Fino al 26 novembre 2023, Fondazione Stelline ospita la mostra personale di Gianluca Patti DIARIO DI UN SOGNATORE, a cura di Alessandra Klimciuk. Il percorso espositivo racconta, attraverso oltre trenta opere e quattro installazioni, la ricerca artistica di Gianluca Patti, che indirizza verso colore e materia la sua capacità di espressione e la sua visione del mondo.
Per comprendere pienamente le opere di Gianluca Patti dobbiamo includere il suo vissuto personale e la memoria di queste prime esperienze di visione, in cui l’orizzonte che immaginiamo è quello che vediamo. La densità di questo racconto esistenziale insieme alla scelta di materiali evocativi del suo passato familiare diventano elementi imprescindibili per entrare nel suo processo artistico e comprenderne l’unicità.
Prodotti cementizi, resine e pigmenti, ma anche reti da cartongesso e fogli di pluriball, in memoria e onore del lavoro paterno, vengono decontestualizzati e riutilizzati per costruire opere stratificate e scultoree con una griglia visiva che è la sua lente sul mondo.
Il mondo monocromatico filtrato attraverso l’esperienza unica vissuta da bambino quando entrava e usciva dagli ospedali – il suo primo disegno è una macchia nera – diventa nella sua espressione matura un’esplosione di colori. Il colore e la luce delle sue opere nascono, però, da quel buio e lo conservano per sempre. Un riconoscimento dell’artista al valore profondo della sua esperienza, come di ogni esperienza vissuta, anche quella più dolorosa, con cui riconciliare la forza e la fragilità nella propria resilienza.
E se parliamo di colore e di visione – come ci ricorda la curatrice Alessandra Klimciuk nel testo in catalogo – rimane indimenticabile e necessario l’insegnamento di Josef Albers e la sua teoria del colore, sviluppata durante le lezioni al Bauhaus e pubblicata nel volume “Interazione del colore” nel 1963, con cui ha affinato una pratica per sviluppare l’occhio per il colore, quella sensibilità per la luce e le tonalità che il solo studio teorico dell’ottica e dei sistemi cromatici non può in alcun modo regalare. Attraverso il colore imparare a vedere il mondo. Ma anche ad ascoltarlo, perché nella sinestesia il colore ha un suono e la sua funzione è evocativa, permettendo la connessione tra l’artista, i ricordi e la dimensione del sogno.
É lo stesso processo artistico di Gianluca Patti, con la stratificazione della pittura e la struttura a griglia, a fare affiorare liberamente in superficie elementi sottostanti, quasi fossero ricordi ed emozioni del passato.
Il percorso espositivo accompagna il visitatore in questa ibridazione sensoriale, immersi nella dimensione del sogno e delle armonie cromatiche. Le opere monocrome si alternano a quelle policrome, il grande formato alla piccola dimensione. Come una danza sinestetica in cui l’alternanza di suoni, colori e percezioni fa emergere un mondo immaginifico di emozioni, ricordi e sogni. Ma è Gianluca Patti a dirigere l’orchestra con maestria e conoscenza della materia e del colore.
Le opere in mostra raccontano questo viaggio autobiografico di ricordi ed emozioni, come l’installazione The point of view, evocativa dell’orizzonte osservato attraverso la ringhiera del balcone di casa da Gianluca bambino che, guardando il cielo e i suoi colori crepuscolari, sognava ad occhi aperti. L’opera vuole essere una trasposizione di quegli spazi di cielo, un invito per chi osserva ad andare oltre e di porsi di fronte alle cose cambiando sempre punto di vista. The game è un invito a fare la prossima mossa nella partita a tris evocata dall’opera, perchè come ci ricorda Bernard Shaw: “l’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare”. The Star è un omaggio al luogo delle Stelline, ma anche un pensiero rivolto ai cieli stellati, ai desideri, e alla notte che porta con sé il buio generatore di immagini., ma anche un pensiero rivolto ai cieli stellati, ai desideri, e alla notte che porta con sé il buio generatore di immagini.
La mostra organizzata da Fondazione Stelline con il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Milano, è stata realizzata grazie al supporto di Isorropia Homegallery, Amaro Lucano, Drama Resine, Marie Danielle, Fontana Grafica, Ottica Barzaghi, Milky Way, Leontis Real Estate, Vitavigor, Talking Nat, All Flying Services e BIANCHIZARDIN Contemporary Art.
A supporto della narrazione sarà pubblicato un catalogo con testi di Alessandra Klimciuk e una sezione dedicata alle installation view.
Gianluca Patti è nato nel 1977 a Monza, vive e lavora tra Monza e Milano. La sua ricerca è incentrata sullo studio del colore e della materia quali strumenti di narrazione del vissuto personale e della dimensione temporale. Lo studio da autodidatta della storia dell’arte ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della sua ricerca artistica: all’inizio del proprio percorso si appassiona al lavoro pittorico di grandi artisti quali Pollock, Vedova, Basquiat e Richter, approfondendone l’equilibrio cromatico e cercando un proprio approccio unico al colore, nell’ambito di una personale ricerca in continua evoluzione. Il lavoro di Gianluca Patti è stato esposto in diverse mostre personali e collettive, ed è entrato a far parte di collezioni di arte contemporanea di rilievo. L’approccio trasversale dell’artista l’ha portato inoltre a collaborare alla realizzazione di scenografie nel settore pubblicitario e dell’interior design e ad essere selezionato per progetti d’arte e impresa.
GIANLUCA PATTI
DIARIO DI UN SOGNATORE
A cura Alessandra Klimciuk
22 ottobre – 26 novembre 2023
Orario: martedì – domenica, h. 10.00-20.00 (chiuso il lunedì)
Ingresso gratuito
Fondazione Stelline, c.so Magenta 61, 20123 Milano
Info: mostre@stelline.it | stelline.it
Facebook: @fondazionestelline
Instagram: @f_stelline