Torna in scena per due date straordinarie Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli, lo spettacolo di e con Simone Cristicchi che aveva debuttato al Teatro Sociale di Brescia un anno fa, nella Stagione del Centro Teatrale Bresciano e poi è stato protagonista di una acclamata tournée in moltissime città italiane. L’enorme successo e l’entusiasmo del pubblico hanno indotto il CTB a riproporre questa sua produzione anche quest’anno, nella nuova cornice del Teatro Renato Borsoni di via Milano.
Tra pensieri, testimonianze personali e canzoni inedite, in questo spettacolo Simone Cristicchi racconta Francesco d’Assisi interrogandosi sull’attualità del suo messaggio.
In scena per la cinquantunesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, intitolata L’arte è pace, Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli sarà al Teatro Renato Borsoni di Brescia (Via Milano, 83) venerdì 29 e sabato 30 novembre 2024, alle ore 20.30.
I biglietti per le due recite sono esauriti. A partire da mezz’ora prima dell’inizio di ogni recita, verrà stilata una lista d’attesa – redatta in ordine d’arrivo presso il Teatro Borsoni – per la messa in vendita di eventuali biglietti di rinunciatari.
Lo spettacolo di e con Simone Cristicchi, su testo scritto da Simone Cristicchi con Simona Orlando, vede le canzoni inedite di Simone Cristicchi e Amara, le musiche e sonorizzazioni di Tony Canto, la scenografia di Giacomo Andrico, le luci di Cesare Agoni, i costumi di Rossella Zucchi; Ariele Vincenti è l’aiuto regista. Una produzione firmata Centro Teatrale Bresciano e Accademia Perduta Romagna Teatri, in collaborazione con Corvino Produzioni.
Franciscus è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Fondazione ASM, Gruppo BCC Agrobresciano, ABP Nocivelli.
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Franciscus, il rivoluzionario. Franciscus, l’estremista. Franciscus, l’innamorato della vita. Franciscus, che visse per un sogno. Franciscus, il folle che parlava agli uccelli.
Franciscus, che vedeva la sacralità e la bellezza in ogni volto di persona ma anche di animale, e non solo in essi ma anche nel sole, nella morte, nella terra su cui camminava insieme agli altri. In cosa risiede l’attualità del suo messaggio?
Cosa può dirci la filosofia del “ricchissimo” di Assisi, nella confusione della modernità affamata di senso, nelle promesse tradite del progresso?
Tra riflessioni, domande e canzoni inedite, Simone Cristicchi indaga e racconta il “Santo di tutti” che è stato innanzitutto un uomo in crisi, consumato dai dubbi, un laico che imparava facendo, si perfezionava incontrando, e il cui esempio riuscì ad attrarre una comunità, ma non senza destare sospetti di alcuni del popolo. Nello spettacolo, uno in particolare: Cencio, stracciaiolo girovago, inventore di una lingua solo sua, osservatore critico del viaggio di Francesco, interpretato dallo stesso Cristicchi.
Al centro di questo spettacolo, il labile confine tra follia e santità, tema cardine della vita personale e spirituale di Francesco. Ma anche la povertà, la ricerca della perfetta letizia, la spiritualità universale, l’utopia necessaria di una nuova umanità che riesca a vivere in armonia con il creato. Temi che nel frastuono della società in cui viviamo diventano ancora più urgenti e vividi.