La Spagna dell’italiano Sergio Scariolo è campione del mondo di basket. A Pechino la “Rocha” dominando 95-75 l’argentina di Scola e compagni si laurea campione del mondo. E il coach italiano aggiunge in questo 2019 la medaglia d’oro al trionfo NBA coi Raptors.
Uno squarcio di luce dopo anni di buio. La pallacanestro italiana, sprofondata anno dopo anno in un baratro che sembrava senza fondo, sta faticosamente risalendo la china. I successi all’estero di uomini di sport come Sergio Scariolo o Ettore Messina, autorizzano alla speranza che lentamente si possa uscire dalla crisi. Il sudore del lavoro svolto quotidianamente in palestra consente di ottenere risultati sempre migliori “al pessimismo frutto delle bugie”. I successi ottenuti sul campo senza barare valgono più di tante vittorie frutto di compromessi.
Un capolavoro di Sergio Scariolo che vale l’oro. Un barlume di speranza per noi italiani nonostante le zone d’ombra che hanno caratterizzato il nostro mondiale: ” il quadro della federazione italiana, “desolante“; settore atleti, che dà la sensazione di “rassegnata accettazione” della situazione”. Poi, per fortuna, arriva Scariolo che organizza una nazionale (Spagna) che gestisce magistralmente la finale. Una partita fondata su una grande difesa di sacrificio che fin da subito annichilisce gli argentini portando in trionfo gli spagnoli con un dominio netto per tutta la gara.
Il coach italiano è riuscito a modellare la squadra piano piano in questo mondiali arrivando, anche a un pizzico di buona sorte, alle partite decisive, in perfetta forma fisica e mentale. Scariolo ha superato situazioni difficile regalandosi così una doppietta storica: conquistando, in solo tre mesi, i più importanti trofei della palla a spicchi, campione Nba da assistente dei Raptors e campione del mondo con la Spagna.
A noi tutti ritornano alla mente gli ultimi quattro minuti della gara tra Spagna e Italia che sanciscono l’eliminazione della nostra nazionale e fanno prendere molto considerazione dei propri mezzi agli spagnoli. Sono quei quattro minuti che ci permettono di comprendere le differenze tra i due mondi sportivi, così vicini ma lontanissimi.
In quei quattro minuti si è vista una formazione (l’Italia) disorganizzata priva d’idea che si affida a soluzioni estemporanee di contro aveva una Spagna riflessiva che sapeva di doversi affidare ai suoi giocatori di maggior esperienza che hanno eseguito ciò che il coach chiedeva. Inutile stare a piangere per quello che poteva essere è non è stato con il fallimento della generazione dei Bargnani, Belinelli, Gallinari, Datome, Hacket, Gentile e Melli.
E’ troppo semplice e banale dichiarare che il Presidente (Petrucci) non scende in campo lasciando intendere che le sconfitte sono responsabilità degli atleti di questa generazione, che fa a pugni con quanto questi atleti e anche i tecnici, Scariolo docet, hanno dimostrato al di fuori dal basket italiano essendo determinanti per i successi delle loro squadre.
PARTE DA NOI IL RISCATTO MORALE
Allora non c’è ne voglia nessuno dal presidente Gianni Petrucci, al monumento nazionale Dino Meneghin, da Laguardia a Bertea; da Teofili ad Alabiso, fino allo stesso Renzi, che non è Matteo, ma Valentino: la gestione politica del nostro sistema basket ha generato questo fallimento che, guarda caso, è il decennio dopo l’inchiesta Baskettopoli.
Dalla verifica degli errori sorge la volontà di rinnovarsi e di voltare pagina. La gioia dell’onestà riprende il suo posto!
Il giudizio è della libera stampa che esprime valutazioni, che interpreta, dà consigli, critica, come è diritto e dovere della stampa in un Paese democratico. E così chiediamo al presidente Petrucci:
Qualcuno si è mai chiesto perché in questo decennio Basket city è scomparsa dal basket che conta?
Qualcuno si è mai chiesto perché una famiglia importante che ha investito moltissimo nello sport ha lasciato Treviso al suo destino?
Qualcuno si è mai chiesto perché una città come Roma (la capitale) non riesce a rivincere per lo scudetto o ancora peggio si è autoretrocessa?
Qualcuno si è mai chiesto perché nonostante la tradizione e la forza economica della city milanese non riesce a imporsi in modo continuativo?
Qualcuno si è mai chiesto perché la piccola Siena, con pochissima tradizione, è riuscita nel miracolo “Siena”?
Beh, sono tutti interrogativi che lasciano in molti dubbi è perplessità e provocano cattivi pensieri come quello che, se sei bravo come appunto il caso del nostro eroe Scariolo, per affermarti devi espatriare, o che c’è un sistema diverso rispetto alle nazioni europee.
La magistratura non può e non deve fermarsi mai nella sua opera di giustizia nei confronti di chicchessia.
