2016 – amnus horribilis? E tutti pagano per farsi prendere in giro dall’oroscopo della Rai!!

Un po’ ovunque leggiamo che l’anno che sta per finire è stato orribile, con la morte di tanti personaggi pubblici più o meno amati -comunque noti- dalle persone. E leggiamo anche che, essendo stato un anno bisestile, è quello che ha portato sfortuna. Mah! Certo, però, c’è poco da stupirsi. Siamo in un Paese in cui c’è ancora la cabala, le tv private sono piene di maghi e maghette che predicono futuri sentimentali e danno numeri da giocare al Lotto. E fin qui, ognuno usa i propri investimenti, inclusi quelli dei proprietari delle tv private, come crede, scegliendo a chi rivolgersi. Ma siamo il Paese dove il sistema pubblico radiotelevisivo paga qualcuno coi soldi di tutti perche’ ci venga a raccontare l’oroscopo: si provi a mettere le parole “oroscopo rai” sul motore di ricerca per eccellenza (Google) e avremo “circa 469.000 risultati”. Ognuno può concepire l’informazione come crede, ma quando quest’ultima e’ pagata coi soldi di tutti i contribuenti…. c’è più di qualcosa che non ci torna e ci fa molto arrabbiare. Capiamo -per esempio- che nel sistema pubblico di informazione ci devono essere gli spazi per tutte le idee e confessioni, anche quelle più lontane e contrarie alla confessione religiosa dominante (la cattolica apostolica romana): la nostra Costituzione prevede che ci sia libertà di culto e di espressione dello stesso, e sarebbe disdicevole e illecito che ogni culto non trovasse spazio nel servizio pubblico (benchè, anche qui, ci sarebbe da discutere sugli spazi striminziti “concessi” alle minoranze). Ma non ci risulta che la Costituzione preveda libertà di espressione per ciarlatani, truffatori, imbonitori, venditori di fumo et similia. Possiamo capire che in una fiction, per esempio, si possa parlare e vivere la quotidianità di un Paese -il nostro, e non solo- in cui superstizione, scongiuri, maghi e streghe di ogni tipo hanno una loro nicchia. Ma altro e’ passare dal racconto della quotidianità a trasmissioni specifiche in cui un imbecille ci racconta sulla nostra salute, sui nostri amori, sul nostro lavoro, sui nostri desideri in base alle congiunzioni astrali della settimana o quotidiane legate al momento e al luogo in cui siamo usciti dal ventre delle nostre madri.
Visto il contesto, in cui ci sentiamo raccontare che e’ sfortuna (amnus horribilis) una persona che e’ morta perche’ aveva piu’ di 90 anni o perche’ conduceva una vita a rischio, non dovremmo stupirci perchè il servizio pubblico di informazione dilapida nelle stesso verso le imposte che i contribuenti gli versano? No! Non finiremo mai di stupirci, indignarci, alzare la voce e manifestare in tutti i modi il nostro sdegno civico di fronte a chi abusa della nostra fiducia: pagare un’imposta, oltre che dovere, e’ essenzialmente un atto di fiducia verso chi ci amministra. E in questo caso ci amministra male, e dovrebbe smettere.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc