Le difficoltà non li fermano e nonostante una disabilità motoria e una bambina piccola viaggiano in ogni angolo della terra, dove documentano usi e costumi di paesi e culture differenti. Stiamo parlando di Giulia Lamarca, che insieme al marito Andrea e alla figlia Sophie, si definisce #lafamigliaquellacheviaggia.
Di recente sono volati in Bangladesh, grazie a un progetto ideato e gestito insieme a We Are Era Italia, esattamente nella capitale Dacca, per incontrare Arafat, il bambino che sostengono a distanza, e vedere di persona il lavoro che ActionAid svolge a stretto contatto con le comunità. Un viaggio ricco di emozioni e nuove consapevolezze nel corso del quale, grazie ai momenti di condivisione con le persone del luogo, hanno potuto cogliere la vera essenza di questo paese asiatico che ha così tanto da raccontare.
“Siamo partiti da Torino e dobbiamo essere sinceri, qualche dubbio lo avevamo. Ci chiedevamo se avremmo davvero visto nel concreto il lavoro di ActionAid. Faranno abbastanza? Miglioreranno davvero la vita dei bambini come dicono? Bene, dopo una settimana passata con loro possiamo dirvi che abbiamo visto tanti bambini che non vanno a scuola e l’impegno di ActionAid per dar loro questa possibilità, creando luoghi dove possano fare i bambini, dove poter disegnare e giocare e come Arafat costruire pezzo dopo pezzo un futuro diverso” racconta Giulia.
Nel corso del viaggio Giulia, Andrea e Sophie hanno potuto sperimentare da vicino l’impatto positivo e il cambiamento concreto che ActionAid porta nelle vite di migliaia di bambine e bambini. Hanno visitato gli spazi sicuri di ActionAid, luoghi che nascono per proteggere le bambine e ragazze che fuggono da matrimoni precoci o che vivono per strada offrendo loro un luogo sicuro dove crescere e garantirsi un futuro. Le Happy Home, letteralmente casa felice, forniscono assistenza e sostegno a lungo termine, assistenza medica, istruzione e formazione professionale senza trascurare il tempo libero e la pratica di attività come danza e musica e puntando, quando possibile, a favorire il ritorno nelle famiglie di origine.
“In Bangladesh la piaga dei matrimoni precoci è tuttora molto diffusa e molte ragazze rischiano di essere date in sposa a 12 anni. Ma quelle che entrano a far parte dei gruppi creati da ActionAid imparano a riconoscere i loro diritti e non solo si oppongono a questa pratica ma fanno squadra e si attivano per impedire che succeda alle loro amiche. Tutto questo è solo l’inizio di un cambiamento, che parte da un bambino o bambina e dall’opportunità che gli viene data. Grazie al sostegno a distanza si crea questa rete di cambiamento e questo fa davvero la differenza” conclude Giulia.
“Giulia, Andrea e Sophie sono una famiglia che ama viaggiare e capace di relazionarsi con empatia con le persone che incontra. In Bangladesh hanno potuto toccare con mano le conseguenze che le diseguaglianze sociali provocano: povertà, fame, disparità di genere. In questo contesto lavoriamo per assicurare ai bambini e alle bambine un luogo sicuro in cui poter crescere e vivere la propria infanzia, garantiamo l’accesso alle cure mediche per tutti e sosteniamo le bambine e le giovani donne nella lotta contro i matrimoni precoci. Possiamo farcela solo grazie all’aiuto delle persone, come Giulia, Andrea e Sophie, che hanno scelto di dare il loro contributo con il sostegno a distanza” afferma Laura Cozzi, Head of Individual Donors Acquisition ActionAid Italia.
Sono oltre 120.000 i donatori che hanno scelto ActionAid per sostenere a distanza un bambino, migliorando la sua vita e le condizioni della comunità in cui vive. Le attività dell’organizzazione sono sostenute da donazioni provenienti da famiglie, privati cittadini e aziende che scelgono il sostegno a distanza in Africa, Asia e America Latina. A beneficiare dell’intervento non sono solo i bambini, ma anche le loro famiglie e le comunità in cui vivono. Complessivamente, con il contributo dei suoi sostenitori, ActionAid aiuta oltre 5 milioni di persone.