Roma – Le persone transgender escluse dalla pratica sportiva sono tante, come dimostrano le numerose richieste di supporto raccolte dalle associazioni. Giovedì 5 novembre a Napoli si terrà la tavola rotonda dal titolo “Sport e persone transgender: nuove sfide e nuovi diritti”. L’incontro è in programma in occasione della proiezione del docufilm “5 nanomoli – Il sogno olimpico di una donna trans” a Napoli, città natale di Valentina Petrillo, protagonista del documentario, e si terrà al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo, Via Concezione a Montecalvario 34, alle 19, prima della proiezione del docufilm che inizierà alle 21.
Il docufilm racconta la storia di Valentina Petrillo, prima atleta transgender italiana a partecipare alle Paralimpiadi, e sarà introdotto dalla regista Elisa Mereghetti e dalla protagonista stessa.
L’iniziativa è promossa dal Centro di Ateneo SInAPSi dell’Università di Napoli Federico II ed è organizzata dall’Uisp (associazione pioniera dell’inclusione delle persone transgender nella pratica sportiva con il tesseramento Alias) in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi della Regione Campania, la Fondazione Genere Identità Cultura ETS e il circolo Antinoo Arcigay di Napoli.
L’incontro sarà moderato da Paolo Valerio, professore onorario di psicologia clinica e presidente onorario del Centro di Ateneo SInAPSi dell’Università di Napoli Federico II; Anna Lisa Amodeo, docente di psicologia clinica, responsabile Sezione Antidiscriminazione del Centro di Ateneo SInAPSi dell’Università di Napoli Federico II; Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp Nazionale.
Interverranno: Carla Casapulla, vicepresidente Uisp Campania; Antonello Sannino, presidente del Circolo Antinoo Arcigay Napoli; Luca De Rose, psicologo psicoterapeuta responsabile della preparazione mentale squadra olimpica Italiana (sezione femminile); Francesco Garzillo, psicologo e psicoterapeuta, componente Comitato Pari Opportunità e Cura delle Relazioni OPRC.
“Abbiamo voluto affrontare insieme questo tema perché sappiamo che la cultura è il primo strumento per abbattere stereotipi e pregiudizi – afferma Paolo Valerio – Purtroppo le persone transgender escluse dalla pratica sportiva sono ancora molte, come ci confermano le associazioni. Il nostro obiettivo è promuovere la costruzione di una società sempre più inclusiva, un termine importante, diverso da integrazione. Quando parliamo di una società inclusiva auspichiamo che la società sia pronta a modificarsi per accogliere una persona con le sue specificità. Quando facciamo riferimento al termine integrazione, richiediamo, invece, alla persona di modificarsi per poter essere accolta”.