Sono tutti del circolo Aniene …… c’è una anomalia: se guardate le prime cariche del Coni.
La mitologia parla di un’antica leggenda dove come protagonista vi è Catillo, un ragazzo originario dell’Arcadia, nell’Antica Grecia, figlio di Anfiarao e padre di Tiburto, Coras e Catillo Jr. (leggendari fondatori di Tivoli assieme al padre): questi rapisce la figlia di Anio, di cui si era invaghito, e la porta con sé su un monte lì vicino. Egli cerca di approfittare di lei, ma interviene il padre della ragazza che, vista la scena, tenta di oltrepassare il fiume per raggiungerla: purtroppo viene trascinato via dalle acque e muore. Catillo e la ragazza, che erano ancora sul monte, vengono attirati da un bagliore: appare loro lo spirito di Anio che porta in salvo la fanciulla e abbandona lo sciagurato sul monte che da lui prese il suo nome. Il suo spirito rimase intrappolato in quel luogo, mentre il fiume viene chiamato Aniene in onore di Anio. (wikipedia)
Probabilmente al sottosegretario Giorgetti è apparso nuovamente il bagliore con lo spirito di Anio per portare in salvo lo sport Italiano.
Le bordate mediatiche tra il sottosegretario Giorgietti, numero due della Lega, e il numero uno del Coni, Malagò, sembrano far rivivere gli anni Ottanta. Precisamente la seconda metà, quando Craxi comandava il Paese e il Coni viveva giorni poco tranquilli. Sì, era un periodo agitato per lo sport italiano. E proprio in quei mesi ci fu pure la magistratura a volerci vedere chiaro sulla gestione del Coni, Tutto iniziò dal fascicolo 17755/84 A, uno dei tanti procedimenti penali di cui si occupava Luciano Infelisi, un magistrato definito dai media dell’epoca, “duro“: la pistola infilata nella cintola, i processi Iri e Sme nel suo curriculum, tante battaglie rimaste famose come quella sulla “tazzina di caffè” e sull’assenteismo. Le cronache raccontano persino che gli spararono, senza prenderlo, sotto il portone di casa.
Il giudice Infelisi, Pm tra i più famosi del tempo, provò a mettere sotto sopra i bilanci delle federazioni sportive, vedere se erano in regola, constatare soprattutto se il Coni espletava la sua istituzionale funzione di controllo. Era il 1985, un’altra epoca, eppure le problematiche sono le stesse: un Governo che vuole controllare il Coni con tanti misteri ancora da chiarire. Ieri Craxi, oggi Giorgetti.
Ma ci sarà l’Infelisi di turno?
Per il momento quello che fa più scalpore è l’occupazione delle alte cariche del comitato olimpico con appartenenti al circolo Aniene – noi ci permettiamo di segnalare che l’attuale CT della nazionale di Calcio Mancini è iscritto al circolo Aniene –. Ma non solo basta fare una visita sul sito https://www.ccaniene.com per leggere nello statuto tra l’altro che possono essere soci del Circolo Canottieri Aniene solo persone di indiscussa probità e onorabilità e che la quota da versare per l’ammissione è un numero a cinque cifre dove il Presidente Onorario è Malago (ma questo era notissimo) dove il Presidente è Roberto Fabbricini, (presidente Coni servizi, a lungo segretario generale del Coni e fresco ex commissario della Figc (che ha nominato Ct Roberto Mancini, anche lui membro del circolo), i vice presidenti del Coni il vicepresidente vicario Franco Chimenti e l’altra vicepresidente, Alessandra Sensini sono entrambi soci del prestigioso circolo, nonché l’attuale segretario generale del Coni. Carlo Mornati e l’ex dg di Coni Servizi, Michele Uva.
Ma se a quel tempo Carraro rilasciava ai giornalisti dichiarazioni del tipo: “Lavoriamo alla luce del sole. Anche la stampa ha contribuito con il suo apporto a fare chiarezza su ogni vicenda…“, oggi le parole di Malagò sono di ben altro tenore. C’è tensione nell’aria. Epperò, come dare torto a Giorgetti quando riferisce che vi è perfetta sovrapposizione tra vertici Coni e uomini Aniene essendo la composizione della struttura dirigenziale del Comitato olimpico legata a doppio filo al circolo in riva al Tevere, uno dei luoghi simbolo del potere politico e imprenditoriale romano.
Per carità non c’è nulla di male se un presidente si circonda nei posti chiave di persone di fiducia – è nella logica delle cose – purtroppo le parole del sottosegretario non si sono fermate alle schermaglie ma sono andate in profondità alla credibilità del movimento sportivo italiano Giorgetti ha aggiunto «In Italia abbiamo la necessità di dirigenti sportivi, anche all’interno delle federazioni. È un grande buco nero» Ma perché tutto questo chiasso?
Ma la dichiarazione più pesante è stata quella di equiparare la classe dirigenziale sportiva con quella politica di quarant’anni fa difatti dichiara il ministro “Perché non mi dite che negli ultimi 40 anni al Coni ci sono stati tutti angioletti e nella politica invece solo i cattivi: è una favoletta a cui non credo”. Che vuol dire che Franco Carraro (1978 – 1987) Arrigo Gattai (1987 – 1993) Mario Pescante (1993 – 1998) Gianni Petrucci (1999 – 2013) Giovanni Malagò (dal 2013) sono i vari Andreotti, Craxi, Cossiga, Occhetto, Prodi, Berlusconi…?
Quante domande senza risposta: sta chiudendosi una settimana di politica – sport sgradevole, e sotto molti aspetti paradossale. Non siamo in grado, al momento, di dirvi se Giorgetti e Malagò abbiano torto o ragione. Stando ai fatti hanno però usato un modo abbastanza curioso per gestire argomenti delicati e, comunque giornalisticamente importanti. Certo ci stupisce che ancora un Pm non abbia aperto un fascicolo: cosa sia auspicabile secondo giustizia è ormai quasi impossibile dirlo.
Ciuff…e…Tino