Vedi giocare l’Atalanta a Napoli e – come accade spesso – rimani a bocca aperta. Strabiliato dalla qualità del gioco di squadra, dal mutuo soccorso tra reparti, dalla fluidità delle azioni, dal gioco che celebra la festa di una squadra. Nessuno escluso.
E poi leggi la notizia: e pensi che, in fondo, può essere stato un chiaro tributo, semplice, genuino. Un ringraziamento lungo una vita a Fermo, Mino, Favini, uno che ha fatto le fortune del settore giovanile di quella che, a mio modestissimo parere, E’ LA VERA CAPITALE del calcio: Bergamo.
Il settore giovanile della Dea, che se in nerazzurro si fossero fermati quelli che da lì sono passati… altro che Juventus!
E’ bello dire di un educatore applicato al calcio. Un educatore. E’ bello leggere il garbo che i suoi allievi gli riservano nell’ora estrema.
No, come è ormai una caratteristica dei giornali “cosiddetti” sportivi, non leggerete di lui in prima pagina.
Ma Fermo, Mino, Favini – al contrario – meriterebbe il titolo di apertura de La Gazzetta dello Sport, e di tutti gli altri. Lo scriviamo con un semplicissimo gesto che si fa di fronte a chi ha lasciato questa terra, il più semplice dei gesti di saluto, di riconoscenza, di commiato.
Ci togliamo il cappello.
Diego Costa