CSI MILANO ORGANIZZA UNA GIORNATA DI GIOCO E SPORT PER LE FAMIGLIE DEI DETENUTI DEL CARCERE DI MONZA

Lo sport come strumento educativo per aprire nuove frontiere della proposta sportiva negli istituti di pena…

Sono state forti le emozioni sabato scorso nel reparto Luce della Casa Circondariale di via Sanquirico a Monza, nella terza edizione della giornata Genitori-Figli organizzata dal Centro Sportivo Italiano – Comitato Territoriale di Milano, in occasione della quale le famiglie dei ragazzi detenuti hanno potuto accedere all’istituto per trascorrere un’intera giornata di gioco, convivialità e festa con i rispettivi papà e compagni.

Circa una ventina i nuclei familiari coinvolti nelle attività ludico-sportive proposte dal CSI, con la partecipazione di bimbi e ragazzi tra i 3 e i 16 anni, entusiasti di poter condividere uno spazio diverso e speciale rispetto a quello stretto e distaccato destinato solitamente ai colloqui. Nel cortile di cemento interno al reparto, sono state allestite nove postazioni gioco gestite da cinque volontari CSI per il Mondo – progetto di volontariato sportivo internazionale del CSI – unitamente agli istruttori della squadra pallavolo del Carcere, guidati da Lucia Teormino, responsabile dell’intero progetto carcere CSI Milano. Dal tiro con l’arco al badminton, dal ping-pong al tiro ai barattoli, dai palloncini colorati sino all’angolo trucco e disegno per i più piccoli, erano tanti i giochi a cui si sono dedicati i papà con i loro figli.

L’associazione A.N.A.S. PensiamocInsieme APS ha contribuito a rendere la mattinata più colorata e divertente grazie all’animazione musicale con tanto di karaoke, postazione foto-ricordo e clownerie e non poteva mancare un pranzo condiviso e abbondante preparato interamente dal comparto cucina del reparto Luce.

Ore di straordinaria normalità per garantire quella continuità di rapporti ai familiari dei detenuti e agli stessi ragazzi coinvolti attivamente nel progetto CSI ‘Liberi di Giocare’. Progetto che nella scorsa stagione ha registrato oltre 700 ore annuali di attività nelle carceri di Monza e della provincia di Milano, 32 allenatori coinvolti, 2 squadre di detenuti iscritte al campionato CSI, 46 amichevoli e 12 partite di torneo primaverile.

“La sfida oggi non è più soltanto quella di portare lo sport in carcere come mera attività sportiva ma è quella di riuscire, anche negli istituti di pena, a rendere lo sport uno strumento educativo, come accade nelle società sportive. – ha dichiarato il Presidente CSI Milano Massimo Achini –. Questo progetto apre nuove frontiere alle proposte sportive in carcere. Attraverso la giornata genitori-figli siamo stati in grado di creare, utilizzando il gioco, un contatto speciale tra le famiglie; più stretto, umano e sicuramente differente da quello che si instaura abitualmente durante i colloqui”.

“La proficua collaborazione tra la Direzione della CC di Monza e il Centro Sportivo Italiano ha portato all’ampliamento del progetto ‘Liberi di Giocare’ che ha interessato, oltre ai detenuti, anche le loro famiglie – ha aggiunto la Direttrice della Casa Circondariale di Monza, Cosima Buccoliero –. Lo sport in carcere, tanto sostenuto per il benessere psico–fisico che promuove, è diventato anche uno strumento educativo importante per sostenere i detenuti nel ruolo genitoriale e accompagnarli a vivere esperienze di segno positivo con le loro famiglie. La cura della relazione genitoriale passa anche attraverso l’organizzazione di giornate a ciò dedicate, dove il nucleo familiare viene coinvolto in attività ludico-sportive appositamente pensate dagli operatori del CSI”.

“Sabato mattina abbiamo avuto l’onore di poter partecipare all’incontro tra alcuni detenuti e le proprie famiglie all’interno delle mura del carcere di Monza, cogliendo attimi di inarrivabile potenza emotiva. Di certo non mi sarei aspettato l’elevato numero di persone presenti, tutte estremamente diverse e con differenti modalità di approccio verso di noi che, probabilmente, ai loro occhi apparivamo come fuori contesto. Come in ogni occasione sono stati proprio i bambini, a cui poco importa dove si svolga il gioco, ad avere coinvolto papà e mamme nelle attività da noi proposte. La mia speranza era che in quel momento, anche se solo per poche ore, si riuscisse a decontestualizzare l’ubicazione per creare una sorta di bolla di normalità. – racconta Stefano Guarda, uno dei volontari che ha preso parte alla giornata –. Ciò che mi ha colpito di più è stata la voglia di aprirsi dei ragazzi detenuti, di provarci, di fare qualcosa di cui essere soddisfatti di se stessi: cucinare, recitare, lavorare. Da allenatore la trovo una mentalità davvero vincente, perché la vita di ognuno è, in fondo, e mi si passi la metafora, come un campionato di calcio. Ci sono partite vinte e partite perse, anche in maniera eclatante. Però è anche vero che c’è sempre un’altra partita da giocare, prima o poi si torna in campo, e la vera vittoria sta nell’essersi comunque allenati e non aver ceduto allo sconforto ed all’amarezza degli eventi. Di certo io non ho cambiato la loro vita, ma loro, almeno un pochino, hanno impreziosito la mia.”

 

CSI da oltre 20 anni opera all’interno degli istituti carcerari lombardi con diversi e numerosi progetti. Ad oggi collabora attivamente con le Case Circondariali di San Vittore (Milano) e di Monza oltre che con l’istituto minorile Beccaria.