È il 17 giugno del 2001, la Roma di Totti, Montella e Batistuta si afferma sul Parma per 3 a 1 e vince il terzo scudetto della storia giallorossa. È il 17 giugno del 2019, l’ex capitano e simbolo più grande della Roma calcistica chiude il suo rapporto professionale con i colori giallorossi.
Il rapporto con Baldini la causa della rottura, un ruolo mai realmente valorizzato, più specchietto per le allodole che reale figura chiave per lo sviluppo della società capitolina.
“Ho dato le mie dimissioni dall’As Roma. Pensavo che questo momento non sarebbe arrivato mai”, ha annunciato l’ex calciatore, simbolo dei giallorossi. “Non è stata colpa mia prendere questa decisione, perché non sono mai stato coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci poteva stare, ma poi mi ero fatto delle idee chiare”.
Il futuro. Un grosso interrogativo davanti, per un uomo che per 30 anni ha vestito, prima da calciatore e poi da dirigente, solo i colori giallorossi.
“Posso solo dire di continuare a tifare questa squadra. Vederla in questa condizione mi rattrista. Io anche da Roma continuerò a tifare la Roma. È un arrivederci, non è un addio. È impossibile vedere Totti fuori dalla Roma. In questo momento prenderò altre strade, ma se un’altra proprietà punterà forte su di me io sarò sempre pronto”. E ribadisce: “La Roma è la mia seconda casa, l’ho messa davanti a tutto. Per me prendere questa decisione è stato difficilissimo.
Franco Baldini, la figura ingombrante che ha portato Totti a prendere la porta d’uscita.
“Con Baldini un rapporto non c’è mai stato e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione è perché penso che alla Roma ci siano degli equivoci, dei problemi interni della società. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Quando canti da Trigoria il suono non si sente perché l’ultima parola spettava a chi era a Londra – il riferimento a Baldini -. Era inutile dire che pensavi, era tempo perso”.
Claudio Andò