V come “vomitevole”, altro che “Vittoria”! E’ l’aggettivo più azzeccato per descrivere la decisione del Governo italiano di non accogliere gli oltre seicento esseri umani sulla nave Aquarius.
Sì, è vero, l’Europa ci lascia soli ad affrontare un fenomeno così gravoso. Sono anche consapevole che molti italiani non si danno pace quando vedono un migrante per strada. E le fobie della gente vanno ascoltate.
Ma combattere una battaglia politica utilizzando come arma l’incolumità e la dignità di centinaia di naufraghi non può trovare mai giustificazione. E’ questione di umanità prima ancora che di diritto internazionale.
Non sento di poter aver nulla in comune con un’opinione pubblica pronta a scommettere sulla vita degli altri, nel momento della loro maggiore debolezza. Invece di prendercela con noi stessi, perché non riusciamo a integrare né a raggiungere accordi efficaci con i Paesi di provenienza, ce la prendiamo con i nostri presunti “nemici”, che sono dappertutto: gli immigrati, Malta, l’UE, l’Euro.
Il mondo intero ce l’ha con noi!
Ci siamo domandati perché è assente la solidarietà tra Paesi membri dell’UE sul fenomeno delle migrazioni? Ci siamo chiesti perché la questione non è di esclusiva competenza dell’UE, che invece deve lasciare il campo agli stati nazionali?
L’Europa non è un’entità astratta, ma è fatta di Paesi, popoli e opinioni pubbliche. Molti di questi Paesi non vogliono cedere sovranità perché hanno al potere politici affini al nostro Premier di fatto, Matteo Salvini.
Davvero si pensa di ottenere solidarietà sulla redistribuzione dei rifugiati alleandosi con autocrati xenofobi e nazionalisti come Orban? Oppure si crede di poter piegare i nostri vicini a botte di ricatti umanitari?
Con questo Governo, e con Governi come questo, che soffrono della sindrome dell’accerchiamento e vedono nemici ovunque, l’Europa politica non si costruirà mai. In compenso, rischiamo di sfasciarla del tutto, e allora vedremo quanta solidarietà riceveremo. Perché una cosa è certa: l’Italia rimarrà nel bel mezzo del Mediterraneo.
Pietro Moretti, vicepresidente Aduc