A Natale niente privazioni, qualche sgarro alle regole ‘dietetiche’ è concesso. Da Santo Stefano un po’ più di rigore, con attenzione a misurare e combinare correttamente gli ingredienti dei pasti principali per non pesare sulle porzioni extra-caloriche appena trascorse. Buoni consigli mangerecci, ovunque pensiate di trascorrere le vostre vacanze: al mare, sui monti o in città d’arte. La dieta? Si inizia a Capodanno e si persegue fino al prossimo Natale, parola di esperta.
Il Natale si santifica anche a tavola: no a morigeratezze caloriche che non gratificano il palato e la padrona di casa che ha imbandito il pranzo luculliano; no alle monoporzioni restrittive che vi sarete già imposti in preparazione delle festività; no a privazioni che aumenterebbero soltanto il senso di fame (nervosa). Insomma a Natale spezzare il ritmo della dieta con qualche piacevole ‘sgarro’ è concesso, ricominciando a pensare a pasti più light a Santo Stefano, ma sempre con un pizzico di innovazione.
“La prima regola – spiega la dottoressa Carla Lertola, medico chirurgo specialista in Scienze dell’Alimentazione e Dietetica – è rimettersi in pista nel post-natale, dal 26 dicembre, ma dolcemente e senza traumi. Ciò significa non saltare i pasti, ma ridurre le quantità; non imporsi tisane depurative se non se ne sente la necessità, non eliminare forzatamente dalla dieta i farinacei a favore della frutta che “illude” con il suo potere saziante”.
Inoltre a Santo Stefano e affini è bene limitare anche spremute, centrifughe, estratti di frutta e verdura: il rischio è di berne in quantità, pensando di compiere una azione salutare, sottovalutando invece la quota calorica che questo alimento-bevanda apporta. “Meglio mangiare i vegetali ‘solidi’, in tutta a loro consistenza – commenta l’esperta – piuttosto che ingollarli sotto forma di liquidi, compreso minestroni, passati di verdura e zuppe in genere”. Come nutrirsi a Santo Stefano e nel post festa? Ecco le tappe e i consigli nutrizionali essenziali:
- La prima colazione è un must. Non va saltata neanche nel giorno post libagione: “Una coppa di yogurt magro cremoso – precisa la dottoressa – con l’aggiunta di una manciata di fiocchi di cereali integrali croccanti e una piccola quantità di frutti rossi, ad esempio chicchi di melograno, mirtilli, lamponi vi farà sentire in pieno clima natalizio ed allontanerà il rischio e la voglia di tuffarsi in una fetta di pandoro o di panettone con crema al mascarpone, una tentazione golosa anche mattutina”. Per essere ancora più ‘light’, siate più buoni: approfittate del giorno di Santo Stefano per regalare i dolci che non avete consumato a chi ne ha bisogno: “Condividere con chi è meno fortunato il cibo, vi aiuterà a non avere a portata di gola tanti alimenti calorici, educandovi anche a una cultura dell’anti-spreco”.
- A pranzo, la quantità fa la differenza. “Scegliete un primo piatto di piccole proporzioni – raccomanda la dottoressa Lertola – come la lasagna avanzata dal giorno prima, che aiuta a preservare dall‘effetto persuasivo e consolatorio di “un pezzettino di questo, due datteri, un torroncino cosa vuoi che siano e che male mi possono fare”. Accompagnate questo piatto con della verdura cotta di stagione. Preferite ad esempio le crucifere tra cui cavolfiore, broccoli, verdura a foglia verde come erbette e spinaci e altre del momento quali la zucca & co, condite solo con aceto balsamico o un cucchiaino di senape”.
- Alla sera, leggerezza. Repetita juvant e fa bene anche a tavola. “Dunque la sera, è ancora una bontà, per la linea e la salute, la verdura scelta secondo il vostro gradimento, ma da consumare preferibilmente cruda con due cucchiaini di olio. A fianco è perfetto un secondo piatto in quantità simile a una porzione da ristorante, pane integrale pari a 60-70 grammi per lei e a 80-90 per lui e per chiudere in bellezza la giornata di Santo Stefano, un’ultima visione al cinema. Quattro passi dopo cena sono salutari e favoriscono lo smaltimento del cibo e di qualche caloria extra”.
