Le nuove elezioni per il rinnovo delle cariche del Comitato Regionale Sicilia avranno luogo entro la fine del mese di gennaio 2022. Molti amanti del basket vivono in Sicilia. Qualcuno famoso, qualcuno un po’ meno. In questo ultimo anno di Commissariamento del Comitato regionale ne abbiamo lette di cose belle…
Abbiamo letto di premiazioni, eroi, testimonial (più o meno credibili), vincitori e vinti. Tutti pronti a spiegare come vedono e vorrebbero il movimento della pallacanestro. Mi sembrava fosse più utile chiedere agli appassionati, contando sulla loro sensibilità, se non sulla preveggenza. Qualcosa sta cambiando o viviamo ancora nell’anonimato dei quattro amici al bar dello sport? Poi mi sono detto, con un pizzico di rassegnazione, che mi sembra normale che nessuno chieda il pensiero degli appassionati, delle persone sportive sul serio.
Siamo persone poco pubbliche, poco presenti nella cultura ormai solo televisiva, varietà e canzonette. Eppure viviamo da uomini della strada, immersi nella realtà. Io tifo per uno sport etico, con regole dove il merito decide chi vince o perde e non un presidente solo al comando. Nello sport che amo la democrazia è sovrana e non c’è posto per coloro che usano metodi da dittatore da repubblica delle banane né per i violenti o i venditori di fumo. E’ così complicato far passare queste norme per il bene del basket siciliano? Non capisco perché debba essere eletto come presidente uno che non ascolta i problemi delle società e usa il potere per fini personali: qualcuno mi aiuti. Eppure, nonostante i buoni propositi, durante le varie tornate elettorali, la Sicilia del basket vive stagioni disastrose, con lotte intestine e zero democrazia: al grido chi non è con me è contro di me!
Così non si va da nessuna parte e soprattutto si allontanano i ragazzi dalle palestre per non parlare dei possibili investimenti da parte degli imprenditori. Giro molto a piedi e vedo un’umanità di cui non si tiene conto, ma che è il vero tessuto del movimento sportivo. Gli appassionati, per l’appunto. Sono persone da rivalutare e ascoltare per non rimanere da soli a giocarsi il trofeo della Peppina. Il prossimo presidente del Comitato siciliano dovrebbe ripartire da loro, dagli amanti del basket puro: sport bellissimo da vedere e praticare dove i violenti non sono ammessi, neppure come spettatori paganti!
Una volta si diceva: guai a finire sul giornale. Adesso guai a non finire sul giornale, meglio ancora in tv, anche a raccontare le proprie furbate su come si è fregato l’avversario o di quella volta che la rissa negli spogliatoi ha avuto un finale da ring. E se qualcuno ci lascia le penne? Chissenefrega, il cinico di turno finisce sui giornali per farsi bello mentre una famiglia piange per i dolore. E’ terribile questa ricerca di vita pubblica, senza alternative. In Sicilia c’è una distanza enorme fra chi sta bene e chi fa fatica, cioè quasi tutti. Dopo anni di euforia drogata c’è una situazione di straordinaria vaghezza. Abbiamo meno sicurezze. C’è più diffidenza che fiducia. E in queste condizioni, lo dico con tristezza, i fanfaroni crescono.
Questo modo di gestire lo sport io non l’ho mai amato: è una politica sportiva che non vuole farsi amare. E’ anonima, utile al raccoglimento di consensi per i quattro amici del capoccia di turno, mentre il resto del movimento patisce gli umori del potere e così la qualità del basket s’abbassa dappertutto. Prima del prossimo voto di gennaio sarebbe auspicabile un bell’esame di coscienza che dia il via a un’operazione di riesame critico. Denunciare il male e combatterlo è un segno di grande vitalità. Per il futuro, mi auguro solo che la Sicilia del basket torni quella che era: una terra che ha accolto tutti, senza distinzioni e ha donato uomini di valore all’Italia sportiva.