Roma, analizziamo la sfida con il Sassuolo

Il giorno dopo la sfida con il Sassuolo. La Roma gira bene per oltre un’ora. Il gioco verticale, vero mantra di Fonseca, annichilisce il Sassuolo che in appena 20 minuti soccombe, sotto di tre gol.

Ogni azione parte da Veretout, che non si limita al passaggino, ma cerca sempre la palla verticale, per quantità applicata alla qualità, ricorda Pizarro. In estate Fonseca lo ha fortissimamente voluto, ieri gli ha affidato le chiavi del centrocampo, con ottimi risultati.

Pellegrini è il motore onnipresente della Roma: entra in tutte le azioni importanti dei giallorossi, rifornisce un quantitativo spropositato di palloni agli attaccanti.

Le fasce sono consumate dal continuo macinare del campo degli esterni, difensivi ed offensivi, che attaccano, creano spazi, si sovrappongono e soprattutto mettono molti palloni in mezzo, per un Dzeko, ariete vero, che ha la sfortuna di fermarsi solo ad una rete, grazie ad uno strepitoso Consigli, tra i migliori del Sassuolo, a dispetto di quello che potrebbe far pensare il risultato.

 

Pau Lopez 6 – Nel primo tempo è salvato dal palo. Nella seconda frazione di gioco la traversa è beffarda e la punizione carambola in rete. Incolpevole anche sul secondo gol. Compie un bell’intervento su Berardi, impedendo all’emiliano la seconda tripletta di fila. Sicuro nelle uscite. Sereno.

Florenzi 6.5 – Percorre la fascia destra un’infinità di volte, crossa tanti palloni in mezzo e si sovrappone bene con Kluivert, mandando in seria difficoltà Marlon. Difensivamente ha pochi grattacapi. Ha il merito di deviare sul palo la conclusione di Defrel che sarebbe valsa il pareggio. Soldatino.

Fazio 5 – Perennemente in ritardo. In una giornata in cui tutta la squadra gira bene, lui sembra un corpo estraneo. Non riesce ad arginare la spinta, seppur tenue del tridente neroverde. Quando nel secondo tempo il Sassuolo cresce, il brasiliano si eclissa totalmente, lasciando campo libero alle scorribande di Berardi e co. Lento.

Mancini 6 – A Bergamo era conosciuto come difensore con il vizio del gol, questa volta il legno impedisce la prima rete con la maglia giallorossa. Sicuro nel primo tempo, nella seconda frazione si gioco annaspa negli scambi del tridente emiliano. Mette una pezza gli errori del compagno di reparto.

Kolarov 7 – Il Var gli toglie il rigore che poteva valere il terzo gol in tre giornate. Si consola mettendo nei piedi un pallone con su scritto spingimi a Dzeko, che vale l’ 1 a 0. È particolarmente ispirato ed oltre ad i soliti palloni in mezzo con i giri contati, si spinge in sgaloppate sulla fascia che spostano la lancetta indietro di almeno 5 anni. Si cerca e si trova puntualmente con Mkhitaryan , quasi i due giocassero insieme da anni. Uragano.

Cristante 6.5 – Il suo gol sblocca la gara, poi si limita ad essere uomo ombra, sempre al posto giusto al momento giusto. Veretout accanto gli permette di essere più libero nelle incursioni e nel fraseggio. Silenzioso.

Veretout 6.5 – Arrivato a Roma dopo una chiamata di Fonseca, l’ex viola è il regista che a Roma non si vedeva da tempo. Il suo non è un palleggio sterile , ma una continua ricerca di verticalizzazioni che mandano in panne gli emiliani. Qualità e quantità su cui costruire la squadra. Grintoso.

Pellegrini 7.5 – Entra in ogni azione della Roma, serve tre assist, tutti di pregevole fattura. Il palo gli nega la gioia del gol. Il 7 giallorosso entra prepotentemente nella trequarti giallorossa e sarà difficile da scalzare. Motore.

Mkhitaryan 7 – Segna all’esordio in Serie A, prima volta per un armeno. L’ex Dortumnd, United e Arsenal, mostra la sua bravura, necessaria per far fare il salto di qualità alla Roma. Dimostra un’ottima intesa con Kolarov. Classe pura.

Kluivert 7 – È giovane ed ha la gamba adatta alla corsa. Spacca a più riprese la difesa del Sassuolo. Imbeccato da Pellegrini, galoppa per tutto il campo per poi superare Consigli. Ogni tanto si specchia abbandonando la concretezza. Ha solo 20 anni, il tempo è dalla sua parte. Frenetico.

Dzeko 7.5 – Il gol è la cosa meno importante che fa nei 90′. Fa salire la squadra, difende il pallone, dialoga con i compagni. Poi c’è il lavoro da attaccante vero: segna, colpisce una traversa, viene fermato due volte da Consigli. Poche sono in Europa le prime punte con queste capacità. Campione.

Zaniolo 6.5 – Resta fuori a sorpresa, ma entra bene in gara, mettendo in mezzo tanti palloni importanti, tra cui uno divorato clamorosamente da Pastore. Vivace

Pastore 5 – Entra tra i fischi dell’Olimpico, appare fuori forma e si sbaglia un gol già fatto. Malinconico.

Spinazzola 6 – Fonseca gli regala minuti da mettere nelle gambe. Provato a sinistra, si candida come alternativa per far rifiatare Kolarov, sarà prezioso per affrontare un campionato lungo e tortuoso. Si limita al compitino, ci sarà tempo per l’esplosività che ha fatto vedere in passato. Obbediente.

Fonseca 7 – La squadra assimila la sua filosofia, il gioco è esuberante, è continua ricerca del gioco verticale. Controaltare? La difesa mostra buchi profondi: 6 gol in 3 partite sono troppi. La strada tracciata è buona, con le giuste correzioni la Roma potrà essere assoluta protagonista del campionato.

Claudio Andò