Nella lotta contro la violenza sulle donne molti sono ancora i muri da abbattere, primo fra tutti quello dell’omertà e del silenzio. Il muro di chi non vede o di chi fa finta di non vedere, il muro di chi non parla perché ha timore o perché si vergogna. Quell’omertà che opprime chi subisce violenza, chi ne è testimone, o chi ha taciuto trincerandosi dietro la paura, non riuscendo ad abbattere quei muri che oltre a non far parlare, non fanno sentire, né vedere.
Questo progetto, nato lo scorso anno sotto forma di mostra fotografica allestita alla Camera dei Deputati, Palazzo San Macuto a Roma, è diventato quest’anno un libro fotografico in edizione limitata, il cui ricavato andrà a sostegno di donne vittime di violenza.
Autrici del progetto sono ancora una volta Giusy Versace, campionessa paralimpica e capo del Dipartimento Nazionale Pari Opportunità e Disabilità del suo Gruppo alla Camera dei Deputati, e l’amica fotografa Mjriam Bon.
Un libro di 100 pagine, che raccoglie scatti già condivisi durante la mostra del novembre 2019, assieme a scatti nuovi e più recenti. In totale sono 75 i volti di persone note e meno note che hanno voluto sostenere il progetto, mettendoci la faccia. Personaggi della tv, del cinema, della radio, esponenti politici e donne vittime di violenza che, come le ‘sanzaru’, le tre scimmiette sagge della tradizione giapponese, si sono coperti con le proprie mani occhi, orecchie e bocca in forma di protesta e denuncia verso chi fa finta di non vedere, non sentire e non parlare.
Di questo complesso tema, se n’è discusso questa mattina in diretta sulla pagina Facebook “I Muri del Silenzio” con il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, le attrici Maria Grazia Cucinotta e Valeria Graci e Parvinder Aoulakh, detta Pinky, la donna di origine indiana, che nel 2015 fu vittima di un’atroce violenza da parte del marito.
Giusy Versace, che ha condotto l’incontro, oltre a ringraziare tutti coloro che hanno creduto in questo progetto mettendoci la faccia, ha voluto sottolineare l’importanza della cultura per combattere l’ignoranza e contrastare ogni forma di discriminazione e l’importanza di fare rete per amplificare il messaggio: “Questo libro deve diventare un prezioso strumento per tenere i riflettori accesi sul tema tutto l’anno e vorrei presentarlo anche nelle scuole, per educare i giovani, gli uomini di domani, al rispetto e alla non violenza. Ringrazio, infine, gli amici di Centodieci per la loro sensibilità e per aver sostenuto questo progetto”.
Mjriam Bon, ha raccontato la nascita del progetto: “Sono una fotografa, amo scattare i volti delle persone per cogliere la loro anima e la loro forza espressiva. Qualche anno fa, avevo deciso di fotografare personaggi illustri, chiedendo loro di coprirsi con le mani la bocca, gli occhi e le orecchie. Quando mi sono accorta del poter di denuncia sociale che quegli scatti evocavano, ne ho parlato subito con Giusy e da lì è nata l’idea di creare prima una mostra fotografica e poi un libro che potesse contribuire ad abbattere i muri dell’omertà”.
Per il Governatore della Lombardia Attilio Fontana, parlare ancora nel 2020 di violenza sulle donne sembra anacronistico, anche se purtroppo così non è: “Mi sembra davvero incredibile che ancora oggi ci dobbiamo trovare per discutere di dignità e rispetto della donna. Questioni che dovrebbero essere parte di noi stessi. Proprio oggi in Italia, due donne hanno subito violenza e sono state uccise. Cose che appaiono veramente incredibili”. “Purtroppo – ha concluso il presidente della Regione – ancora troppa gente di fronte a queste problematiche gira la faccia dall’altra parte, come se fosse una questione che non lo toccherà mai. Questa indifferenza rischia di rendere normale un comportamento gravissimo”.
Anche l’attrice Maria Grazia Cucinotta, autrice del libro “Vite senza Paura”, è stata vittima di violenza e per questo ha deciso di schierarsi in prima fila nella lotta contro il femminicidio: “Faccio un lavoro che mi rende molto visibile e per questo ho deciso di donare il mio volto per rappresentare tutte quelle donne che hanno bisogno di non sentirsi isolate nella loro denuncia. Dobbiamo educare le persone ad amare la vita, a rispettare ciò che sta dentro ogni corpo”. La Cucinotta ha poi ricordato come troppo spesso il cuore delle donne non batte per amore, ma per paura: “Questo non deve più accadere, le donne non devono più avere paura”.
L’attrice Valeria Graci, nel suo intervento, si è soffermata sul calvario che le donne devono affrontare prima e dopo una denuncia: “Denunciare non è semplice. Siamo tutti bravi a usare questa espressione: ‘Denuncia!’. Ma prima di andare a raccontare davanti ad un estraneo una violenza, prima di arrivare cioè a quell’atto di coraggio, c’è tutto un mondo in cui non ci si riconosce e nel quale subentra la paura. Ci si nasconde, perché non tutte hanno una famiglia che possa supportarle in una situazione simile e penso che, gli strumenti che abbiamo a disposizione per contrastare questo fenomeno, siano la sensibilizzazione tra i giovani e nelle scuole e il continuo confronto su questi temi”.
Nel libro c’è anche lo scatto del volto di Parvinder Aoulakh, detta ‘Pinky’, una donna straordinaria che ha rischiato di morire quando il marito le ha dato fuoco nel 2015 davanti agli occhi dei suoi due figli. Una donna che ha trovato il coraggio di denunciare, di tornare a vivere e che con grande generosità si offre agli altri per aiutare, stimolare, per comunicare al mondo che si può ricominciare. Anche Pinky si è soffermata su un aspetto cruciale: il vuoto e la paura dopo una denuncia. “Non è facile denunciare, perché non tutte le donne hanno la fortuna di avere alle spalle una famiglia che le supporta nel loro atto di coraggio. Io ho avuto la fortuna di conoscere persone come Giusy e come Jo Squillo, sono riuscita a rifarmi una vita e oggi sono un esempio anche per le donne indiane. Ma purtroppo, non è sempre così per tutte. Il mio appello è quindi a non lasciare mai le donne sole, aiutarle a superare la loro paura del dopo”.