Che il clima nel gruppo arbitri, della massima serie di pallacanestro, non sia dei più sereni lo si sapeva ma ci sembra che si stia andando oltre ogni limite.
Bisogna fare chiarezza e se il presidente della Fip, Gianni Petrucci, non riesce a tenere in pugno la situazione, è giusto che lo faccia il Coni. Perché è un segno dei tempi l’esigenza di una politica trasparente, onesta, rigorosa. Nella vita di tutti i giorni come nello sport: quell’esigenza sempre più sentita nella società italiana di pulizia e di cambiamento e soprattutto l’urgenza di un forte impegno etico per un reale rinnovamento attraverso trasparenza, onestà e rigore. Poi può accadere, come nel nostro caso, che vengano a galla certe storielle, in bilico tra la macchietta e il folclore, ma qualche volta si spingono più in là e magari succede il pasticcio.
Se gestisci una federazione, un campionato, tutto ciò non te lo puoi permettere. Ne vale della credibilità del Sistema basket, dei tesserati dello stesso mondo arbitrale. Di storielle come queste ne circolano a iosa nei palazzetti: quelle società vincono perché compiacciono i potenti, li blandiscono e ne vengono ricambiati con informazioni, notizie, piccoli o grandi favori.
In questo modo si costruiscono carriere o più semplicemente si fanno vacanze in Italia o all’estero, e non a caso si aggiunge che l’ambiente più sensibile al sottobosco pare essere quello arbitrale. Noi pretendiamo chiarezza, trasparenza, etica: da chi comanda e da coloro che fischiano le partite che poi generano purtroppo spesso interessi illeciti (scommesse!).
Perché diciamo tutto ciò?
Da persone libere e senza vincoli di interesse personale ci aspettiamo che i comportamenti dei tesserati del Comitato italiano arbitri siano improntati alla correttezza alla lealtà nella vita sportiva come in quella sociale e che il collante tra questi due principi allo stesso tempo ne costituisca il principio fondamentale del “fair play” quale valore da applicare non solamente sui campi di gioco ma a cui riferirsi come stile di vita, attraverso il rifiuto dell’inganno e delle astuzie finalizzate al perseguimento di vantaggi e/o profitti.
Che il nostro approfondimento del 17-Ottobre u.s. dal titolo “Basket & polemiche: Presidente Stefano Tedeschi che fine ha fatto la questione etica?” https://www.imgpress.it/sport/basket-polemiche-presidente-stefano-tedeschi-che-fine-ha-fatto-la-questione-etica/, abbia scosso l’ambiente profondamente ne avevamo avuto contezza dai tanti feedback ricevuti ma che si potesse oltrepassare il limite della decenza non lo credevamo. In questi giorni alla redazione sono pervenute della lettere che riguardano i signori Carmelo Paternicò e Guerrino Cerebuch riferite alle note vicende di cui anche noi ci siamo occupati.
Da chi riveste una pubblica funzione è legittimo attendersi atteggiamenti di specchiata correttezza e di coerente onestà. La bussola dell’impegno deve essere per tutti il bene comune, perseguito nel pieno rispetto della legalità. Competenze ed efficienza, da una parte, responsabilità e rigore, dall’altra, sono gli ingredienti di un servizio politico-amministrativo degno di questo nome. E non pensiamo che lo sport e gli uomini di sport possono comportarsi diversamente.
E’ questa nostra riflessione è un gesto di solidarietà, in un certo senso, nei confronti di Carmelo Paternicò e Guerrino Cerebuch: visto che si sono concesse ultimamente attenuanti anche agli ergastolani – sentenza della Corte Costituzionale sull’illegittimità della presunzione di pericolosità in caso di mancata collaborazione – perché a loro no? Ma il discorso è più vasto, e riguarda il ruolo dell’arbitro.
D’accordo qualcuno è stato beccato nella vicenda baskettopoli, qualcun altro è stato molto chiacchierato, ma l’unica condizione per continuare ad appassionarsi alla pallacanestro, a guardarla in tv, a seguirla sui giornali è credere alla buona fede degli arbitri. Punto e basta. Ecco perché bisogna fare chiarezza. E se non lo fa Petrucci, è giusto che intervenga il Coni.
La linea editoriale si è sempre distinta per non censurare mai nessuna notizia che fosse d’interesse generale tendente a informare su fatti oggettivi di cui la redazione ne ha contezza e riscontro, in questo caso riteniamo, in considerazione del contenuto che se accertato possa avere altre implicazioni, di informare prioritariamente le autorità preposte a svolgere i necessari approfondimenti al fine di riscontrare l’attendibilità di quanto scritto.
Tale decisione in primo luogo vuole tutelare i nostri lettori ai quali desideriamo dare una informazione certa e attendibile.
E allora bisogna gridare l’importanza dell’informazione, del ruolo, forte, così forse capiscono tutti, dalla Federazione italiana pallacanestro al Comitato italiano arbitri.