Il 23 gennaio prossimo la Sicilia del basket tornerà alle urne per eleggere il presidente e i consiglieri che lo supporteranno nel compito di risolvere i problemi che affliggono il movimento sportivo dell’Isola. Il segretario generale della Federazione Italiana pallacanestro, Maurizio Bertea, ci informa che per la poltrona più prestigiosa si affronteranno due donne: Maria Cristina Correnti e Cinzia Savoca…
Prima di affrontare il delicato argomento del voto per il cambiamento (sarebbe l’ora) ci teniamo a fare una precisazione per quanti pensano di essere portatori di chissà quale verità. Lo sport, nell’idea che abbiamo noi di IMG Press, è inteso ancora più che come agonismo come strumento di eguaglianza e di inclusione a tutto tondo: dai margini della disabilità a quelli delle periferie. Lo sport, il basket in questo caso, deve essere un’occasione per tutti anche per quei bambini e ragazzi che vivono ai margini della società. Vorremmo incoraggiare tutti, istituzioni, società sportive, realtà educative e sociali, comunità religiose, a lavorare insieme affinché questi bambini possano accedere allo sport in condizioni dignitose, specialmente quelli che ne sono esclusi a causa della povertà.
Magari il presidente eletto potrebbe inserire questo punto tra le priorità del mandato: chiediamo molto? Siamo dei sognatori? La sfida è quella di mantenere la genuinità dello sport, di proteggerlo dalle manipolazioni e dallo sfruttamento commerciale. Sarebbe triste, per il basket se la gente non riuscisse più a confidare nella verità dei risultati sportivi, o se il cinismo e il disincanto prendessero il sopravvento sull’entusiasmo e sulla partecipazione gioiosa e disinteressata. Nello sport, come nella vita, è importante lottare per il risultato, ma giocare bene e con lealtà è ancora più importante! Detto questo passiamo al voto delle società siciliane per la Correnti o per la Savoca.
Il gioco del basket è cosa assai seria, ma può diventare cosa frivola, soggetta ai capricci della sorte, del caso. il basket è a priori semplice, chiaro, ma è difficile da capire bene, e quindi bene spiegare, sino in fondo. Dovrebbe essere allegro, divertente, ma spesso è sfogatoio di violenza – basterebbe leggere i comunicati del giudice sportivo per ritrovare quasi sempre le stesse società coinvolte o i medesimi tesserati (!), o è tragedia, come nella vicenda, ancora non chiarita dalla magistratura, in cui ha perso la vita Haitem Fathallah.
Lo sport dovrebbe essere eguaglianza, ma spesso sprigiona razzismo, becero e violenza.
In questi mesi ho letto più di un comunicato che le due aspiranti alla carica di presidente si sono scambiate sui social o sui blog: accuse, polemiche, puntualizzazioni, verità di parte. Non è stato un bello spettacolo perché a rimetterci è stato solo il movimento sportivo. Una guerra inutile e dannosa, a nostro parere che come in tutte le guerre ha causato dolori e sconfitte: quando le persone lottano per creare una società più giusta e trasparente, collaborano, non si tirano le pietre e si fanno i dispetti. Per carità: le parole ripartenza, rinnovo, etica, merito ricorrono spesso tra le righe dei loro progetti, ma il più delle volte è – se ci passate l’esempio – la coda della ruota posteriore di una bici da adulto. Appartiene al proprio interesse, al proprio spazio, ai loro rispettivi amici di cordata. E tutti gli altri? Chi tutela chi non la pensa come loro?
Il basket che dovrebbe far trionfare l’etica lo vedo piccolo piccolo quasi un clone di un pupazzo. E quanti vorrebbero il rispetto delle regole, dell’etica, del merito, della sportività, con le mani sugli occhi, terrorizzati dalla disinvoltura con cui la cosidetta Sicilia sportiva sfreccia nel traffico della burocrazia pelosa. Insomma sport, anzi basket giocato, passivo che più passivo non si può.
Nell’Isola degli steccati bianchi dei nostri federali – pochi fanno caso se lo sport è un’attività umana di grande valore, capace di arricchire la vita delle persone, potremmo citare moltissimi esempi di cattiva gestione sportiva nella città di Messina – non ci sono quasi palloni rotondi, il più delle volte la palla è un mezzo per farsi “campare” – senza fornire un servizio all’altezza – dai genitori dei ragazzini, ma non è, a dispetto dell’immagine di sport muscolare, una prova di forza, bensì un simbolo di tenera e ingenua fiducia che soccombe contro un atto di sopraffazione.
Così, chi legge qualche nostra riflessione pubblicata in questi anni, un po’ se la prende con l’ingenuo ottimismo di questo direttore – tesserato, prova tenerezza e un po’ di rabbia, immedesimandosi un poco per tutte le volte che nella vita anche a lui è capitato di farsi tradire due volte dalla stessa persona, sentendo salire quella vocetta dentro: Se uno ti inganna una volta è colpa sua, ma se ti inganna due volte è colpa tua. E’ vero: qualche volta abbiamo dato fiducia a persone che non lo meritavano che una volta raggiunto lo scopo ci hanno pugnalato alle spalle. Però non ci arrendiamo, abbiamo fiducia nello sport e nella possibilità che le persone diventino migliori.
IMG Press non molla mai e sarebbe bello che quelli che hanno a cuore l’etica nel basket si comportino alla stessa maniera.
Il 23 gennaio si torna alle urne, al di là di chi vince, sarebbe utile per la crescita del movimento siciliano che dal giorno dopo si lavori (con sincerità e onestà) alla partecipazione. Che tutti si impegnino coralmente ad aiutare il Movimento Sicilia a mostrarsi all’altezza del fatto suo.
La sfida che attende Maria Cristina Correnti e Cinzia Savoca è quella di mantenere la genuinità dello sport non di fomentare vendette e punizioni. Magari tenendo bene in mente il motto olimpico: Citius, Altius, Fortius – Communiter, che significa “Più veloce, più in alto, più forte – insieme“.
In effetti l’unico discorso serio sul basket.