Giovedì 14 luglio 2022 h 21.15
IL NASCONDIGLIO
di Christophe Boltanski
adattamento drammaturgico di Elena Bucci
cura e drammaturgia del suono di Raffaele Bassetti
con Elena Bucci
serata dedicata a Christian Boltanski con introduzione dell’autore
progetto realizzato in collaborazione con compagnia di teatro Le Belle Bandiere
Ingresso a offerta libera
Bologna – A un anno di distanza dalla scomparsa di Christian Boltanski domani, giovedì 14 luglio 2022, l’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica ricorda il grande artista francese, autore dell’installazione permanente A proposito di Ustica per il Museo per la Memoria di Ustica a Bologna, con una drammaturgia originale di Elena Bucci, scritta a partire dal libro Il nascondiglio, di cui è autore il nipote Christophe Boltanski (giornalista e scrittore), che narra una storia basata sulle memorie di famiglia.
Entrando in casa Boltanski non si cerca di stabilire un rapporto di causa-effetto tra biografia e opera d’arte, ma di conoscere l’artista sia come genio solitario che come cassa di risonanza di vite e storie rimaste senza voce.
La serata – organizzata nell’ambito della rassegna di spettacoli, concerti, performance ed eventi Attorno al Museo in corso presso il Parco della Zucca, nello spazio antistante il Museo per la Memoria di Ustica, in via di Saliceto 3/22 a Bologna – sarà aperta alle h 21.15 da un intervento di Christophe Boltanski.
L’ingresso è a offerta libera.
Dove sei? Dove siamo? Nascondersi per esistere
Note di Elena Bucci per una rilettura del libro Il nascondiglio di Christophe Boltanski
In questa occasione, creata dall’affetto e dal sentimento di giustizia, sento battere il cuore della grande storia con i suoi silenzi di pietra e i cangianti battiti delle innumerevoli vite e voci che da essa sono mosse e travolte. Attraverso la pratica della memoria e la trasformazione dell’arte, la celebrazione del lutto, tanto necessaria quanto spesso elusa, crea visioni, emozione, coraggio, comunità.
Così accade in questo primo libro di Christophe Boltanski, nipote di Christian Boltanski. Ci addentriamo nella storia della loro famiglia non per stabilire un rapporto di causa-effetto tra biografia ed opera d’arte, ma perché la bellezza del racconto è tale da amplificare l’immaginazione e mostrarci l’artista sia come genio solitario che come cassa di risonanza di vite e storie rimaste senza voce. L’autore sa trasformare il suo racconto del passato in un’esilarante e commovente favola dove si affacciano creature talmente vive da diventare familiari. Ci invita a ritrovare anche la nostra storia con sguardo nuovo, a farne saggezza. Come l’illustre zio, miscela con sapienza arte e memoria.
Entriamo in una famiglia ‘anarchica e aperta’, ‘non reclusa, ma saldata’, che fa della propria unione una forza per attraversare sia le grandi bufere della storia come il nazismo, sia le piccole ma devastanti tempeste quotidiane, difendendo la propria originalità, il gusto di coltivare le contraddizioni, la libertà, l’estro, diventando una navicella in viaggio attraverso la vita.
Questo libro incarna alcuni dei miei più radicati e infantili desideri, nati quando mi sono scoperta orfana di una tradizione millenaria di trasmissione di racconti e memorie, cancellata da un’idea di progresso che ci ha separati in molti piccoli nuclei e reso forse più soli. Forse per questa mancanza pratico il teatro e ho sempre sognato di valicare tempo e spazio ed entrare in altre vite. Quando passo in treno accanto ai palazzi, quando passeggio per le città nell’ora magica del passaggio dalla luce al buio, dal buio alla luce, non riesco a distogliere lo sguardo dalle finestre illuminate, quasi fossero mie, di qualche parente, di qualche avo. Chi vivrà mai là dentro, cosa pensa, cosa sogna? Quali saranno le vicende tramandate nel tempo che le persone là dentro chiamano ‘storia della famiglia’? Quali i fatti che diventano epici, tragici, comici, che si arricchiscono di particolari e colori ad ogni racconto, a seconda della visione di chi li interpreta e li rivive? Quali fantasmi abitano ancora le rovine?