Molti dedicano il 27 Dicembre e le giornate all’intorno alle partenze per le vacanze invernali. Anche in queste occasioni non dimenticate il buon cibo, sano, vario e di qualità con qualche attenzione a seconda della meta del vostro relax.
- In montagna: “Consumate la colazione con le consuete abitudini di qualità e quantità, non pensando di appesantirla con l’idea di saltare il pasto. Anche sulle piste da sci, è meglio fare una pausa per pranzo e sostare in un rifugio dove mangiare un panino con un salume tipico, ma con qualche accortezza ‘di genere’. Se siete un uomo, potete gustarlo nella totalità, se invece siete donna, eliminate una delle parti del panino e piegatelo a metà a mo’ di tartina”. Se il languorino a merenda si fa sentire e la voglia di cioccolata calda vi attanaglia la gola, cedete pure alla tentazione, ma bevetela rigorosamente senza panna, evitando di consumare frutta nel resto della giornata. “La sera – aggiunge la dottoressa – puntate sul monopiatto. Una porzione di polenta con una dose ragionevole di formaggio oppure bagnata con un sughetto sugo di carne, unita a una porzione abbondante di verdura vi sazierà senza compromettere la linea”.
- All’estero, in città d’arte in Europa o oltre frontiera. Niente fast-junk-food. “Seguite lo stesso consiglio del pranzo in montagna e se siete in hotel – precisa la dottoressa Lertola – al mattino concedetevi il lusso di farvi portare la colazione in camera: un escamotage che vi aiuterà ad evitare la grande tentazione di una colazione internazionale con uova e bacon e ogni altra leccornia. Gustate anche il piacere di quel buon tempo che a casa vi manca; assaporate la colazione, in tranquillità, e sostituite il classico latte e corn-flakes con un pancake con poco sciroppo d’acero o un cucchiaino di miele e frutta”. A cena, state leggeri: preferite un piatto di carne o pesce grigliati o bolliti con verdura e se siete a New York e dintorni americani le ‘baked potatoes’ sono concesse. Fatevele servire scondite con salse a parte che aggiungerete voi ma con grande parsimonia. In quest’ultimo caso evitate pane, altri farinacei e i dolci di fine pasto.
- Al mare, vicino o lontano. Stessi consigli per i pasti montani: a colazione, spuntini e spiedini a base di frutta di vario tipo (anche esotica se siete ai tropici); a pranzo pesce e molta verdura, mentre a cena un monopiatto e una ‘unità alcolica’, ovvero un bicchiere di vino o di birra a piacere.
Sano movimento. È una raccomandazione ‘senza confini’. “Ovunque andiate in vacanza a Natale – raccomanda la dottoressa – e indipendentemente dall’età, muovetevi più che potete ma non fate grande affidamento sull’esito ‘slim’. Nulla delude di più dell’ago della bilancia che si impenna dopo le feste, se si ha la persuasione di avere smaltito una grande quantità di calorie camminando in lungo e in largo. Spesso non è così, vi basti pensare che per smaltire due o tre noci dovrete ‘bruciare’ un chilometro a passo sostenuto. State sereni, recupererete il peso forma in città, al rientro al lavoro e alla vita normale”.
“In ultimo, ricordate che la dieta dimagrante – conclude l’esperta – si comincia e si (per)segue da Capodanno a Natale e non viceversa. Questo approccio alla tavola e dunque al cibo, consente di ‘educarsi’ al fatto che il peso in alcuni momenti critici, come quello del Natale e delle feste, può e “deve” oscillare un po’ rispetto al proprio peso forma. Senza drammatizzare o farsene un senso di colpa, mettendo sul ‘piatto della bilancia’ che il cibo resta uno dei migliori piaceri di cui godere e da condividere con gli altri”. Specie nelle grandi occasioni comandate.