Pasquetta, che si fa?

di Diego Costa

Pasquetta, che si fa? La gita fuori porta, il grande rientro, l’Onda verde, la strada alternativa che è più intasata della strada normale, la partenza intelligente e quella che… subito dopo mangiato, però, va bene? Che… te l’ho detto che si doveva partire prima… ma gli zii, i nonni, gli amici, trallalero trallalà…
Pasquetta, ecco vedi c’è il sole, dopo la Pasqua, oh, non ricordo una sola Pasqua con il sole, a Pasqua piove sempre. Pasqua che mangi l’agnello, no, non lo mangi, dove andiamo a mangiare, ecco ci siamo ridotti all’ultimo, vedrai che non ci prendono, ma il conto com’era? Ciao, ciao, dai dobbiamo vederci di più quest’anno, ma sì, ma no, trallalero trallallà.
Pasqua e le solite cose, la solita vita, la solita Italia, le solite metafore. Ma qui, quando aprono il Sepolcro, il cadavere è sempre lì, e puzza, puzza sempre di più. L’Italia chi l’ha ammazzata? Boh, intanto chiamiamo i Ris, gli specialisti che si è visto no? quanti ne hanno risolti, di casi. E poi chiamiamo la Bongiorno, che vince sempre come la Juventus, trallallero trallallà.
E’ cambiato il Profeta, da un po’: non risorge, lui rifà, però sono comunque miracoli: svelti svelti, via via, snelli, rapidi, acceleriamo. Scusi, ma il treno quando parte? Ah, il treno è lì, sempre fermo, a fatti. Lo chieda a Poletti, lui spala il carbone davanti, nella locomotiva.
Le parole, fiuuuuuuuu! come viaggiano qui. ma sarà l’effetto dell’alta velocità, delle fibre ottiche… o del Profeta? Boh, quello si è chiuso da solo nella cabina di pilotaggio. Non fa entrare nessuno, tutto lui, tutto lui.
E la velocità delle parole… ah, se viaggiano! Ma i fatti?
Nel Sepolcro il morto è bello, lì, e si decompone. Chi è stato? Chi lo ha ucciso? E’ morto? Ma non è vero… è la solita invenzione della stampa, quelli lì s’inventano tutto. E’ la solita intercettazione del piffero, ma chi le ha volute ‘ste intercettazioni. Non si stava meglio prima? Occhio non vede cuore non duole, no? Dentro il sepolcro c’è la mummia di un Paese sempre più finto, sempre più Cinecittà, dietro la facciata nulla. Bastano e avanzano le sagome. Quando uno ci guarda dietro… Non sapevo, io se c’ero dormivo. Un Paese di morti senza colpevoli, di processi lunghi che finiscono col non contest e di processi infiniti che non si vedrà mai la fine. Un paese di morti ammazzati e di pochi colpevoli, di soldi e orologi, di vini e favori, di querele e controquerele, di avvocati e di magistrati, di consulte e di insulti, di fighetti e di fighette, di poca sostanza e molto look… di potenti che creano illusioni e di pesci piccoli piccoli che abboccano e al massimo di sfogano alla riunione condominiale, se non con la moglie (che tanto ammazzare le donne che reato vuoi che sia).
Un Paese che non sa neanche in quale sacchetto di immondizia gettarsi: organico o rifiuto speciale? Buttiamolo in mezzo alla strada che ci pensano gli spazzini. Un Paese che è così sporco, non passano più, io mi ricordo che cos’era qui 15 anni fa, è colpa dei clandestini è sempre colpa dei clandestini e poi… ma che vuole che sia la cacca del mio Bernese, questa strada è un pisciatoio a cielo aperto!
Fortuna che c’è il made in Italy… anzi Eataly! E intanto la Ducati è tedesca, Pininfarina è indiana, il Milan è thailandese, l’Inter filippina… e tutto ogni giorno di più è made in China. Vendiamo questo, vendiamo quello, le tasse aumentano per i piccoli, Equitalia gonfia la multa per divieto di sosta (che tanto i ricchi hanno messo tutto nei paradisi fiscali). E’ un Paese che indica come italiani modello quelli che abitano a Campione d’Italia, a Malindi, a Vaduz, a Città del Lussemburgo e soprattutto a Monaco da un bel po’ (cosa ci sarà poi in ‘sto Montecarlo? Mah, non c’è più neppure Grace Kelly…)
Un Paese di innocenti e di perseguitati che hanno perso la vergogna, perché mi devo vergognare io e non quello lì che ha rubato più di me?
Un Paese che primo: negare tutto…
Un Paese che è colpa della crisi, che la crisi è finita, che non c’è il lavoro, che il tasso aumenta e il tasso diminuisce, che piazza Affari, che Milano ha chiuso bene, che lo Spread non fa più paura, che è colpa della Merkel, che è colpa dell’euro, che ci sono gli indicatori di ripresa, che anche le case ora si tornano a vendere, che è tutto meno costoso, che è tutto così caro, che la grande distribuzione ha ucciso le botteghe, che la piccola e media impresa soffre, che la pressione fiscale, che la pressione sanguigna, che non ti puoi più neppure ammalare, che Report mi fa venire il mal di pancia non lo guardo più se no ci sto male, che l’Expo rappresenta la grande occasione, che gli sceicchi si comprano Milano, che un Paese si vede dalle infrastrutture, che bisogna costruire i nuovi stadi, che quello ha comprato il club perché vuole il nuovo stadio, che l’Is avanza e ammazza poveri innocenti ma a noi che cce frega, noi c ‘abbiamo il derby… Trallalero trallallà.
Anche quest’anno la Pasqua (con la metafora della resurrezione) se n’è andata. Mi perdoni, Principale, se aggiungo. Per fortuna.