L’autore, con tutta la sua poetica ironia ed intelligenza, prende per mano anche me bambina e mi conduce proprio là, attraverso spazio e tempo, nelle auto, nei cortili, nelle stanze, nei nascondigli di quella casa dalle finestre illuminate dove vive e sogna la straordinaria famiglia Boltanski, della quale alcuni componenti sono di origine ebraica. La necessità di nascondersi e proteggersi dalla violenza e dal conformismo diventa l’occasione per fondare un’esilarante e resistente comunità familiare, sempre allacciata, amata e odiata, che tra contraddizioni, limiti e meraviglie garantisce a tutti i suoi membri la loro originalità, tiene salde le radici e guarda al nebbioso futuro, crea terreno fertile per gli artisti. La scrittura mi rivela le profonde somiglianze delle anime, godendo allo stesso tempo delle loro frastagliate differenze.
Ritrovo il coraggio di ribellarmi al potente condizionamento della miriade di micro e macro segnali che ci spingono, in funzione del mercato e di una obsoleta idea di economia, ad essere conformisti credendo di essere unici, soli credendo di essere liberi, a trasformare la potenza sovversiva dell’atto artistico in un passatempo inoffensivo, in un addormentamento a pagamento.
Circondata da questa folla variopinta e irriducibile, ritrovo la fiducia nelle arti, antidoto all’oblio, alla violenza, alla paura e all’omologazione, cura per ogni fragile differenza. Sono grata a chi ha attraversato tragedie cantando e danzando. Sento con più forza che tutti, ma proprio tutti, abbiamo il diritto di essere artisti delle nostre stesse vite.
E mi consolo dello sgomento che ho provato guardando un documentario che continuo a citare per la sua intensità e nel quale si analizzavano i grandi mutamenti che stiamo vivendo per la prima volta nella nostra epoca, a partire dallo sconvolgimento del millenario equilibrio del nostro pianeta. Si raccontava come presto, se non vi si porrà rimedio, la fauna e la flora di ogni angolo del pianeta saranno identiche, con meno colori, meno suoni, minor meraviglia, in nome della vittoria delle specie più forti e rapaci su quelle più fragili e miti.
Elena Bucci
Attrice, autrice, regista. Debutta e si forma nella compagnia di Leo de Berardinis e fonda e dirige, con Marco Sgrosso, la compagnia teatrale Le Belle Bandiere.
Fra i riconoscimenti: Premio Ubu per gli spettacoli da lei scritti, interpretati e diretti, Premio Ubu per l’interpretazione in Riccardo III e Le regine di Claudio Morganti, Premio Hystrio – ANCT Associazione Nazionale Critici Teatrali, Premio Eleonora Duse, Premio ETI Olimpici del Teatro (ora Le Maschere del Teatro) per Le smanie della villeggiatura, Premio Hystrio Altre Muse, Premio Viviani, Premio Scenari Pagani alla compagnia.
Dirige e interpreta per la compagnia testi classici come Macbeth di Shakespeare, Hedda Gabler di Ibsen, Antigone di Sofocle, Medea di Euripide, La locandiera di Goldoni, Santa Giovanna dei Macelli e L’anima buona del Sezuan di Brecht, e contemporanei come il suo Regina la Paura, Caduto fuori dal tempo di Grossman, La morte e la fanciulla di Dorfman e, diretti con Sgrosso, L’amante di Pinter, Delirio a due di Ionesco, Prima della pensione di Bernhard.
Scrive drammaturgie spesso intrecciate a musiche originali, come Autobiografie di ignoti, Non sentire il male dedicato a Eleonora Duse, musiche di Andrea Agostini; Nella lingua e nella spada ispirato a Fallaci e Panagulis, musiche di Luigi Ceccarelli; Bimba ‘22 – Inseguendo Betti e Pasolini; In canto e in veglia (vincitore I Teatri del Sacro), Onde, per Mansfield e Woolf; Colloqui con la cattiva dea 1914-17, musiche di Simone Zanchini; Juana de la Cruz, Vite da cinema, ispirato a Fellini; Guerra e Rota, Lettera al mondo.
Per Rai Radio 3 realizza testi originali come La paura, Vite altrove e Di terra e d’oro. Collabora con Rai e altre emittenti. Realizza opere audio e video tra le quali Dante in viaggio per l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Realizza con Chiara Muti per Ravenna Festival una trilogia con testi di Nevio Spadoni e musiche di Ceccarelli e scrive e dirige con lei Folia Shakespeariana e Lumina in Tenebris.
