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di Roberto Malini
Certe vittorie non sono solo numeri, non sono solo statistiche. Sono emblemi, epiche imprese che travalicano lo sport e diventano testimonianza delle più nobili qualità umane, che si basa su una fede incrollabile e sul coraggio. Il 23 febbraio 2025, sulle nevi del Sestriere, Mikaela Shiffrin ha riscritto la storia, vincendo la sua centesima gara in Coppa del Mondo. Il traguardo non è solo sportivo, perché è il segno tangibile della resilienza, della volontà incrollabile di una campionessa che ha saputo risorgere dalle proprie ceneri.
Alla fine di novembre 2024, durante la gara di Killington, un terribile incidente aveva messo a rischio la carriera di Shiffrin. L’infortunio l’aveva costretta a due mesi di stop, mesi di dolore e di dubbi, di allenamenti lenti e frustranti, ma soprattutto di un ostacolo invisibile e ben più temibile: la paura. Ogni volta che metteva gli sci, il ricordo di quella caduta si faceva strada nella sua mente. La sicurezza che l’aveva sempre contraddistinta sembrava svanita, lasciando spazio all’incertezza.
Molti esperti erano ormai convinti che Mikaela non sarebbe più tornata la stessa e che la sua carriera si sarebbe fermata a 99 vittorie, un numero impressionante ma incompleto. Le voci di un possibile ritiro si rincorrevano, alimentate dai risultati opachi nelle prime gare del rientro. Solo 24 ore prima dello storico successo, nel gigante del Sestriere, si era classificata 33esima, tra le lacrime e lo sconforto.
Ma i grandi campioni, i grandi esseri umani non conoscono la resa. Mikaela Shiffrin ha ritrovato dentro di sé la scintilla che l’aveva resa unica, quel fuoco che trasforma il talento in leggenda. E così, nello slalom speciale del Sestriere, ha sciato come se fosse tornata la ragazzina che sognava di vincere in Coppa del Mondo. Non ha pensato alla paura, agli errori, al peso della storia. Ha sciato libera, lasciando che il corpo rispondesse agli anni di allenamenti e sacrifici.
Quando ha tagliato il traguardo, il tabellone parlava chiaro: era prima, con un vantaggio netto sulle avversarie. Il pubblico ha trattenuto il respiro per un istante, poi un boato ha salutato l’impresa. Mikaela si è lasciata cadere nella neve, sopraffatta dall’emozione. La sua centesima vittoria non era solo un record: era la dimostrazione che nulla è impossibile per chi trova dentro di sé la forza di rialzarsi.
Sul podio, tra le lacrime, Shiffrin ha raccontato il suo viaggio: “È stato difficile riprendere il ritmo della competizione, allenarmi nonostante l’infortunio e confrontarmi con queste sciatrici così forti e veloci. Più volte mi sono chiesta se avessi preso la decisione giusta tornando a gareggiare… Ma oggi ho fatto qualcosa di buono”.
A 30 anni, con un palmarès che nessuno aveva mai raggiunto prima, Mikaela sa che il futuro è ancora da scrivere. Ma oggi vuole solo godersi questo momento, questo piccolo frammento di eternità che resterà per sempre nella storia dello sport.
Oltre le vittorie, oltre le medaglie, quello che Shiffrin ha dimostrato con la sua impresa è un messaggio universale: la sconfitta, l’infortunio sono parte della vita di una persona, ma quello che è realmente importante è la sua capacità di superarne la frustrazione, di ignorare la paura e ricominciare senza ridurre la portata degli obiettivi. Il suo trionfo al Sestriere non è solo un successo personale, ma un simbolo della determinazione umana, un esempio per chiunque lotti contro le proprie paure e insicurezze. La sua storia ci insegna che anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre una possibilità di riscatto. Basta crederci. Al termine della sua centesima affermazione, confesso di aver avuto gli occhi lucidi. Magnifica Mikaela, magnifica potenzialità dell’umanità intera, se sarà capace di superare la propria debolezza e risorgere sempre.
Nella foto (fonte: Wikipedia), Mikaela Shiffrin