L’improvvisa chiusura di buona parte degli impianti sportivi della città, a cominciare dalle palestre e dai palazzetti dello sport, ha sollevato una giustificata preoccupazione nel mondo dello sport messinese.
La decisione di cambiare le serrature delle strutture in cui oramai da giorni era ripresa l’attività sportiva dopo la pausa estiva, ha colto di sorpresa tutte le società, le federazioni e lo stesso CONI Provinciale, non informati in via ufficiale della decisione dell’Amministrazione di volere rivedere la metodologia di gestione degli impianti adottata negli ultimi anni.
A oggi l’attività di molti sodalizi e di centinaia di sportivi è congelata in attesa che le strutture, dopo le verifiche vengano riaperte.
In una riunione, fra i rappresentanti delle federazioni e delle società sportive, che si è tenuta questo pomeriggio nella sede del Coni è emersa l’apprensione per questo stop inatteso ma anche la proposta, in vista della pubblicazione degli annunciati bandi per la gestione degli impianti e di una riapertura che auspichiamo prossima, di un momento di confronto con l’Amministrazione per poter condividere alcune scelte strategiche sull’impiantistica che avranno però ripercussioni significative sulle società , sugli atleti e il loro diritto allo sport.
Chiediamo quindi un incontro urgente tra il Sindaco e l’intero mondo sportivo messinese, per aprire un tavolo di confronto.
CONI POINT MESSINA
La cultura sportiva a Messina è roba da pionieri non solo per la natura dell’uso distorto che certi politicanti fanno dello sport ma anche perché consumo di potere e consumo culturale appartengono a scale diverse di grandezza.
Messina è una città scartata dalle istituzioni: l’attività motoria è a beneficio dei ricchi, le palestre spesso in mano di mercanti di sogni…e di rette. E poi se ci mettiamo pure l’ignoranza di chi gestisce spesso lo sport il quadro clinico è presto fatto.
Il Comune di Messina dopo anni di ignavia ha pensato bene di fare la voce grossa: De Luca è un maestro di sceneggiate napoletane, non dimentichiamoci le foto in mutande, ma prendersela con le società sportive ci sembra un po’ esagerato.
D’accordo ci vogliono le regole per entrare negli impianti ma non ci sembra questo il modo più idoneo per iniziare il dialogo. D’ altra parte serve a niente dire che la politica è brutta, volgare e manipola le coscienze.
La politica esiste, dimostra ogni giorno il suo potere, tanto vale che anche i “professori” come Cateno De Luca e non solo i suoi assessori, imparino a usarla per il suo verso. Sono possibili risposte semplici a domande complicate?
Facendo per comodità un caso estremo, a chi chiede se esistono le regole in politica si può rispondere semplicemente sì o no. Le motivazioni di quel sì o no possono poi riempire innumerevoli volumi e un’intera vita – se basta.
La credibilità di un sindaco e della sua Giunta (per usare il gergo giudiziario) si discute in genere del “dispositivo” della risposta, non della sua “motivazione”.
Spesso la classe dirigente messinese è in difficoltà davanti al mezzo televisivo per ragioni complicate che sono insieme storiche, culturali, linguistiche e sociali. Forse anche psicologiche.
Epperò, raramente assistiamo a interviste con la I maiuscola: i politicanti dello Stretto non sono mai incalzati, messi in difficoltà, e costretti a delle risposte chiare.
Intendiamoci, ci sono e ci sono sempre stati grandi professori di comunicazione, ma la regola è che non si va certo a Palazzo Zanca per litigare. Teniamo tutti famiglia, o no?
Anzi, i cronisti troppo “censori” (come ben ricorda qualche nostro lettore) sono guardati con sospetto dai colleghi. Anche sul tema dello sport vediamo troppe cose strane e tante ombre. Su questo terreno non ci sono distinzioni politiche: i politici democratici la pensano allo stesso modo dei politici reazionari.
Ogni decisione è buona per farsi pubblicità e amicizie importanti. Anche il delegato provinciale del Coni chiede chiarezza: il suo scopo è di cercare di far capire, in modo politicamente congruo, all’assessore allo Sport di Cateno De Luca che c’è il rispetto delle regole e la voglia di farle rispettare se vale la pena di confrontarsi.
Certo non è facile, ma non è nemmeno impossibile. Ma sicuramente non è da gestori dello Sport boicottarlo sol perché si vuol fare la voce grossa: l’autorità è diversa dal potere.
Il potere è, infatti, la capacità di raggiungere alcuni obiettivi. Il potere può essere illegittimo e non giustificato. L’autorità, se è vera, è sempre giustificata e legittima. Chi ha l’autorità ha sempre la possibilità di esercitare il suo potere ma chi ha il potere non sempre ha l’autorità per farlo.