A noi ritornano in mente le parole del coach campione del mondo (Scariolo) che nelle interviste rilasciate dell’epoca dichiarava “ci vuole un forte segnale di discontinuità e di trasparenza in merito alla gestione degli arbitri nel basket italiano” oppure “arbitraggi strani, reiteratamente strani” Oppure “che il campionato avrebbe tratto beneficio dalla partenza di Simone Pianigiani per il Fenerbahce Istanbul, ripetendo critiche già espresse verso la possibilità che il c.t. della Nazionale possa anche allenare un club nella stessa nazione, come faceva appunto Pianigiani finché allenava la Monte Paschi Siena – mentre Scariolo ha anch’egli un doppio incarico, ma come c.t. della Spagna e allenatore di club a Milano” https://www.ilsussidiario.net/news/calcio-e-altri-sport/basket/2012/10/3/basket-scariolo-e-proli-deferiti-per-dichiarazioni-offensive/326010/
Se poi per risollevarci dichiariamo senza pudore che speriamo nella generazione degli Spagnolo o dei Mannion o dei Moretti o dei Divincenzo possiamo lasciare ogni speranza perché vuol dire aver ammesso il fallimento della nostra pallacanestro in quanto, per formare giocatori, li dobbiamo fare espatriare.
Ci auguriamo, che per aver un nuovo impulso politico/gestionale del basket italico non bisogna bissare l’esperienza di Siena che dopo tanti anni di successi, le inchieste giudiziarie, hanno lasciato la città del Palio senza più basket e le querelle con il vertice dello sport italiano sono più che un’indizio…
Ma come diceva il Divino Giulio “il potere logora chi non c’è l’ha” noi preferiamo invece sostenere “Ha la stessa età di Dante ed è il presidente della Società dantesca romana”.
Auguri dunque a tutti, proprio a tutti. Proprio a ciascuno dei nostri eroi della pallacanestro.
https://www.ilsussidiario.net/news/calcio-e-altri-sport/basket/2012/10/3/basket-scariolo-e-proli-deferiti-per-dichiarazioni-offensive/326010/
BASKET/ Scariolo e Proli deferiti per “dichiarazioni offensive”
Il procuratore federale del basket Alabiso ha deferito Sergio Scariolo e Livio Proli, allenatore e presidente dell’Armani Milano, con l’accusa di aver rilasciato “dichiarazioni offensive”.
Il procuratore federale della Fip ha deferito Livio Proli e Sergio Scariolo, rispettivamente presidente e allenatore della EA7 Emporio Armani Milano, la gloriosa Olimpia, società di riferimento nel panorama della pallacanestro italiana. Questa decisione è stata presa a causa di dichiarazioni rilasciate ai giornali e ad una televisione nello scorso mese di maggio da Proli e Scariolo, e che il procuratore Alabiso ritiene “potenzialmente offensive di altri tesserati e dell’organizzazione federale”. Ora spetterà al Giudice sportivo stabilire se ciò sia vero o no, ed eventualmente squalificare i due esponenti dell’Emporio Armani. Intanto, ricostruiamo le tappe della vicenda.
Nel mirino sono finite le dichiarazioni rilasciate da Proli alla “Gazzetta dello Sport” e al “Corriere della Sera”, mentre Scariolo dovrà rispondere di una intervista televisiva concessa a Rai Sport, tutte quante nel mese di maggio 2012. Il presidente aveva detto al maggior quotidiano sportivo italiano che chiedeva “un forte segnale di discontinuità e di trasparenza” in merito alla gestione degli arbitri nel basket italiano. Al Corriere aveva invece parlato di “arbitraggi strani, reiteratamente strani”. L’allenatore invece aveva detto che il campionato avrebbe tratto beneficio dalla partenza di Simone Pianigiani per il Fenerbahce Istanbul, ripetendo critiche già espresse verso la possibilità che il c.t. della Nazionale possa anche allenare un club nella stessa nazione, come faceva appunto Pianigiani finché allenava la MontePaschi Siena – mentre Scariolo ha anch’egli un doppio incarico, ma come c.t. della Spagna e allenatore di club a Milano. A dire il vero, si tratta di una nuova puntata rispetto a precedenti deferimenti che erano già scattati nei confronti di Proli e Scariolo: il più celebre aveva riguardato le dichiarazioni dell’allenatore a Radio 24 su un basket italiano dove si respirerebbe “aria rancida” (così si espresse dopo l’ultima Coppa Italia). In tutti questi precedenti episodi, comunque, i procedimenti erano sempre finiti con il proscioglimento dei due uomini di Milano. L’ultima audizione di Scariolo in Procura risale a meno di un mese fa – per la precisione al 13 settembre. I rapporti tra Alabiso e l’Olimpia non sono dei migliori: l’Armani ha infatti presentato ricorso contro l’archiviazione dell’esposto milanese relativo alle indagini sugli arbitri e ai dirigenti del settore
Milano non ha condiviso questo atto del procuratore, il cui operato è stato apertamente criticato dagli stessi Proli e Scariolo. Per quanto riguarda invece questo deferimento per le dichiarazioni “offensive”, va comunque segnalate che le pene previste in questo caso sono minime.
Ciuff…e…Tino