Crea progetti per la memoria delle arti dal vivo come Archivio Vivo e dove dialogano diverse arti e discipline, come Bambini (con Davide Reviati, Claudio Ballestracci, Festival di Santarcangelo) e La città del sonno, attraverso i quali ha riaperto al pubblico teatri e spazi della memoria dimenticati, come il Teatro Comunale di Russi. Nell’ambito del programma “Il Giardino della Memoria – XXXV Anniversario della Strage di Ustica”, dirige e interpreta, insieme a Marco Sgrosso, la serata di musica e poesia La notte di San Lorenzo.
Lavora come attrice con i registi Roberto Latini (L’Armata Brancaleone, Mangiafoco, Il teatro comico), Valter Malosti (Il giardino dei ciliegi), Mario Martone (Edipo a Colono), Claudio Morganti (Riccardo III, Le Regine, Recita dell’attore Vecchiatto). Partecipa al progetto Mille anni o giù di lì di Gigio Dadina e Davide Reviati, e nel cinema lavora con Pappi Corsicato, Tonino de Bernardi, Raoul Ruiz, e di recente con Luca Guadagnino (Chiamami col tuo nome), Gianluca Iodice (Il cattivo poeta), Matteo Rovere (Romulus).
È interprete di opere e concerti nel teatro musicale e collabora coi musicisti Raffaele Bassetti, Julia Kent, Rita Marcotulli, Massimo Mercelli, Bob Moses, Christian Ravaglioli, Antonello Salis, Louis Sclavis, Dimitri Sillato, Giovanni Tamborrino.
Partecipa ai progetti Molti pensieri vogliono restare comete, per Leo de Berardinis; Guerra e pace di Lombardi – Tiezzi; Focus Jelinek di Elena Di Gioia, Decameron di Maurizio Schmidt, L’invenzione dell’amore a cura di Alba Rohrwacher e Luciana Fina, Else Edizioni, Orecchio Acerbo.
Ha collaborazioni artistiche continuative con teatri nazionali, festival, compagnie, teatri di tradizione e innovazione in Italia e all’estero, dal Centro Teatrale Bresciano, con cui ha un lungo sodalizio, a Emilia Romagna Teatro, Teatro Piemonte Europa, Ravenna Festival, Campania Teatro Festival, Metastasio di Prato, Teatro di Napoli, Il Piccolo di Milano, Teatro di Roma, Emilia Romagna Festival, Cantieri Teatrali Koreja, Solo Festival of Monodrama di Mosca, National Centre for the Performing Arts di Pechino.
Si è occupata di alta formazione presso Università di Bologna, Università Cà Foscari, Accademia Nico Pepe di Udine, Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, Scuola del Teatro Stabile di Torino, Scuola di Emilia Romagna Teatro, L’Arboreto di Mondaino, Campania Teatro Festival.
Pubblica su volumi e riviste.
Christophe Boltanski
Nato nel 1962, Christophe Boltanski è scrittore e giornalista. Ha lavorato per Libération come corrispondente in Israele e nel Regno Unito, poi per il Nouvel Observateur e caporedattore della rivista XXI. Nel 2011 ha ricevuto il premio Bayeux-Calvados per i corrispondenti di guerra per il suo articolo intitolato Les mineurs de l’enfer nella Repubblica Democratica del Congo.
Autore di saggi e biografie, ha pubblicato tre romanzi, Les vies de Jacob (Stock, settembre 2021), Le Guetteur (Stock, 2018) e La cache (Stock, 2015), che ha vinto il Prix Fémina.
In occasione dell’evento, il Museo per la Memoria di Ustica osserva un’apertura straordinaria dalle h 20.00 alle 23.00, con una visita guidata gratuita alle h 20.00 a cura del Dipartimento educativo MAMbo (info e prenotazioni: mamboedu@comune.bologna.it).
L’ingresso al museo è sempre gratuito.
La rassegna Attorno al Museo è promossa da Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, con Regione Emilia-Romagna, Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, Settore Musei Civici Bologna | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Comune di Bologna – Quartiere Navile, Bologna Città della Musica UNESCO e fa parte di Bologna Estate 2022, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.
Main media partner Rai Radio 3
Patrocinio Rai
Main sponsor Gruppo Unipol
Si ringraziano Tper, Legacoop Bologna, Gruppo Hera, Coop Alleanza 3.0.
I progetti sono realizzati in collaborazione con Cronopios, Officina Immagine, Bologna Jazz Festival, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Le Belle Bandiere, La Baracca Testoni Ragazzi, Centro Sociale “Antonio Montanari”.
Il programma completo degli appuntamenti di Attorno al Museo è disponibile sul sito www.attornoalmuseo.it.