
“Val la pena ricordare – aggiunge Mazzetti – gli sconcertanti dati resi noti nel 2015 da cui è emerso che il circuito di eventi calcistici negli ultimi 10 anni, sul fronte sicurezza ha comportato una spesa di 173 milioni di euro, e un bilancio di 1.549 agenti feriti, quando non addirittura morti. Un nome su tutti: Filippo Raciti. In metà di una stagione come quella del 2017 sono stati oltre 165.000 gli uomini dei contingenti delle forze dell’ordine impiegati nelle partite di calcio. Il Capo della Polizia ebbe a commentare questo numero in maniera fin troppo chiara: ‘è un dato che dovrebbe far accapponare la pelle, un lusso che questo paese non si può più permettere. Significa straordinari, domeniche, quindi recuperi e riposi. Sono risorse sottratte ad altri controlli sul territorio’”.
“Oggi come allora – insiste Mazzetti -, torniamo a denunciare questo assurdo scandalo: il calcio si conferma un enorme business per pochi, un’occasione per un insensato sfogo di violenza per altri, e una sicura trappola per gli operatori delle Forze dell’ordine impiegati in massa. La sicurezza deve essere a carico dei club calcistici, quelli che si arricchiscono, e non manifestano un serio impegno per tenere a freno certe frange violente delle tifoserie con cui pure, all’occorrenza, sono ben capaci di dialogare. Anno dopo anno, si conferma che il binomio calcio e violenza persiste, e che a farne le spese sono sempre gli operatori di Polizia. Le cifre da capogiro per la sicurezza devono gravare sui club così chiamati ad un reale assunzione di responsabilità”.