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«Così come Martin Luther King ha sognato una nazione in cui i propri figli sarebbero stati giudicati solo per la qualità del loro carattere e come John Lennon ha immaginato un mondo in cui non ci fosse nulla per cui uccidere o morire, anch’io ho un sogno. Sogno un ecosistema che incoraggia ogni singolo giovane a volere conoscere la migliore versione di sé e ad autodeterminarsi e che mette a loro disposizione gli strumenti ed il supporto perché ciò possa accadere». Inizia così il pensiero di Daniele Manni, il docente pluripremiato che a Lecce, da oltre 20 anni, accompagna i suoi studenti in percorsi di autorealizzazione e mentalità imprenditoriale.
Il tema del sogno è piuttosto ricorrente in questi giorni. Lucio Corsi l’ha trattato quando ha spiegato il perché della scelta del brano da cantare in duetto con Topo Gigio a Sanremo (Nel blu dipinto di blu: “…penso che un sogno così non ritorni mai più”). Roberto Benigni l’ha addirittura reso il titolo del suo prossimo spettacolo in tv: Il sogno. “Si parlerà delle nostre aspirazioni – ha annunciato – e soprattutto dei nostri sogni. Io sono un grande sognatore. E come dice il poeta: «I grandi sognatori non sognano mai da soli», sogneremo tutti assieme”.
«Tutti i giorni vivo a stretto contatto con gli adolescenti – continua Manni – e vedo sempre più che la stragrande maggioranza vive le propria vita, almeno sino ai 18-19 anni, in una sorta di flusso generalizzato. Un flusso che porta tutti, senza grandi distinzioni e tutti insieme, in un’unica e non ben definita direzione, come se fossero tante barchette di carta trasportate dallo scorrere di un fiume. Sono poche, pochissime, le barchette “impazzite” che hanno la voglia ed il coraggio di distaccarsi dal flusso e si aggrappano ad un ramoscello sporgente per scoprire e vivere il proprio, personalissimo, percorso di vita. Sogno che questo numero di ragazzi possa crescere, tanto e velocemente.
In questi anni ho avuto (e sto avendo ancora) la fortuna di incontrare e conoscere alcune di queste barchette impazzite, a cui ho cercato di fornire appigli e incoraggiato a volare con le proprie ali. A giudicare dalla qualità della loro crescita “diversa”, ho imparato molto. Ragazze e ragazzi che nell’arco dai 14 ai 19 anni, oltre allo studio e alle attività aggiuntive consuete (sport, musica, danza, etc.), hanno anche cercato, scoperto e operato nei campi e nei settori più vicini alle loro personali passioni, aspirazioni e talenti.
Antonio Scarnera, Michael Candido, Daniele Chirico, Francesco Tortorelli, Mirko Cazzato, Alessia Petino, Luigi Carratta, Francesco Pio Manca, Benedetta Lezzi, Emanuele Renna, Andrea Urgesi, Samuele Anzilli, Francesco Ozzi, Andrea Amato, Giulio Raganato, Giovanna De Pascalis, Matteo Lucrezio, Vincenzo Rubano, Filippo Milanese, Isabella Lazzari, Antonio Monaco…, sono alcuni esempi viventi di crisalidi che sono diventate farfalle, pietre grezze trasformate in diamanti. Hanno tutti una gran bella storia da raccontare.
Proprio due di questi ragazzi, Francesco Pio Manca (19) e Luigi Carratta (18), sono coloro che mi hanno espresso di condividere a pieno questo mio sogno e lo stanno ora traducendo in un progetto tangibile. Hanno preso le parole, i pensieri e le azioni realizzate sia in classe che fuori e hanno dato vita a “VoleRete”, un network di entità pro-giovani (associazioni, organizzazioni, startup, imprese, enti) che, all’unisono, cooperano al solo fine di offrire ai ragazzi l’humus per una crescita sana e ricca di opportunità, facendoli salire sul carro dei sognatori.»
Ricordiamo che VoleRete intende creare un ecosistema capace di aiutare i ragazzi a prendere consapevolezza di sé e delle proprie capacità e a farli sentire accompagnati e incoraggiati ad intraprendere il proprio sogno di futuro. Dopo appena due settimane dalla nascita, sono già 18 le entità che hanno aderito con gioia e slancio al network: Andreban Studio, Arianoa, Boboto, Brick Genius, Coderdojo Lecce, FabLab Lecce, G-Pro, LecceBimbi, NovaNews, Mabasta, Molo 12, SalentIA, Salone SITO, Sportzine, Startnet Youth, The Qube, TriaCorda, WeDo Academy.