La gara contro il Genoa doveva essere uno spartiacque rispetto al disastroso inizio di campionato, con una classifica che vede la Roma in una grigia posizione di metà classifica. In qualche modo cosi è stato, con un rocambolesco 3 a 2 la Roma riesce a superare il Genoa.
Ma a più riprese è sembrata la gara che poteva sancire l’addio dei sogni europei per i giallorossi.
Partita difficile, oltre che per la portata dell’avversario, per la contestazione dei tifosi: solo Zaniolo e De Rossisi salvano dai fischi che i tifosiriservano all’11 titolaredurante l’annuncio dello speaker, fischi che continuano durante l’ingresso in campo della squadra.
Di Francesco mette in campo un tridente leggero con Under falso nueve affiancato da Kluivert e Zaniolo, relegato in panchina Schick, solita coppia di centrocampo formata da Cristante e N’Zonzi, con ai lati Florenzi e Kolarov, difesa a tre formata da Manolas, Fazio e Juan Jesus.
Prandelli invece schiera l’11 titolare, con l’unica assenza di Criscito per squalifica, sostituito da Biraschi.
Primo quarto d’ora che vede il Genoa padrone delle fasce, e che crea due occasioni con le incursioni di Bessa, in qualche modo disinnescate dalla retroguardia giallorossa.
Ma al 17’ Hiljemark calcia dalla trequarti, il tiro è forte ma centrale, il pallone passa però sotto le gambe di Olsen, che prova a recuperare la palla che sta lentamente entrando in porta, ma Piatek è lestissimoe con una zampata insacca in rete: Genoa in vantaggio e Roma con una situazione psicologica ancora più complicata.
La reazione giallorossa è nei piedi Fazio, che dopo un batti e ribatti in area conclude in porta, ma la palla prende solo l’esterno della rete, dando solo l’illusione del gol.
Ma è proprio Fazio, uno dei più criticati in questo inizio campionato, che al 31’ trova,con una conclusione da dentro l’area, la rete che riporta la gara in parità.
Pareggio che però dura appena un minuto, perché su calcio d’angolo, Florenzi perde la marcatura su Hiljemark che, da dentro l’area piccola conclude in rete, portando il Genoa nuovamente avanti.
La prima frazione di gioco sembra lentamente concludersi con il vantaggio del Genoa, il primo tempo è pirotecnico e sul finire di primo tempo,con un’azione da manuale del calcio, la Roma trova per la seconda volta il pari: Zaniolo con un velo libera la fascia destra a Kluivert, che palla al piede dalla trequarti, entra in area ed incrocia benissimo, battendo Radu.
L’inizio di secondo tempo fa correre qualche brivido lungo le schiene dei 29000 presenti allo stadio:la notte da incubo di Robin Olsen non è ancora finita, la conclusione dal limite dell’area di Lazovic, debole e centrale,passa nuovamente sotto l’estremo difensore giallorosso. A salvare la Roma questa volta ci pensa però il Var, che annulla tutto per una posizione di fuorigioco ad inizio azione di Piatek.
Il gol poteva tagliare definitivamente le gambe alla squadra di Di Francesco, invece ha dato nuova linfa ai giallorossi, che più di rabbia che tattica o qualità, trovano il vantaggio al 59’: bel triangolo tra Cristante e Under, l’ex atalantino riceve e scaglia con tutta la rabbia maturata durante la gara una gran conclusione di collo esterno che, pur essendo centrale, non lascia scampo a Radu.
Il Genoa per la prima volta durante la gara si ritrova in svantaggio, ma è la Roma ad avere l’occasione per chiudere la gara: all’83’ bella conclusione di Kolarov, ma Radu riesce a deviare ma sulla respinta si avventa Cristante che da pochi passi prende il palo esterno.
Gli ultimi minuti emerge la debolezza mentale della Roma, che si impaurisce e si fa schiacciare nel proprio centrocampo dal Genoa.
All’ 89’ Pandev triangola bene con Lazovic, ma sua conclusione è alta.
I rossoblu non mollano e in pieno recupero Lazovic pennella un cross sulla testa di Pandev, ma Florenzi lo spinge con entrambe le mani: sarebbe rigore netto per il genoa, ma ne Di Bello né il var vedono.
La Roma torna alla vittoria e riaggancia la zona europea, nella speranza di una solidità mentale che potrà arrivare solo con i risultati, al Genoa resta il rammarico di aver gettato una partita per la poca cattiveria nel gestire le situazioni.
Claudio Andò