“Lo Zambia non è un Paese semplice, anche in virtù della sua natura “bizzarra” che ci fa stare sempre all’erta. L’ho imparato col tempo: qui non ci si può permettere d’essere superficiali – racconta Cristina Fazzi nel volume dal titolo Karìbu. Lo Zambia, una donna, una grande avventura, scritto a quattro mani insieme alla giornalista Rai Lidia Tilotta.
Quando decisi di partire non avevo idea di come avrei affrontato la mia vita in foresta. Potevo immaginarlo vagamente ma scoprii ben presto che la realtà era molto più complessa di quanto avessi pensato nelle notti insonni trascorse nella mia camera preparando il viaggio. I primi tempi sono stati durissimi. Alcune cose che per noi in Italia sono scontate, come ad esempio vedere scorrere l’acqua da un rubinetto o accendere la luce, nel bosco erano vere e proprie conquiste.
Ricordo ancora quando mi ritrovai davanti al pozzo e al secchio con la corda per tirare su l’acqua. Non c’era nemmeno una pompa perché, senza energia elettrica, l’unica cosa da poter utilizzare era la forza delle braccia. Prendevamo l’acqua, la filtravamo da fango e sabbia, la bollivamo e solo dopo potevamo usarla in casa. Quella che restava, invece, serviva per innaffiare l’orto. Nemmeno una goccia poteva andare perduta. Perfino sporcarsi un vestito diventava un problema, visto ciò che occorreva per lavarlo. Scoprii, ad esempio, quanto il carbone, presente solo nei racconti dei miei nonni, nella mia nuova vita fosse fondamentale. Lo era per cucinare, per riscaldarci e perfino per riempire il ferro da stiro. Mi sentivo catapultata nel passato, in un’altra dimensione spazio-temporale”.
La vita straordinaria e il lavoro di Cristina Fazzi, mamma, medico, donna fuori dal comune, sospinta da una forza incredibile. Lasciata Enna nel 2000 per trasferirsi momentaneamente nello Zambia, Cristina sarebbe dovuta rientrare in Italia dopo sei mesi, invece non è più tornata e da allora ha realizzato progetti impensabili in un’area vastissima del Paese, portando medicinali, vaccinando e visitando decine di migliaia di bambini; realizzando pozzi e strutture sanitarie; lottando contro la malnutrizione; scontrandosi con pregiudizi e superstizioni per combattere l’ignoranza e malattie come l’Aids.
Cristina Fazzi e Lidia Tilotta presentano il libro Karìbu. Lo Zambia, una donna, una grande avventura in un ampio tour attraverso la Sicilia che inizia mercoledì 8 giugno a PALERMO, presso i Cantieri Culturali alla Zisa, via Paolo Gili 4, ore 18,30. Intervista le autrici Gioia Sgarlata, letture a cura di Gabriella Guarnera, musiche di KouZìl. Evento in collaborazione con il circolo Arci Tavolatonda. Gli incontri con le autrici proseguiranno nei giorni successivi secondo questo calendario:
– sabato 11 giugno, MARSALA (TP), presso la Chiesa del Carmine, ore 19,00;
– martedì 14 giugno, ENNA, presso il Teatro Garibaldi, ore 19,30;
– venerdì 17 giugno, CALTANISSETTA, presso la biblioteca comunale Scarabelli, ore 18,30;
– giovedì 23 giugno, SIRACUSA, presso The Academy, piazzale S. Marziano 1, ore 18,00;
– sabato 25 giugno, FAVARA (AG), piazza Cavour, ore 18,00.
Il libro:
Titolo: Karìbu
Autrici: Cristina Fazzi e Lidia Tilotta
(€ 16,00 – pag. 160)
Con il patrocinio di Jatu APS
Le autrici
Cristina Fazzi, medico, dal 2000 vive in Zambia, dove ha fondato la Ong Twafwane association. Gestisce progetti umanitari socio-sanitari in una vasta area del Paese, dai villaggi più remoti alle baraccopoli delle grandi città. Nel 2013 è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. È la prima single alla quale è stata riconosciuta in Italia, dopo una battaglia durata tre anni, l’idoneità genitoriale accertata all’estero del figlio Joseph. Con lei e Joseph vivono altri sette figli in affido. In Italia, per sostenere i suoi progetti è nata, a Enna, sua città natale, l’associazione Jatu.
Lidia Tilotta, scrittrice e giornalista, è caposervizio della Tgr Sicilia, la testata regionale della Rai. È tra i curatori della rubrica Mediterraneo (Rai3), di cui è stata anche conduttrice e inviata in Tunisia, Marocco, Cipro e Grecia, dove ha realizzato inchieste e reportage. Nel 2016 ha scritto con Pietro Bartolo Lacrime di sale (Mondadori), tradotto in quindici lingue.