La Federazione pallacanestro organizza tante lodevoli iniziative, obbligando allenatori e dirigenti a partecipare, perché non parlarne anche qui a Messina? Ne avremmo di cose da analizzare. Epperò tutti in silenzio. Etica, rispetto, pulizia, trasparenza, sport… Non una colonizzazione, ma una via per valorizzare un patrimonio enorme.
Sono stato giocatore, allenatore, voce fuori dal coro, processato e condannato per una inchiesta giornalistica pubblicata nel giornale che dirigo. Ho rispettato le regole che il mio ordine professionale sbandiera come sacri principi del giornalismo. Ma a quanto pare non basta per essere innocenti. Ho denunciato delle cose poche etiche che con lo sport non hanno nulla a che vedere: sono per questo un mostro?
Credo di interpretare il pensiero di molti che al contrario di me non hanno il coraggio di uscire allo scoperto perché facendolo resterebbero fuori dal circo. Non a caso, di nascosto, molti mi hanno espresso vicinanza e solidarietà, salvo poi, in pubblico, far finta di nulla. Questo mi dà la consapevolezza che non sono un codardo né un leccaculo: solo le persone vere hanno la forza di compiere le scelte più difficili e coraggiose. Solo l’educazione e il rispetto della verità può riuscire a oltrepassare le ipocrisie e i luoghi comuni. Ho imparato, sulla mia pelle che, non solo nello sport, chi si permette di criticare le persone vere lo fa in nome del familismo amorale, che è il vero cancro di questo Paese, dove qualche genitore considera i figli un prolungamento del proprio ego e li difende contro tutto e tutti, tranne che da se stessi. Scambia l’orgoglio di sangue per amore e pensa che proteggere un figlio consiste nel prendere le sue difese sempre e comunque.
Ma così nega l’evidenza e rimuove e giustifica i problemi, scaricandoli sulle istituzioni, sulle altre persone, sui rivali di gioco, nel caso dello sport. Ma se ci sono delle problematiche comportamentali, state tranquilli, puntualmente si manifesteranno nella vita di tutti i giorni.
Non mi considero migliore di altri ma solo uno che ha avuto sempre il coraggio di fare scelte difficili. Al buonismo di facciata, all’ipocrisia di palazzo, ho sempre preferito la sincerità e l’onestà. Anche se questo non paga. Perché il merito, l’etica, la sportività non possono essere recintate in uno slogan durante la presentazione di un progetto, di una campagna elettorale. Ed è questa la verità amara che nessuno racconta. Scrivere o leggere serve per crescere non per ottenere vantaggi personali a scapito di altri.
Io non cambierò mai la mia anima anche se sfidare i pregiudizi dei sepolcri imbiancati significa essere un caso, un fascicolo, un nemico.