Svimez, Uisp, Sport e Salute hanno presentato il Rapporto sull’offerta di impianti e servizi sportivi nelle regioni italiane.
In Italia 6 scuole su 10 non hanno una palestra, il 60% degli impianti risale agli anni ’80. Un impianto su cinque non è fruibile da persone con disabilità…
Una carenza di impianti sportivi nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord, una riconferma sulla correlazione tra i livelli di sedentarietà nelle regioni italiane e il numero di impianti sportivi pro-capite e del suo impatto sociale ed economico sul sistema sanitario nazionale, un’accessibilità agli impianti che risulta purtroppo ancora limitata per le persone con disabilità, la predominanza di strutture di dimensioni contenute e di proprietà pubbliche, un divario ampio tra alunni e studenti del Nord con quelli del Mezzogiorno che frequentano scuole la cui stragrande maggioranza è priva di palestra.
È quanto è emerso dalla ricerca condotta dalla Svimez e dalla Uisp, con la collaborazione di Sport e Salute presentata questa mattina a Roma nella sala WeSportUp al Foro italico, dove sono intervenuti il presidente di Sport e Salute Spa Marco Mezzaroma, il presidente della Uisp Tiziano Pesce, il direttore della Svimez Luca Bianchi, il presidente dell’Istituto di Credito Sportivo, Beniamino Quintieri e la curatrice della ricerca Serena Affuso (ricerca realizzata insieme a Gaetano Vecchione).
Una fotografia quella presentata oggi, la prima dopo lo shock pandemico che ha investito in maniera significativa il settore nell’ultimo triennio, sull’offerta degli impianti e dei servizi sportivi nelle regioni italiane, rappresentando il punto di vista specifico e aggiornato degli operatori: gestori e proprietari di impianti sportivi, attraverso una survey e tre sessioni di focus group.
”Siamo felici di aver contribuito a questa ricerca – dice Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute – Questa iniziativa fa parte di una più generale di cui siamo stati investiti dal Governo e dal ministro per lo Sport per aggiornare il censimento del 2020 degli impianti sportivi. Abbiamo censito più di 77mila impianti, stiamo aggiornando la ricerca con un focus particolare su quelli dismessi e non ultimati, partendo da Caivano, il progetto di ristrutturazione, anche sociale, che investe più in generale il Parco Verde. Quella dell’impiantistica sportiva è la madre di tutte le questioni; c’è carenza di impianti nelle scuole e c’è un grande divario tra Nord e Sud. Quello che dobbiamo fare tutti insieme, che è la missione di Sport e Salute, è risolvere questo problema”.
“Occorre che le politiche pubbliche intervengano per correggere gli squilibri tra Nord e Sud e per garantire diritti uguali per tutti i cittadini – ha detto Tiziano Pesce, presidente nazionale Uisp – Lo sport è un indicatore di benessere, di coesione sociale, di partecipazione. Per arrivare a considerare lo sport come vero diritto di cittadinanza, di rango costituzionale, c’è bisogno di scelte politiche nuove. Il Rapporto che presentiamo ci indica chiaramente la strada: passare da una concezione di welfare di protezione ad una idea nuova di welfare di promozione, di sviluppo, di innovazione. In questo senso lo sport, in quanto impianti e servizi, oggetto del Rapporto, è anche occasione di lavoro per gestori, operatori, organizzatori, istruttori”.
Per il direttore della Svimez, Luca Bianchi, “Dobbiamo evitare che anche lo sport diventi elemento di disuguaglianza, mentre rimane fondamentale per la sua funzione sociale ed educativa. Lo sport è anche un pezzo della strategia sanitaria italiana, perché dove si fa più sport c’è una salute migliore. La frammentazione dell’offerta è molto forte tra i territori, oltreché tra nord e sud. L’investimento sugli impianti e sui servizi sportivi è parte delle politiche di sviluppo del Paese: servono risorse per costruire nuovi impianti, ma anche per garantirne la gestione. L’accesso allo sport deve diventare un diritto garantito come Lep-Livelli essenziali delle prestazioni. È necessaria poi una assistenza tecnica per i comuni che devono realizzare i progetti, seguendo il criterio del fabbisogno e non solo della capacità di vincere i bandi. Infine, un plauso per le società sportive, che tra molte difficoltà si rivelano attori sociali fondamentali sul territorio”.
“Come emerso dal Rapporto Uisp, Sport e Salute, Svimez gli Enti locali sono proprietari del 63% degli impianti sportivi del Paese e sono i primi a necessitare del supporto finanziario per favorire la riqualificazione e l’ammodernamento degli stessi – dice presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, Beniamino Quintieri – ICS, banca pubblica leader nel finanziamento dell’impiantistica sportiva, ricopre un ruolo centrale grazie ai suoi finanziamenti agevolati con tasso di interesse completamente abbattuto rivolti agli Enti locali, in un periodo caratterizzato dalla crescita vertiginosa dei tassi di interesse sui mutui. ICS fornisce un fondamentale sostegno economico non solo alle Amministrazioni locali ma anche alle Federazioni Sportive, agli Enti di Promozione e a tutto il mondo associativo delle ASD e SSD, che rappresentano la spina dorsale del mondo dello sport e della promozione sportiva”.